Il profumo tra le gambe. Quando un tabù diventa fragranza
I profumi infrangono i tabù, rivendicano diritti e assecondano il business con sperimentazioni provocatorie e trasgressive. Supportati dalla cosmetica e dalla medicina estetica che si occupano anche della femminilità. In ogni sua parte.
L’attrice Gwyneth Paltrow l’ha considerato un manifesto “punk-femminista”, la cantante Erykah Badu ha detto che l’ha fatto per «omaggiare il suo superpotere». Entrambe hanno reso onore alla loro, diciamo, intimità, portando alla ribalta una nuova categoria di profumi, i cosiddetti V Parfum.

La Paltrow ha creato una candela che riprende l’odore della sua vagina che è diventata l’oggetto del desiderio dei feticisti: è andata sold out in diciotto ore nel suo sito Goop, mentre Badu ha presentato una linea di incensi ispirati alla sua parte più intima, anche questo lancio è stato un record di vendite senza precedenti. «Ho raccolto un po’ di mutandine che ho indossato e avevo messo da parte, le ho tagliate a pezzetti e le ho bruciate», ha raccontato la cantante. «Anche la cenere ne fa parte».
Così è nato Badu’s Pussy, venduto nello shop on line di abbigliamento, accessori e marchandising Badu World Market. Insomma, dopo anni di celebrazione di attributi maschili, è arrivato il momento dell’organo femminile e dei suoi magici sentori. «Le ragazze crescono sentendosi in imbarazzo riguardo a questa parte del corpo», ha detto alla stampa la famosa interprete di Sliding Doors. «Ho pensato che sarebbe stato bello se qualcuno avesse avuto il fegato di fare una candela che “profuma come la mia vagina”». Anche la teoria della dating coach Shan Boodran si concentra sulle secrezioni vaginali. Secondo l’autrice del libro The Game of Desire, i fluidi intimi sono ricchi di feromoni e per questa loro caratteristica esercitano un forte richiamo sessuale sul maschio. Boodran si spinge oltre, consigliando alle donne, quando vogliono sentirsi seducenti e desiderate, di intingere le dita nella propria “love potion” e applicarla come fosse un vero e proprio profumo.

Una sorta di emancipazione femminile, dunque. «Sarebbe sicuramente ben accetta», commenta Angelo Orazio Pregoni, artista e creatore di O’Driù e BePolar, da sempre visionario e dissacratore. «In epoca di movimento #MeToo e di ribellione contro le molestie sessuale ai danni delle donne, ogni tipo di rivendicazione è lecita. Il problema è che rischia di essere autoreferenziale e di esaurirsi in fretta, come spesso succede per i fenomeni che vengono alla ribalta con molto clamore e poi spariscono nel nulla».
Pregoni fa riferimento al movimento dei punk che aveva avuto il suo boom a cavallo degli anni 70-80 in Inghilterra e poi era sciolto come neve al sole, lasciando ben poca traccia. «Se il profumo d’ispirazione intima portasse innovazione e cambiamento nel mondo olfattivo, sarebbe positivo, ma temo che, dopo un po’ di chiasso, si tornerà alla tradizione», continua il versatile performer. «Gli odori sono legati all’habitat culturale e sociale: l’incenso ha un’impronta sacrale, la vaniglia riporta al dolce, il pesce è percepito sgradevole». Anche se il naso trasforma.
«Il sentore del latte si riconosce dai suoi batteri», prosegue Angelo Orazio Pregoni. «All’inizio è delicato, rievoca l’immagine materna, poi si intensifica, quando il latte diventa burro, panna, formaggio, fino al gorgonzola, che è acuto e per alcuni puzzolente; anche gli odori corporali provengono dal latte, purché molto accentuati». Ambito, quello del corpo e del suo odore, che l’artista visionario conosce bene: più di sei anni ha creato Peety, un bouquet che ha fatto scalpore perché si “personalizzava” con qualche goccia della propria urina per muoversi fuori dalle coordinate del perbenismo e degli status symbol.

Ancora prima nel 2012 il creatore di O’Driù aveva promosso una performance in cui poneva al centro dell’azione la natura dell’uomo nella sua complessa e sfaccettata intimità. Un uomo e una donna si spogliavano e consegnavano a Pregoni per un trattamento olfattivo gli indumenti intimi, che li “contaminava” con profumi e odori, ritualizzandoli con gesti sciamanici come fossero oggetti sacri. L’artista poi restituiva la biancheria ai modelli che l’offrivano all’olfatto del pubblico. Un’interazione tra la materia umana, il genio artistico e il fenomeno olfattivo, che sicuramente ha lasciato un segno.
Ma le creazioni a impronta “corporale” non finiscono qui: da quasi un decennio Petite Mort (Parfum d’une femme) racconta, in termini olfattivi, l’orgasmo femminile, mentre Secretions Magnifiques di Etat Libre d’Orange da anni ha rotto ogni tabù racchiudendo in un flacone l’odore di sperma, sudore e saliva, con tanto di logo goliardico a ispirazione fallica.

In altre parole, niente di nuovo sotto il sole, se si pensa che la oramai celebre candela della Paltrow ha una struttura molto tradizionale: geranio, bergamotto, assoluta di legno di cedro con rosa damascena e semi di ambretta. Poco verosimile con l’odore vaginale naturale: secondo uno studio scientifico americano eseguito su novanta campioni di secrezioni vaginali di dieci donne il sentore è composto da oltre duemila effluenti odoriferi ai quali sono stati assegnati trentaquattro odori caratteristici, a loro volta suddivisi in tre categorie: neutra, spiacevole e piacevole. Insomma, non proprio semplicissimo ricreare in laboratorio una “firma olfattiva” simile, senza contare la variabilità dei fattori ormonali e batterici.
Il marketing “intimo” ha contagiato anche la cosmetica: si parla di V-Beauty come una delle branchie più interessanti del settore, dal momento che è rivolta soprattutto a un target over quaranta-quarantacinque anni, di ottima disponibilità economica.
Appartengono alla Vaginal Skincare tutti quei trattamenti cosmetici che replicano in versione intima la beauty routine quotidiana. Dalla linea danese The Perfect V che punta su un illuminante, all’italianissima Ayay, creata dal marchio di lingerie Yamamay che propone una crema sbiancante e un siero effetto lifting. Fino a Two Lips, brand deluxe di Singapore che ha lanciato Activated Charcoal Mask, la prima maschera ad azione levigante e detox e Lady Suite Beauty, con sede in California: il suo prodotto-cult è un olio botanico per il ringiovanimento delle zone intime. Anche la medicina estetica è in pole position con biostimolazioni, peeling e laser tonificanti. Per essere in forma anche dove non batte il sole.
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