Intervista esclusiva a Christopher Chong – Amouage (video)
Nata nel 1983 nel sultanato d’Oman, Amouage è oggi una realtà ben radicata nel contesto di origine per quanto concerne l’immagine e la poetica delle fragranze. Ma è anche un’azienda attenta alla realtà presente che ha affidato a un giovane direttore creativo, Christopher Chong, il compito di sviluppare nuove idee in sintonia con i valori della casa. Oltre all’apporto strettamente creativo Chong ha dato anche impulso alla comunicazione e alla promozione del marchio costruendo attorno ai suoi profumi vere e proprie mitologie.
Extrait ha avuto la possibilità di incontrarlo in esclusiva durante Fragranze n.7 dove, in veste di portavoce della casa omanita, ha presentato Epic Woman e Epic Man. Accogliente, disponibile e attento a ciò che gli altri hanno da dire, Chong sembra avere una vera e propria vocazione ad accorciare le distanze. Qualità presente anche nelle sue fragranze che, superando ogni barriera di lingua e nazionalità, hanno conquistato un pubblico di intenditori in ogni parte del mondo.
Qual è il primo profumo a cui si legano i suoi ricordi d’infanzia?
Chanel n.5, nella sua versione originale degli anni Sessanta, non la rielaborazione che viene proposta oggi. Fu la prima fragranza a far uso di molecole create dall’uomo oltre agli ingredienti naturali della profumeria classica, e questo la rese estremamente moderna.
Lei viene da Hong Kong e ha vissuto a New York e Londra, avrebbe mai pensato di tornare al passato, sulla via della seta?
È il viaggio che ho sempre voluto fare, dalla Cina fino a Damasco. Visto che ho coltivato a lungo questo sogno, spero solo che quando lo farò le mie aspettative non saranno deluse. Mi piacerebbe usare ogni mezzo di trasporto possibile: a piedi, sul cammello o anche in treno. C’è una nuova linea che collega Pechino con i luoghi più importanti dislocati lungo la via della seta. Mi interessa entrare in contatto con culture diverse e prendere ispirazione delle spezie e dai cibi che con i profumi hanno molto in comune.
Qual è esattamente il suo ruolo presso Amouage?
Sono il Direttore Creativo e il mio ruolo è quello di sovrintendere tutto il processo creativo a partire dall’idea fino al prodotto finito. Mi occupo poi di creare un’immagine visiva complementare al profumo e seguo gli aspetti legati al design. Elaboro l’idea, un tema da sviluppare, un breaf, sono coinvolto poi sul versante delle relazioni pubbliche e come portavoce di Amouage prendo parte alle presentazioni organizzate per la stampa internazionale. È un impegno a tempo pieno! La creazione di un profumo richiede 1 o 2 anni, la parte più lunga è sempre quella iniziale che riguarda la costruzione di una storia in grado di interagire con gli ingredienti che voglio usare. Non seguo le tendenze, ciò che “va per la maggiore”, o quello che gli altri fanno, scrivo le mie storie e scrivo i miei breaf che sono ispirati alla musica e specialmente all’Opera.
Sembra esserci una vena musicale nei vostri profumi. Guy Robert, autore della prima fragranza di Amouage, ha definito la sua creazione “a symphony”. Sappiamo che lei è un estimatore dell’Opera e ha una formazione di cantante, può quindi provare a dirci che cosa hanno in comune secondo lei i profumi e la musica?
Per me sono la stessa cosa. Nell’Opera canti con la voce, nelle fragranze con gli odori. E questa somiglianza si trasmette anche nel linguaggio: nella profumeria parliamo di composizioni, di note e poi di frequenze alte, medie e basse esattamente come avviene con le voci. Il processo creativo sia per i profumi che per la musica consiste nell’usare diversi ingredienti ottenendo un risultato che è superiore alla somma delle parti: una sinfonia.
All’interno di Amouage il mio ruolo è simile a quello di un Direttore d’orchestra.
A volte uso anche un linguaggio musicale per comunicare con i nasi con cui collaboro: “pianissimo”, “fortissimo”, “legato”… e il linguaggio internazionale della musica è l’italiano.
Chi sono i profumieri con cui collabora?
Ci sono molti nasi di talento che collaborano con Amouage, ma non voglio essere influenzato dalla loro identità. Quando invio un breaf alle case di Grasse e Parigi con cui lavoriamo chiedo, almeno all’inizio, di non comunicarmi i loro nomi. Spesso sono nasi famosi come Lucas Sieuzac e Bertrand Duchaufour che hanno realizzato Jubilation. Ho lavorato anche con un meraviglioso profumiere del sud della Francia, Daniel Morrel che si è occupato di Lyric Woman ed è uno dei nasi di Epic Woman. Riguardo a questo profumo, ho deciso che un solo naso non era sufficiente per realizzare la mia idea che ha degli aspetti molto complessi, così nel suo insieme il progetto ha richiesto il contributo di 3 persone oltre a me. Con Daniel Morrel sono entrato particolarmente in sintonia e ho imparato molto da lui.
In un progetto così grande come Amouage come riesce a mantenere la coerenza nella creazione e uno stile sempre così riconoscibile?
Bisogna premettere che oggi non esiste più l’originalità perché ogni anno escono moltissimi profumi e usano tutti gli stessi ingredienti. Io faccio del mio meglio per dare un’interpretazione, cercando di non farmi influenzare da ciò che fanno gli altri o da ciò che propone il mercato. Per me è molto importante il dialogo con le persone che acquistano i profumi ed è con loro che mi piace parlare, magari sorseggiando qualcosa da bere, durante gli incontri che organizziamo in tutto il mondo. In veste di portavoce di Amouage cerco un feedback dalle persone e ascolto quello che hanno da dire perché sono parte del processo. Quindi non seguo mai un trend ma ascolto gli altri e poi mi metto al lavoro su quello che intendo realizzare, creando la mia interpretazione. E fortunatamente le persone riconoscono la nostra identità e vedono ciò che ci distingue dalle altre case.
Pensa che il profumo sia un linguaggio universale, per lo meno nel nostro mondo globalizzato, o persistono differenze locali di cui tener conto?
I gusti non sono geografici, dipendono dalle persone. Voi siete appassionati di profumi e questo non dipende dalla vostra area di provenienza. Noi di Amouage ci rivolgiamo a un pubblico di appassionati ed esperti di fragranze e loro si rivolgono a noi perché conoscono l’integrità e l’onestà che sta dietro il nostro marchio. Sanno che non creiamo profumi in base alle tendenze in corso. Per esempio ho iniziato a creare Epic due anni fa con l’idea di proporre al pubblico il migliore oud disponibile sul mercato, senza preoccuparmi di ciò che sarebbe stato in voga al momento della sua presentazione al pubblico.
Per quanto riguarda la relazione tra gusti e provenienza geografica, posso dire che di recente sono stato ad Hong Kong per presentare le nuove fragranze. Prima di partire pensavo che gli orientali avrebbero voluto sentire qualcosa di leggero e marino, invece sono rimasto sorpreso di constatare che sono molto interessati alle nostre fragranze e che sono grandi appassionati di Dia, uno dei nostri profumi più intensi. Quindi sono convinto che dipenda tutto dalle persone più che dalla provenienza.
Lei ha studiato semiotica e conosce l’opera di Roland Barthes. Che influenza hanno lasciato questi studi su di lei?
Ho passato molti anni a studiare Barthes, Foucault, Derrida e sicuramente sono stato influenzato dal loro pensiero. Di Roland Barthes ho apprezzato l’idea di andare contro le tendenze e poi il suo concetto di “interpretazione”. Sono stato influenzato anche dalla sua analisi delle mitologie che stanno dietro ai prodotti di mercato. Il mito ha sempre un respiro universale perché è costruito su diversi piani di significato. E questo riguarda da vicino anche Amouage. Il nostro brand è legato all’Oman, al medioriente, alla zona del Golfo, eppure siamo un marchio internazionale. I flaconi dei nostri profumi femminili hanno un tappo a forma di cupola che si ispira alla Grande Moschea di Muscat in Oman. Ma chi non l’ha mai vista può dare la propria interpretazione ispirandosi al mondo che ha intorno. Tutto ciò permette alle persone di avere maggior potere, come diceva Barthes, e di andare oltre un significato definitivo. Quando incontro il pubblico trovo stimolante conoscere le diverse impressioni che le persone hanno avuto dei nostri profumi. Per questo seguo con interesse i blog e mi faccio sorprendere volentieri dalle interpretazioni di chi scrive.
I blog che seguo più di frequente sono Perfume Shrine, Now Smell This, The Scented Salamander, Perfume Smellin’ Things.
Vorrei aggiungere qualcos’altro a proposito di Roland Barthes perché nessuno mi aveva mai fatto questa domanda e in genere pochi lo conoscono. Credo che il suo approccio alla comunicazione sia estremamente attuale, in particolare il suo libro Miti d’oggi. Credo che se fosse ancora vivo farebbe un po’ quello che stiamo facendo noi: interagire con i blogger, usare Twitter (amo Twitter!), scrivere su Facebook (io sono su Facebook!). In una parola, fare comunicazione diretta.
Crede che il discorso intorno ai profumi, stimolato dalla grande popolarità dei blog e delle community, possa contribuire a far perdere la magia delle fragranze e distogliere il pubblico da un’esperienza diretta?
I profumi sono evocativi e portano a galla emozioni. Internet offre la possibilità di parlare e condividere queste sensazioni. Credo che abbia dato ai profumi una nuova dimensione. E devo anche aggiungere che la passione che mi trasmettono le persone mi dà energia. E come invitare tanti esperti di profumi nel mio salotto e passare il tempo a discorrere con loro. L’approccio di Amouage alla comunicazione è aperto, vogliamo stare in contatto con il mondo di Internet, vogliamo coinvolgere le persone. In fin dei conti noi facciamo i profumi per gli altri, non per noi stessi.
Quali sono i progetti futuri di Amouage?
Non so se i distributori mi permettono di diffondere queste informazioni! Comunque posso dire che continueremo sul versante della narrazione ma le storie saranno più complesse e avranno risvolti inattesi. All’inizio del prossimo anno ho in programma di lanciare una nuova collezione intitolata “The Library Collection”. Usciranno 3 fragranze con un diverso packaging. Non ci sarà più una distinzione di genere, quindi i profumi potranno essere indossati indifferentemente da donne e uomini. Si ispireranno alla grande arte dei profumi che si è sviluppata negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso.
Che cosa rende Amouage una casa di profumi di nicchia?
Citando ancora Roland Barthes, Amouage non segue le tendenze. Amouage non si interessa a ciò che fanno gli altri. Amouage crede nell’integrità e finché il pubblico apprezzerà i risultati continueremo in questa direzione garantendo la massima onestà nella scelta delle materie prime e facendo tesoro delle opinioni delle persone.
Si ringrazia Veronica Faruolo per la preziosa collaborazione.
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ho acquistato il profumo Amouage Jubilitiation XXV è semplicemente meraviglioso è un profumo che ti fa viaggiare nel tempo ed la sua profumazione ha contatto con la pelle ti inebria di tanti sogni irreali
non ho parole per descriverlo è una sensazione che tocca l’anima ed i sentimenti più profondi.
E’ meraviglioso.
Ho acquistato diverse fragranze di Amouage ma penso che DIA ed jubilation siano tra le più belle.
Quando mi spruzzo sull polso un goccio di profumo Dia la sensazione che mi offre è quella di un viaggio in un paradiso pieno di fiori con un cielo blu come il mare dove una persona dimentica tutto è dove ti dà la sensazione di una serenita interiore unica.
E’ una sensazione unica che giuro che non ho mai percepito in altre profumazioni di case tanto blasonate.
I miei complimenti vanno al suo creatore Mister. Cristofer – Chong.
Saluti Cordiali Giovanni
Grazie Giovanni,
la descrizione che hai fatto di DIA è molto bella! Benvenuto su Extrait!