Intervista a Vero Kern. Naso a naso con “una profumiera nata”
Qual è il sentiero sul quale la Profumeria Artistica si sta oggi inerpicando? È in salita, in discesa oppure procede su un terreno pianeggiante ma noioso? È davvero finita, come qualcuno sostiene?
La Profumeria Artistica è sempre esistita e sempre continuerà a esistere. Non temiamo di dirlo. Potranno cambiare nomi e definizioni ma la Grande Profumeria, circoscritta ad una élite, ha sempre trovato nella sua ristretta committenza chi fosse in grado di riconoscere e apprezzarne la Bellezza, suo humus ideale. Un tempo, facevano parte di questa élite re, imperatori, aristocratici, alta borghesia. Re e imperatori si sono ormai estinti, ma non l’alta borghesia e nemmeno gli esteti (forse pochi), coloro in grado di guardare la Bellezza negli occhi e saperle dare un nome. Lo stesso possiamo dire per i bravi profumieri. Ne esistono ancora.
Tra questi c’è lei, Vero Kern.
Basta avvicinarsi alle sue creazioni – Mito, Naja, Kiki, Onda, Rozy, Rubj – per capirlo. La corposità olfattiva di cui sono dotate le sue fragranze – tipica della profumeria d’antan, da lei tanto amata – è la sua cifra stilistica più evidente. Entrare in contatto con una sua creazione, ogni volta, è un’esperienza. All’istante, si avverte che il jus sprigionato nell’aria e dalla pelle dove è stato appena appoggiato (quando si tratta di un estratto) è ottenuto dalle migliori materie prime. Che però da sole, come la creatrice svizzera confessa in questa intervista, non bastano.
Nei suoi profumi c’è passato, presente e futuro. Tre tempi racchiusi in un unico flacone. Tre come le fasi dell’evoluzione della fragranza classica. Tre movimenti, quasi come quelli di una sonata. Ci deve essere qualcosa di sciamanico, ma nelle sue fragranze si percepisce tutto il know how di un mestiere antico e misterioso. Indossando un suo profumo, “balza all’olfatto” come per Vero Kern di misterioso non ci sia nulla. Nulla su come si debba costruire una splendida fragranza. Lei sa tutto al riguardo, rivelando l’animo e il gusto di un’artista e la mente di una scienziata, dotata di tèkne come lei è.
Arte e scienza: questo è il connubio perfetto. Sì, la Grande e Vera Profumeria è così, e Vero Kern ne è una meritevole rappresentante.
Il marchio da lei creato – Vero Profumo – è nato esattamente dieci anni fa, un anniversario importante. Nel porgerle i nostri migliori auguri, la incontriamo per sapere di più sul suo modo di concepire il mestiere di Naso.
Quest’anno ricorrono i primi 10 anni della creazione di Vero Profumo. Questo lo considera un traguardo importante oppure il tempo per Lei non conta? Come vede i suoi prossimi dieci anni, creativamente parlando, e in che modo si dispone verso il futuro?
Per me quest’anno rappresenta una pietra miliare. Sono molto fiera, felice e grata di quello che ho ottenuto finora. Non ho mai pensato che questa potesse essere la fase più creativa della mia vita. Da ragazza, avevo sempre voluto essere creativamente attiva. Ora sono arrivata dove avrei voluto essere allora, e lo sento assolutamente come una meraviglia e come un grande privilegio. Creare è assolutamente vitale per me!
Ho un’immaginazione “rifiorente” e sviluppo continuamente nuove idee. Alcune di queste idee vorrei che si realizzassero nei prossimi dieci anni. Ora sto lavorando su un progetto per il prossimo anno, ma non posso dire di più al momento. Informazioni su questo ne darò… magari più avanti.
Luca Turin nel libro “Perfumes: The Guide” la definisce “una profumiera nata“. Lei però ha avuto anche un training seguendo una formazione “vera”, che cosa ne pensa di questo apprezzamento nei suoi confronti?
Mi sento molto lusingata, ma sono anche convinta che oltre a tanto talento – per fare questa professione – hai bisogno di una formazione professionale completa. Sono contenta di tutti i vari corsi che ho fatto in questo settore, sia in aromaterapia o di altri sfociati poi nella profumeria. La creazione di profumi è una materia molto complessa e ci vuole tanta formazione e conoscenze professionali. Il self-teaching da solo non basta.
Nel suo sito dichiara: “I’m looking for originality, opulence and eroticism in scents”. Se penso a Naja, la sua ultima creazione, direi che questo sia stato raggiunto pienamente. Al tempo stesso mi sembra che Naja si discosti molto dai suoi lavori precedenti.
Sono sorpresa di quello che mi sta dicendo. Credo che i miei profumi abbiano tutti un DNA simile che ho sviluppato negli ultimi dieci anni. Questo DNA si chiama originalità, opulenza ed erotismo. Trovo queste caratteristiche in tutte le mie creazioni ed è anche ciò che li rende così singolarmente speciali e uniche. Lavorare con le fragranze è abbastanza difficile ma ancora più difficile è creare una fragranza originale. Il famoso Guy Robert dice nel suo libro “per diventare un buon profumiere, ci vogliono almeno dieci anni d’esperienza“. Forse ora ho finalmente l’esperienza necessaria per fare davvero buone composizioni.
Lei afferma di non seguire né mode né tendenze, però i profumi, malgrado tutto, sono figli della loro epoca; come riesce ad essere così “distaccata”? Ci sono Nasi che temono di lasciarsi condizionare da altre fragranze e non vanno in profumeria proprio per questo timore. Lei quale strategia adotta al riguardo?
Non seguo nessuna strategia. Ho il mio stile nel creare e comunicare. No, davvero non m’interessa ciò che è trendy, come ad esempio l’hype oud. Inoltre non mi interessano neanche le fragranze soliflore, o quello che il “mercato vuole“. Creo e realizzo esclusivamente un’idea astratta di fragranza, ed è divertente per me lavorare controcorrente e in modo anticonformista e “sovversivo”. Inoltre sto facendo l’amara esperienza di essere copiata spudoratamente e sfacciatamente…
Beh, capisco il suo risentimento però questo è sinonimo di celebrità! Significa che sta facendo davvero scuola!
Lei nasce come aroma-terapeuta ma poi si è occupata di estetica tout court, indirizzandosi verso la profumeria artistica con ottimi riscontri di critica. Qual è stato lo stimolo che l’ha spinta a cambiare direzione?
Non ho mai cambiato direzione, ho esteso semplicemente il campo, e questo mi distingue da tutti gli altri profumieri attuali in modo rilevante. Mi vedo soprattutto come una specialista olfattiva, il focus del mio lavoro infatti è l’olfatto. In aromaterapia cerco di curare o trattare con gli ingredienti chimici delle essenze.
Nella creazione del profumo cerco di “disegnare” qualcosa di nuovo con gli stessi ingredienti, insomma cerco di creare un profumo piacevole. Qui si tratta più dell’estetica e dello stile. Inoltre, ho lavorato su progetti per workshop olfattivi speciali e altri su interventi olfattivi artistici. Non posso troppo entrare nei dettagli qui, voglio però dire che il mio lavoro con i profumi è molto complesso e differente e non si limita soltanto alla creazione del profumo. Questa è una delle mie varie attività come specialista olfattiva. Sono conosciuta principalmente attraverso il mio lavoro di profumiere, ma solo perché è la parte del mio lavoro più visibile.
Lei, come altri Nasi, sostiene che la qualità degli ingredienti determina in parte la riuscita di un profumo. Come si orienta nella scelta di “buone” materie prime?
Naturalmente, la scelta delle materie prime è molto importante, ma non è tutto. Il mio obiettivo è quello di creare un profumo originale che stia bene sulla pelle e rimanga senza una dominanza troppo intensa. Questo richiede tanto tempo.
Per la qualità di un buon profumo, originale e autentico, ci vuole una buona scelta dei materiali, tanta ricerca e sperimentazione, molte prove, una buona dose di creatività e know-how.
Quali sono gli ingredienti con i quali si trova meglio a lavorare? Ci sono sostanze invece che proprio non impiegherebbe mai nelle sue creazioni?
Ogni profumiere ha le sue materie prime preferite, questo è assolutamente normale. Io lavoro sia con gli ingredienti naturali che con quelli di sintesi, scelgo una particolare sostanza per la sua originalità e per la mia idea di profumo. L’importante è che io sia completamente aperta sul “profilo odore” della sostanza scelta.
A che cosa pensa quando si accinge a creare una nuova fragranza? Ha in mente un utente particolare? Pensa al prodotto finito, alla suggestione che questo saprà evocare o a che cosa invece?
Penso solo all’idea che voglio raggiungere con questa fragranza. Sono completamente ossessionata da quest’idea, e durante la creazione perdo il senso del tempo e del luogo.
Esiste qualche Naso del quale Lei si sente “allieva”?
No, per me non c’è nessun maestro/maestra in questo senso.
Esiste una fragranza creata da altri a cui Lei è particolarmente affezionata?
Sono cresciuta con i capolavori della profumeria tradizionale francese. Ci sono stati e ci sono ancora profumi classici che mi affascinano e m’ispirano nel mio lavoro. Essi sono di una complessità e originalità unica, qualità purtroppo in gran parte disperse nella profumeria contemporanea.
Per molto tempo ho indossato Vol de Nuit di Guerlain, soprattutto nel periodo in cui lavoravo per Swissair e viaggiavo molto in tutto il mondo. Più tardi ho immortalato Vol de Nuit dipingendo un soffitto del mio appartamento come se fosse un cielo notturno.
Creatività e inventiva crescono con il passare del tempo e con il lavoro oppure si esauriscono? Come rinforza la sua vena creativa?
La creatività e l’ingegno crescono con l’esperienza di vita, la curiosità e la gioia di vivere!
Se dovesse raccontare che cosa rappresenta per Lei il profumo, cosa direbbe?
Il profumo è molto di più di un prodotto di lifestyle o un accessorio. I miei profumi sono concepiti come un’estensione e un’espressione della propria personalità. Stanno per un senso di stile, eleganza, erotismo e identità.
Non potremmo, certamente, essere più d’accordo con le parole di questa grande profumiera. Aggiungiamo solo che il profumo è qualcosa che va oltre ogni definizione, qualcosa che ti prende come una droga di cui però non si conosce l’antidoto.
Il profumo è ricordo, memoria, speranza. È il passato-presente-futuro tutto insieme. Il miracolo che qualcosa possa ritornare ed è quanto accade nel momento in cui la fragranza si sprigiona dal flacone: si rivive un preciso istante, senza saper spiegare davvero come ciò possa accadere. Ci sono essenze che, più di altre, hanno questa potere.
E allora prendete Mito, Naja, Kiki, Onda, Rozy, Rubj e prendetevi anche tutto il tempo per capirle. Ascoltatele, lasciatele respirare sulla vostra pelle, come si fa con un grande vino, e coglierete il talento di Vero Kern e quello che le nostre parole faticano a esprimere.
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