Il senso di una fine (Julian Barnes) incontra Tirrenico (Profumi del Forte)
Dal diario del maître parfumeur
«Cammino lungo la spiaggia del Forte e mi siedo. Annuso. Odore di mare. Ciottoli bagnati dalle onde, sabbia… Annuso ed annoto mentalmente. Svettano le Apuane alle mie spalle, brillanti di marmi. Sono sospeso in un paesaggio quasi irreale. Rifletto. Inizierò con le note marine: odore di alga e del sale rimasto sulle mie mani. Continuerò con le erbe selvatiche delle dune, con un tocco di agrumi dei meravigliosi e curatissimi giardini del Forte. Un po’ di arancio amaro: ne arricchirò il cuore con il gelsomino, il profumo che, camminando, a tratti mi inebria. Aggiungerò le fragranze del sole: le buone creme dell’estate, la frutta fresca che si consuma in spiaggia per combattere l’arsura, legni bagnati… e tanto tempo»
Devo ammettere che il mare mi affascina sempre. Il susseguirsi delle onde, regolari eppure sempre diverse nel loro avvicinarsi alla rena, sono una musica che calma o inquieta, ma che suscita in noi un’attrazione notevole. Sono un ricordo, una memoria antica che non sappiamo afferrare, ma che risveglia sentimenti profondi. L’odore intenso dell’acqua salata e quello del sale che lentamente si secca al sole. Il mare che porta tesori abbandonati, pezzi di legni fradici, alghe lucide, conchiglie, piccoli granchi svuotati.
L’odore delle lozioni solari spalmate con gesti rapidi e in dosi massicce su bambini iperattivi. La pelle scaldata dal sole che crea un profumo intenso di umanità si fonde con l’odore calmo del mare e diventa Estate. Il mare custode di vacanze in famiglia che si affastellano l’una sull’altra, anno dopo anno, come le sdraio a Settembre, quando devono esser riposte in attesa della stagione successiva.
E poi l’odore intenso della sabbia umida del bagnasciuga, dei piedi che sprofondano nelle passeggiate solitarie alla ricerca dei propri pensieri lontani. L’odore della terra ferma che arriva fin qui, dei frutti maturi che addentati scivolano in succo sul mento, l’odore dei fiori sbocciati saturi di nettare, odore di mediterraneo, di storia antica che sempre si ripete e che non è mai uguale a sé stessa.
Miriadi di immagini che riportano al mare, miriadi di ricordi, di sensazioni che non si vorrebbero dimenticare. La dimenticanza è un male della vita, una necessità a volte, per renderci il presente meno difficile. Il mare è proprio questo: metafora del tempo e della memoria. Il tempo è quanto di più incomprensibile per noi. Può esaurirsi nella scansione essenziale e netta fatta di secondi, minuti, ore, anni? Ha sempre lo stesso ritmo, o questo è condizionato dai nostri stati d’animo? E cos’è la memoria? L’esatta immagine di ciò che abbiamo vissuto o lo scrigno entro il quale custodiamo il tempo vissuto?
Si apre con questi interrogativi “Il senso di una fine” di Julian Barnes.
“Quel che si finisce per ricordare non sempre corrisponde a ciò di cui siamo stati testimoni” Tony, il protagonista del libro, lo sa bene quando, ormai adulto nella sua vita placida, si ritrova obbligato ad un viaggio a ritroso nei suoi anni giovanili.
È un viaggio nel tempo e nella memoria, quello di Tony, duro come il chiedersi “La mia esistenza si era sviluppata, o solo accumulata?”, proprio quando l’esistenza sembrava ormai saldamente ancorata ad un ritmo senza scosse.
Eppure il tempo segue un disegno che spesso ci sfugge e così i piani saltano, le previsioni si rivelano errate e le memorie ritornano feroci come sferzate di tempesta.
«Per anni tiriamo avanti con gli stessi espedienti, gli stessi fatti, le stesse emozioni. […] I fatti confermano i sentimenti – rancore, il senso di un torto subito, sollievo – e viceversa. […] Ma che succede quando, seppure molto tardi, i nostri sentimenti riguardo a fatti e persone del passato remoto cambiano?»
Il tempo non fa sconti, non concede, ma riporta, come il mare, ogni relitto che la mente tenta di cancellare. Ci impone, così come ha fatto con Tony, di fare i conti con noi stessi e con la vita. Ed è un bene, anche se può far male.
Non è facile fermare l’odore del mare, così come non è facile fermare il tempo. Ma Tirrenico di Profumi del Forte ci è riuscito. Ha fermato l’odore del mare e dell’immensa vita che grazie ad esso esiste, l’odore del tempo e del ricordo.
È un profumo capace di riportarci il mare, i ricordi lontani, il presente da guardare con lucidità, senza sconti, come il tempo.
Tirrenico non maschera il mare per rendercelo più tollerabile, ma ce lo dona per quello che è: l’immagine potente della vita che è fatta di miriadi di istanti che possiamo decidere di accumulare o vivere, a seconda di quanto coraggio abbiamo.
Tirrenico è la memoria olfattiva del tempo e del mare che sempre si muove, che cambia senza mai smettere di essere se stesso, crudele come il passato che ritorna chiedendoci onestà, poetico e consolatorio quando finalmente abbiamo fatto pace con lui.
Ho letto “Il senso di una fine” indossando Tirrenico ed è stato come entrare nel profondo mare che ognuno di noi si porta dentro. Forse potreste provare anche voi.
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Articolo magnifico…Parole che descrivono l’ ESSENZA delle donne e degli uomini di mare..
Bellissimo…Sarà che questo profumo possa in qualche modo lenire l’ astinenza e la saudade per il mare..?!
*__*
in effetti, io che soffro spesso di “astinenza” da mare, ho trovato in questo profumo un certo conforto….Grazie per i complimenti!
Adoro questo profumo!
è un profumo da sentire e risentire, assolutamente.
articolo splendido, come sempre….!
alla fine la scelta del mio “mare” è stata un’altra ma Tirrenico – di cui ho posseduto 4 ml intensi- non l’ho mai dimenticato
Grazie Sara! Tirrenico è un mare che non si dimentica, hai proprio ragione!
Bellissimo articolo! Profumato di fresco :)
Grazie Ciocco! Ti consiglio di sentire il profumo (magari leggendoti il libro, se non l’hai già fatto) è davvero una notevole sorpresa!
fantastico. il mare. profondo, come questo articolo!
Chi lo ama, il mare, chi lo odia, ma non lascia mai indifferenti.
Per chi come me, arriva dal mare, leggere certe parole è semplicemente rinfrancante, parole che sanno di salsedine, di risvegli all’alba al suono della risacca. Complimenti Anna.
Grazie Filippo!
Alcune persone il mare se lo portano dentro a qualsiasi latitudine si trovino…ed è una meraviglia!
che buono.. lo indosso oggi e davvero è un mix di note fresche e calde che si fondono e creano il profumo del mare. Legnoso come piace a me, ma con note di finocchio e note iodate che davvero ricordano il profumo del bagnasciuga o della pineta fronte mare. Per me che negli ultimi tempi poco tollero i fiori è davvero una bella scoperta questo flower free….