Jupilò Profumi. Il nuovo made in Italy mette in ombra la profumeria araba
Non invidiateci, perché non è tutto oro quel che luccica. Sono quasi quindici anni che Extrait – Il Magazine del profumo – è online. Nel corso di questi tre lustri, sono stati tantissimi i progetti e i marchi che sono passati al vaglio del nostro naso, un numero talmente vasto che abbiamo perso il conto. Qualsiasi tentativo di quantificazione sarebbe comunque un numero per difetto. “Un bellissimo lavoro”, penserete voi. Sì, in effetti non possiamo lamentarci, chi non vorrebbe essere al nostro posto.
Come tutte le cose belle, però, esiste un rovescio della medaglia. Con il trascorrere del tempo, a furia di testare, valutare, annusare fragranze, distillare con pazienza le essenze affinché diventino parole, cogliere con il naso le visioni che si celano dentro un decant, è sempre più difficile emozionarsi davanti a un profumo. È il prezzo che si ritrova a pagare chi ha tanti anni di esperienza sotto al naso, ed è un prezzo alto. Ad esempio, i bluff li riconosci in pochi secondi, per non parlare delle fragranze fotocopia o ‘inspired by‘. E in un settore che cerca di conquistare nuove fette di mercato lanciando a getto continuo fragranze che vogliono piacere all’istante o che replicano l’ultimo campione di incassi, succede che la noia diventa la tua compagna di lavoro. Ogni composizione appare simile – se non uguale – a quella esplorata il giorno prima; tutto sembra già sentito dentro mille altri profumi. Accade che gli anni spengono i facili entusiasmi e trasformano l’olfatto in un critico feroce e implacabile che boccia, scarta, cestina, soprattutto i profumi osannati sui social – dove è facile gridare al capolavoro, dove anche la fragranza più insulsa o sbilanciata, magicamente, diventa ‘pazzesca’.
Ogni tanto, però, accade il miracolo. Si tratta di episodi rari, che si contano sulle dita della mano, ma capitano. Metti il naso su un nuovo brand e… non credi a quello che senti. Le narici iniziano a fremere, gli occhi cominciano a brillare, il battito del cuore accelera e la mouillette diventa una fonte di gioia incommensurabile, diventa il vettore di un’esperienza che ripaga di anni passati a campionare fragranze anonime e senza significato.

Stupore e meraviglia sono le sensazioni che ci hanno travolto quando abbiamo messo il naso su Jupilò, il progetto di Lorenzo Zaccheo che, a pochi mesi dal suo debutto a Esxence, si candida a diventare il brand rivelazione del 2023. Testato la prima volta in mezzo al caos della fiera milanese, l’impressione iniziale era stata positiva, il naso mandava segnali confortanti: zitti, forse ci siamo!
Quando abbiamo ripreso il testing qualche mese dopo, con calma e attenzione, è stato come vedere passare la cometa di Halley. E ci siamo ritrovati sotto il naso un piccolo gioiello di alta manifattura essenziera italiana: due linee – Sommelier e Roma Segreta – che viaggiano tra Roma e Parigi e sei fragranze eleganti, amabili, ben costruite, che spiccano per l’originalità compositiva e l’alta capacità di emozionare chi le indossa. Artefice di tutto questo non è qualcuno che si è svegliato ieri ed ha scoperto la vocazione.

Avvocato romano, ma anche sommelier professionista ed ex pugile, per Lorenzo Zaccheo quella per i profumi è sempre stata una passione di famiglia: deve alla figura paterna – amante del bello e appassionato di Parigi – l’amore per le fragranze ricercate. Nei ricordi d’infanzia di Lorenzo Zaccheo ci sono valigie piene di flaconi preziosi che il padre portava a casa, di ritorno dai suoi viaggi nel regno di Annick Goutal, Diptyque, L’Artisan Parfumeur, Caron. E ogni volta, per il creatore di Jupilò arrivava Natale.
Cosa aspettarsi quindi da un bambino svezzato a latte, biscotti e profumeria di nicchia (quella vera, quella di una volta) se non di diventare, da adulto, prima un collezionista di fragranze, poi uno studioso di arte olfattiva e infine il direttore creativo di un brand con l’ambizione di offrire al pubblico fragranze indimenticabili?
Dopo anni di studio e una lunga ricerca, all’inizio del 2023 nasce Jupilò (acronimo delle iniziali del creatore romano e della sua famiglia) e il suo debutto sulla scena internazionale di Esxence non passa inosservato. Merito di una produzione artistica intessuta di romanticismo, passioni e joie de vivre, la stessa che il bambino Lorenzo respirava dai racconti di suo padre. Merito anche della scelta di proporre sei creazioni che trasformano il gesto di indossare un bel profumo in una dichiarazione d’amore verso se stessi e chi ci sta accanto.

La sincerità e il rispetto per l’arte profumiera sono alcune delle caratteristiche che fanno di Jupilò un marchio da amare. Non c’è spazio per la mistificazione nello storytelling di Lorenzo Zaccheo che, a differenza di alcuni suoi colleghi, non finge di essere un Naso e non si appropria della paternità del lavoro altrui. La creazione delle fragranze è stata affidata, infatti, a compositori di fama internazionale: Vanina Muracciole ha firmato l’emozionante Wine Vanilla (Sommelier) e i sensuali Floriage e Nuit Charnelle (Roma Segreta), mentre sono di Arturetto Landi, Christian Charbonnel e Atelier Fragranze Milano le formule di Grenache, Sugar Rum e Blanc de Prestige – tre dei quattro opus che danno vita alla linea Sommelier, ispirata agli studi di enologia di Zaccheo e alla sua passione per i distillati rari e i vini di prestigio.
Unica nel suo genere, Sommelier porta sulla pelle fragranze inebrianti, costruite con una palette che spazia dalle note spumeggianti e trasparenti a quelle liquorose, ambrate e gourmand. Champagne pregiati, spirits d’annata e vini da meditazione trovano in Sommelier la loro più affascinante trasposizione in fragranza.

Se Sommelier rappresenta l’anima edonista e gaudente di Jupilò, Roma Segreta rivela la parte più intima e romantica del progetto. Floriage e Nuit Charnelle sono un omaggio ad una città che è molto più travolgente, suggestiva e passionale di come viene descritta nelle guide turistiche. Anche in questa collezione, Zaccheo si distingue come direttore creativo, proponendo a Vanina Muracciole un brief che non attinge ai cliché di una Capitale da cartolina, ma le chiede di creare due fragranze capaci di trascinare il pubblico tra i vicoli, gli scorci e gli angoli di una Roma che si mostra solo ai suoi abitanti e a chi ha deciso di amarla con tutte le sue contraddizioni. Fiori conturbanti e frutti succosi fanno da trama a due jus che dimostrano quanto possa essere talentuosa la mano di Vanina Muracciole… con il brief giusto.
Infine, riprendendo il discorso sulla sincerità e sul rispetto, soprattutto verso il pubblico: la concentrazione in extrait de parfum dichiarata sull’etichetta corrisponde a verità – non è una strategia di marketing – ed è riscontrabile nelle performance delle fragranze Jupilò: profumi carismatici e coinvolgenti, in grado di mettere facilmente in ombra le prestazioni promesse dai profumi che arrivano dal Golfo, grazie a un sillage esuberante, una proiezione molto ampia e una longevità (quasi) indelebile sulla pelle. Da Roma al successo, è cominciata l’ascesa di un marchio che segna una svolta per il made in Italy.
Benvenuto Jupilò, ti aspettavamo!
Lascia il tuo commento…