Isparta. La protagonista della nuova eau de parfum di Parfumerie Generale è una rosa orientale
Chi l’ha detto che per godere del profumo di una bella rosa bisogna attendere il mese di maggio? Parfumerie Generale sovverte le regole della natura e fa sbocciare la sua nuova rosa proprio in questi giorni, in pieno inverno.
Composta da Pierre Guillaume, è una rosa che arriva da lontano: legnosa, dolcemente speziata, accesa da resine incandescenti e si intitola Isparta.
L’opus n.26 della collezione Parfumerie Generale prende il nome dalla città turca famosa in tutto il mondo per la coltivazione di una rosa dall’aroma intenso, ricco e leggermente piccante, una varietà chiamata “la rosa estiva d’Isparta” che cresce in abbondanza nei giardini a terrazza sui pendii poco scoscesi dell’altopiano anatolico.
A Isparta, la rosa è regina e il suo profumo scandisce le giornate dei suoi abitanti, che raccolgono i suoi fiori prima del sorgere del sole, quando i petali sono ancora freschi e il profumo è più fragrante. Motore fragrante dell’economia turca, la coltivazione di questo fiore coinvolge circa dodicimila famiglie locali e la tradizione vuole che le donne, durante la raccolta, portino nei campi i bambini ancora addormentati, legandoseli sulla schiena. Si dice che non esista un bambino a Isparta che non sia cresciuto in mezzo alle rose. La capitale della rosa non poteva non conquistare l’immaginazione di Pierre Guillaume che dopo Brulure de Rose, ritorna a misurarsi con un tema difficile come Sua Maestà la Regina dei Fiori, spina nel fianco di tantissimi creatori.
Comporre un profumo originale su un’icona assoluta della profumeria, che non sia “all’acqua di rose” e non sembri un deja-vù ai nasi più attenti è un’impresa quasi impossibile, ma non per Guillaume che per questa nuova eau de parfum sceglie un’ambientazione chypre-orientale, e la sua rosa prima la fa arrossire con note di frutti rossi, poi la inebria con volute di resine bruciate e infine la stordisce con un potente accordo animalico.
Note Olfattive: Frutti Rossi, Rosa Estiva d’Isparta, Balsamo del Perù, Calamo, Patchouli, Incenso, Benzoino, Legno di Agar, Ambroxan, Muschio.
Isparta PG26 – Parfumerie Generale (Perfume Review)
Quando si parla di chypre sembra di evocare quelle fragranze leggendarie che hanno profumato gli inizi del XX secolo. Dai tempi del capolavoro di Coty, la famiglia chypre è cresciuta e ha dato alla luce nuove e interessanti rivisitazioni, perciò è sempre una bella sorpresa poter accogliere sulla pelle qualche goccia di questa classica alchimia olfattiva.
Isparta è un chypre-orientale e vista la mia insana passione per i profumi orientali, l’aspettativa è amplificata già dal nome che mi rimanda a scenari di lussureggianti giardini mediorientali degni del Serraglio di un grande Sultano.
La prima impressione è di una ondata frizzante e allo stesso tempo soave. La rosa si schiude immediatamente ed ammalia il naso, sospinta da note agrumate e da accordi succosi di frutta rossa. Coerentemente alla struttura dei chypre l’ouverture della fragranza è stuzzicante e brillante e fa presagire un cambiamento repentino.
Il fiore si libera del cotè fruttato e si apre ad un cuore zuccherino, sottile e aromatico che ricorda i dolcetti orientali ai datteri e acqua di rose. Affiorano le resine dolci: benzoino e squisito balsamo del Perù. Ma ben presto una coda erbacea si insinua, attenuando la soavità del cuore. Il calamo fragrante si scioglie tra i petali della rosa che però non scompare: risulta ancora evidente la sua nota leggera e femminile che viene lentamente avvolta da nuovi accordi molto intensi.
Legno e terra se la contendono. Il patchouli esce potentemente ad intrappolarne la corolla e a renderla vulnerabile alle straordinarie note muschiate che costituiscono il fondo. Il muschio e l’ambroxan alla fine si elevano opulenti a colorare la fragranza di toni molto profondi e polverosi e allo stesso tempo la scaldano illuminandola di sfumature dorate, mentre emerge un delizioso cotè di incenso e oud.
Il profumo si chiude con un fondo molto importante, ricco e complesso, perfetto esempio di chypre moderno. E sulla pelle la sensazione è quella di un olio balsamico, arricchito da note dolci e speziate, dall’ottima persistenza che per ore mi ha dato la sensazione di essere immersa in piacevoli e rasserenanti refoli di zefiri levantini.
E’ possibile catalogare Isparta nella categoria dei profumi solo femminili? Le sue note di fondo così morbide e rotonde rendono questa classificazione un po’ troppo ristretta. Non sono pochi gli uomini che potrebbero trovare interessante indossare qualche goccia di questa sensuale e speziata rosa orientale.
Perfume Review a cura di Gabriela Guidetti
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Adoro i suoi profumi, Aomassai è il mio preferito!!!
Ciao, mi pare di capire che la tenuta del n.26 è maggiore rispetto agli altri. Lo spero tanto, perchè quasi tutti i PG durano veramente un niente ed è un vero peccato, alcune fragranze sono davvero notevoli.
Sono d’accordo sulla persistenza lieve dei PG…
Io amo molto Indochine ma lo devo rinforzare più volte…Speriamo che questa rosa sia più potente e fascinosa di Brulure, rosa bella ma troppo timida e delicata
noooo…. di nuovo una rosa con l’oud, basta!!
Bellissima notizia!!! i profumi di Guillaume sono sempre un’incognita, non so mai come reagirà il mio naso… è un rapporto di amore e odio, alcune volte scatta la scintilla e scoppia il grande amore, altre in cui non mi ci ritrovo, li trovo terribili. sorry, non ho vie di mezzo… Dopo la delusione di Djhenne, confido in questa rosa,anche se non amo i chypre…
mmmhhh temo i frutti rossi in cima, se sono stucchevoli come in Brulure passo direttamente al prossimo. Resto convinta che questo naso dà il meglio di sé quando lavora i legni e le resine ma con i fiori invece non ci azzecca niente… ancora devo trovare un suo fiorito che mi piaccia.
Ho avuto la possibilità di sentire il nuovo P.G. ISPARTA – ha sicuramente più tenuta di molti profumi di Pierre. La nota iniziale di frutti rossi si perde quasi subito per evolversi in una rosa assolutamente non stucchevole con note di fondo di foglie di patchouly e legno di agar.un profumo della miglior tradizione di Pierre Guillaume direi adatto anche ad un pubblico maschile
I profumi di Pierre sono sempre un punto interrogativo. Una volta erogati senti delle note e dici: Cavolo che buono:) poi cambia e magari ti ricredi e poi ancora torni ad apprezzarlo. Diciamo che questa è la regola e l’evoluzione dei profumi artistici. Materie prime che cambiano e si evolvono per sparire e ritornare silenziosamente a farsi avanti. Questo è quello che per quanto mi riguarda è successo con Isparta.Io adoro questo profumo che inizialmente sembra gourmand ma poi rivela tutto il suo cuore chypre ed orientale. Un profumo caldo ed avvolgente sicuramente più serale da utilizzare senza pasimonia in questi giorni freddi. Personalmente però penso che lo indosserei ogni tanto anche in primavera ed in estate, una spruzzatina ogni tanto. Il sillage e la durata sulla pelle si notano davvero però ci sono altri profumi di PG che hanno lo stesso potere.
E’una bella rosa fruttata, morbida, rilassante, calda, gradevole…
Sulla mia pelle sento tanto i frutti rossi, forse Pierre doveva chiamare la fragranza in modo diverso, la rosa non è predominante come meriterebbe. Sicuramente un profumo che avrà successo fra le amanti dei fruttati freschi…Non è una rosa da innamoramento, per me, poco speziata, poco oudata, carina come un sorriso accennato….Mi ricorda un po’ Delices di Cartier..