Italian Heritage. Simone Andreoli distilla i tesori dell’Italia
Si respira aria di novità tra le pagine del Diario Olfattivo di Simone Andreoli. Avevamo lasciato il giovane naso carpigiano fra le volute di incenso di Smoke of God a settembre, per ritrovarlo ora, alle soglie della primavera, con un nuovo progetto tra le mani: stiamo parlando di Italian Heritage, un nuovo capitolo del suo Diario Olfattivo che “ha come protagonista l’esplorazione del territorio italiano” e che si propone di “riscoprire attraverso una nuova collezione di profumi le eccellenze e le bellezze dell’Italia“.

Per fare questo Andreoli abbandona per il momento l’esotismo di materie prime raccolte in giro per il mondo e si concentra su “profumi e sentori locali, vicini alla nostra quotidianità, che racchiudono una grande attenzione alla qualità della materia prima e ai dettagli estetici“. È lo stesso creatore che ribadisce questo concetto di fondo alla redazione di Extrait: “Ho voluto recuperare alcuni tra gli odori apparentemente più semplici dell’Italia quali il limone, la mandorla e il fico e ho pensato di utilizzarli come pretesto per celebrare le numerose ricchezze del nostro Paese, che sono davvero tante e che spesso diamo troppo per scontate“.
Analogamente a ciò che ha fatto Goethe nel suo Viaggio in Italia, è un po’ come se Andreoli si prestasse, tra le pagine del suo Diario, a raccontarci per immagini olfattive il suo personale Grand Tour, il lungo viaggio che divenne un passaggio fondamentale nella formazione dei rampolli dell’aristocrazia europea dei secoli XVII e XVIII e che, ovviamente, non poteva che culminare nella visita alle ricchezze artistiche, archeologiche e paesaggistiche del Bel Paese.
Le prime tappe che Andreoli ha segnato sulla sua mappa sono tre e vengono descritte attraverso altrettante fragranze, ognuna delle quali costruita attorno a una singola nota principale che richiama un frutto della terra divenuto nel tempo icona del proprio territorio.

Un racconto olfattivo dell’Italia non poteva che cominciare da un’incursione nella famiglia degli agrumati. Zest di Sorrento è un profumo in cui protagonista è il limone più rinomato al mondo, simbolo della Costiera Amalfitana e della penisola Sorrentina. Zest si presenta come una fragranza “gialla ed effervescente” alla quale una nota di cognac apporta una consistenza cremosa, ricordo del limoncello campano, che non va tuttavia a limitare il carattere frizzante del profumo; carattere che, ci racconta il profumiere, è in tutto e per tutto simile a “quando, strappando dal limone la sua buccia, spruzziamo per espressione il suo olio essenziale nell’aria“.

Si prosegue con il Fico nero di Sardegna che il suo autore definisce come “fruttato verde” e dove la dimensione verde omaggia gli ambienti incontaminati dell’isola del Mediterraneo. “L’odore che volevo tradurre in profumo era quella di un fico nero di Chia, così maturo che quasi si sfalda da solo tra le dita. Al tempo stesso volevo aggiungergli un aspetto solare, che ho pensato di cercare con un tocco di pesca e di latte di cocco“.

Il viaggio, infine, per adesso si ferma in Sicilia, regione a cui dedica Mandorla di Noto, un gourmand atipico che Andreoli ci dice essere, dei tre, il più complesso.”L’impressione che volevo ricreare è quella che si potrebbe avere entrando nel laboratorio di un pasticcere siciliano che stia preparando la pasta di mandorle. Per prima cosa le mandorle vanno tritate. Ho cercato di rappresentare la loro farina con un accordo poudré. Avvolgente, sì, ma non goloso e non dolce. Soffice e carezzevole come una polvere di mandorle”.
Abbiamo chiesto a Simone quale sia il rapporto tra queste tre fragranze e i suoi lavori precedenti. “È un capitolo a parte nella mia produzione di profumi – spiega Andreoli – destinato ad espandersi autonomamente, seguendo un percorso tutto suo e dedicato ad esaltare l’italianità. Per questa ragione ho voluto che Italian Heritage si distinguesse dai miei precedenti lavori non solo dal punto di vista del tratto compositivo, ma anche visibilmente, a partire dal packaging: ritroverete, infatti, il consueto flacone, però in una nuova colorazione che è un elegante punto di blu, impreziosito da dettagli dorati. E con l’occasione, anche il logo del marchio è stato appositamente ripensato”. Si tratta del disegno stilizzato del pennino di una stilografica che il giovane profumiere immagina già appoggiato a un foglio, pronto a vergare segni sulla carta. La nuova immagine è essenziale e pulita, conserva l’idea del lusso e, ovviamente, contiene il rimando imprescindibile al tema del diario di viaggio, chiave di lettura di tutto il lavoro di Simone Andreoli.
Facciamo infine un’ultima domanda ad Andreoli. Ci sembra di cogliere un lato estivo e mediterraneo, quasi “fresco” nella descrizione di queste fragranze. Saranno più “leggere” delle precedenti? “No. Il fatto che sia andato a cercare odori più prossimi a noi italiani, non vuol dire che abbia voluto rinunciare a dotarle di una certa consistenza! Quelle che troverete in profumeria saranno Eau de Parfum Intense con una concentrazione al 25%. Fragranze dall’impatto molto diretto e apparentemente semplice ma che rivelano grande personalità e struttura nel loro corpo”.
A questo punto non resta che salutare Simone e darci appuntamento con le sue fragranze in profumeria, a fine marzo. E naturalmente sulle pagine di Extrait dove cercheremo di raccontarvele con la passione che ci contraddistingue da sempre!
Concentrazione e formato Italian Heritage – Simone Andreoli Diario Olfattivo
Eau de Parfum Intense – 100 ml
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Amo Eterno, ho toccato il fondo (della bottiglia) di Moorea, la scorsa estate l’ho trascorsa con Don’t Ask Me, ho eletto Silenzio il “mio profumo signature”… Da fan di questo creatore non posso che accogliere con felicità l’arrivo di queste fragranze!!
Ciao a tutti! Posso scrivere “finalmente!!”? E’ ora che noi italiani torniamo a riscoprire le essenze di casa nostra! il bergamotto, la violetta, l’iris, il fiore d’arancio, le piante selvatiche della macchia mediterranea… Basta con l’oud e con tutte queste piramidi finto-orientali. La profumeria italiana è bellissima ma bisogna avere il naso educato all’eleganza per poterla apprezzare!
Buonasera Nora, quelli a cui dici “basta” li ritroverai tutti quanti a Esxence, stanne certa!
Più che bellissima la definirei “interessante”, ma solo negli ultimi anni, e lo si deve a un tizio che fa di cognome Gualtieri: il suo grande merito non è balck afghano ma l’aver aver aperto – nel suo caso, direi squarciato – un varco alternativo e sovversivo alla marea di marchi italiani dalla creatività stantia che puntavano a un pubblico borghese… i vari tonatto, carthusia, acqua di parma, acqua dell’elba, acqua di “qualsiasi luogo, tanto il pubblico s’accatta tutto”, dentro ci metto anche villoresi (che non ha mai osato veramente, nonostante la sua immensa competenza glielo consentisse). Oggi, se esistono case di profumi che sperimentano e lavorano su un’estetica che possiede contenuti culturali e percorre una strada anti-conformista, come Sorcinelli, Andreoli, Pregoni, Fusciuni, Alessandria, Sammarco, Homoelengans, è merito di Nasomatto.
Amen
The genius of smell, potresti sviluppare meglio il tuo pensiero? Non mi è molto chiaro il nesso di causalità che istituiresti tra il lavoro di Gualtieri – che comunque è italiano, sì, ma vive e opera in Olanda, sicché la sua “italianità” sarebbe quanto meno meticcia – e gli altri che hai citato. Considerando il fatto che stilisticamente (sia dal punto di vista olfattivo che d’immagine) mi sembrano piuttosto diversi da lui e tra loro. E considerando altresì che, invece, tra le sicure influenze che Gualtieri ha avuto, una delle più evidenti si è concretizzata nelle numerose imitazioni che proprio Black Afghano hanno preso come modello.
Che bello! Di questo marchio apprezzo l’indelebilità di alcune sue composizioni, i suoi sillage sempre corposi e ben assestati, fra tutti Camouflage. Anche quando si tratta di un brillante come L’Or la fragranza rimane presente molto di più di quello che ci si aspetterebbe da un profumo del genere. Aspetto con ansia di snasare il fico e la mandorla!
Ciao
Mah, a prima vista a me non sembra nulla di nuovo, un Blu Mediterraneo della nicchia, maa non voglio fermarmi alla prima impressione: cercherò la collezione dalle mie partii e solo dopo averla studiata esporrò le mie impressioni.
Ciao Augusto! Concedimi la domanda: se Acqua di Parma ha lanciato un profumo alla mandorla e al fico più di 10 anni fa, significa che nessuno può offrire una sua interpretazione di questi due ingredienti?
A presto,
Simona
Il fico sulla carta mi ha già conquistata! Dove li posso trovare?
Ciao Angelique, arriveranno tra poche settimane nelle profumerie concessionarie che compaiono a dx dell’articolo e nel nostro motore di ricerca, ma se nessuna di queste è vicina a te Simone Andreoli espone a Esxence 2019, se fai un salto li trovi lì. Dopo che ci hai messo il naso sopra, poi facci sapere cosa ne pensi.
A presto,
Simona
Ecco, te pareva, la solita dimenticanza. La profumeria italiana conta molte donne, tutte con uno stile non omologato. La lista non è molto lunga ma intanto ci sono loro e secondo me è importante citarle: Maria Candia Gentile, Angela Ciampagna, Francesca Bianchi, Francesca Dell’Oro, Gabriella Chieffo. Ciao!
Grazie Kiki Rouge! In effetti, era importante nominare anche loro e speriamo che le quote rosa prendano definitivamente il sopravvento!
A presto,
Simona
Odori , sapori l’essenza del bello