Intervista a Celine Ellena
Iniziamo il nuovo anno dedicando il primo post ad un naso femminile: Céline Ellena, in questa intervista realizzata da Nicolas Olczyk su Parfums, Tendances & Inspirations.
Nata da una famiglia di grandi profumieri, Céline Ellena non può tuttavia sottrarsi al ruolo di “figlia di…”. Con il passar degli anni, ha saputo imporre il suo stile, imprimendo ai profumi da lei creati una sensibilità e una freschezza molto limpida. La sua ultima innovazione non è un accordo profumato ma un blog nel quale maneggia abilmente la penna. Senza abbandonare il senso olfattivo, indaga sugli interrogativi del creatore e porta il suo sguardo, soggettivo ma pertinente, sul mondo profumato che lo circonda. Una buona idea che dovrebbe ispirare altri creatori.
N.O. Céline Ellena, da alcuni mesi, hai aggiunto una nuova corda al tuo arco: la scrittura. Hai creato “Chroniques Olfactives“, un blog di scrittura fine ed originale che sta ottenendo un certo successo, lo confermano i numerosi commenti che ottengono i tuoi articoli. Che cosa ti ha spinto a prendere in mano la penna?
C.E. Il desiderio della scrittura mi stimola da molto. Ho dovuto trovare la sfrontatezza di cominciare. Gli odori mi hanno offerto un pretesto, una forma di legittimità, a causa del mio mestiere e dei miei contatti quotidiani con le persone della mia professione. Un vasto argomento che affronto ogni giorno. In effetti amo parlare degli odori quotidianamente.
N.O. C’è anche da parte tua un aspetto pedagogico? Un desiderio di comunicare con gli appassionati del profumo su alcuni argomenti che non sono possibili da approfondire nella comunicazione istituzionale di un prodotto e nei punti vendita?
C.E. Senza dubbio. Il mondo degli odori resta un po’ misterioso, alcune volte un tabù o elitario. Il mio mestiere è per gran parte, ed il migliore probabilmente, un mezzo di osservazione, di immaginazione e di sensazioni. Gli odori ci ubriacano talvolta e talvolta ci fanno fare smorfie. In ogni caso non ci lasciano indifferenti, ma non troviamo sempre le parole per parlarne. Se posso fare passare il messaggio “abbandonatevi”, ne sarei incantata! Io sono quasi certa che faremmo dei profumi più vari, più sorprendenti e meno conformistici in futuro.
N.O. Quale è stato il tuo primo incontro con il profumo? E il primo profumo in assoluto che hai indossato?
C.E. Gli odori del giardino di mio nonno, profumiere a Grasse. Mi portava dovunque, tra i rovi talvolta, e mi faceva annusare le sue dita dopo che aveva stropicciato delle erbe, dei fiori, delle foglie. Mi spiegava gli odori della terra. Il mio primo profumo: “olive nere schiacciate + fiori di trifoglio + ranuncolo + foglie di menta” e lasciava delle tracce divertenti sulla mia pelle, un poco brunastre. No, più seriamente, direi: “Diorissimo” di Christian Dior e “Les Lilas du Trianon” un profumo dell’Artisan Parfumeur che non esiste più.
N.O. C’è una materia prima che ti affascina, a cui non riesci a resistere?
C.E. Finché ho la sensazione di non averle osservate e manipolate da cima a fondo, le materie prime, che siano naturali o sintetiche, mi affascinano. Soprattutto quelle che possiedono dei “difetti”, in opposizione ad una materia senza difetti. Vale a dire quelle che presentano degli angoli, delle ombre e delle luci. Quelle che sussurrano e quelle che urlano. Talvolta mi lascio prendere da alcune materie apparentemente troppo semplici come il hédione che mi lascia abbastanza indifferente. E poi mi rendo conto che in effetti, sotto un aspetto di topo grigio o di angelo evanescente, queste materie prime hanno un qualcosa da dire. Tutto dipende dal momento in cui le si utilizza. Come dice sempre mio padre, ed è la sola lezione che ho avuto veramente da lui: “non fare un piacere al tuo égo, fa piacere alla formula”. Una frase che ho già messo in pratica, credo.
N.O. Parlaci delle tue recenti creazioni, Sublime Balkiss e soprattutto Oriental Lounge di The Different Company?
C.E. Sublime Balkiss è un vero successo di The Different Company ed io ne sono incantata. È un chypre fruttato graziosamente lavorato, una formula semplice, dei prodotti semplici, senza “smancerie”. Mi sono divertita molto a crearlo ed a deviare l’immagine convenzionale del chypre, sostituendo l’accordo tradizionale muschio di quercia/evernyl con una grande quantità di foglie di violetta. Il muschio di quercia e la foglia di violetta hanno in comune una sfumatura umida/salata di humus caldo per l’uno e croccante per l’altro. In quanto ad Oriental Lounge, è un profumo ambrato che mancava alla collezione. Su una struttura classica, quasi accademica, rappresentativa della famiglia degli orientali, ho giocato con una sfumatura un poco cigolante, un effetto maschiaccio, un poco ribelle, contenuto in una materia prima naturale: l’essenza di caloupilé. Mi auguro che Oriental Lounge non sembri un profumo sdolcinato, sebbene sia ambrato e dolce.
N.O. Hai creato anche Cote d’Amour, un profumo bio, per L’Artisan Parfumeur. Riguardo i profumi bio, come si riesce a conciliare creatività piacere per il consumatore ed una palette di materie prime tutto sommato abbastanza limitata?
C.E. Occorre molto tempo e lavoro! E poi come al solito, non bisogna tener conto delle apparenze. L’essenza di mandarino può odorare di altro se lo si associa ad un’altra essenza. Bisogna cercare delle sfumature differenti. Fare parlare le materie sotto un’altra tonalità. E soprattutto prendersi tutto il tempo di comunicare come abbiamo fatto con Pamela Roberts e Marie Le Guern di L’Artisan Parfumeur. Non esitando a dire “siamo ad un punto morto, si ricomincia”. Pamela mi ha dato piena fiducia e la ringrazio ancora oggi. Tuttavia il bio resta un esercizio restrittivo su cui non sento il desiderio di sperimentare. Preferisco largamente la profumeria moderna e non tornare al diciottesimo secolo.
N.O. Cosa pensi delle recenti novità? Ci sono dei profumi lanciati nel 2009 per cui hai perso la testa.
C.E. Vedo sempre più testimonial e sempre meno profumi di carattere. Quando indossate un profumo in quel preciso istante vi appiccicate addosso il viso di una diva celebre ed il profumo di lei passo in secondo piano. Fortunatamente il pubblico mi sembra sempre più curioso, attento ed esigente. Abbiamo dei migliori anni davanti a noi, lo spero.
N.O. Tu sei apprezzata e sempre più conosciuta dagli amanti dei bei profumi. L’esperienza del profumo su misura ti tenta?
C.E. Assolutamente no. Apprezzo innanzitutto come molti autori, di essere letta, vista, sentita, ascoltata da più persone possibili, in tutta modestia.
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ciao ragazzi ottima intervista e grazie per averla tradotta (il francese non lo parlo) tra l’altro non conoscevo nemmeno il blog originale e l’ho aggiunto trai preferiti, grazie.