Il Patchouli. L’ingrediente leggendario
Seducente aroma ipnotico associato all’idea di libertà. Racchiude nelle foglie il vigore dei legni e il fascino del vintage.
In Medio Oriente, i commercianti di seta avevano l’usanza di avvolgere scialli e preziosi tessuti in pacchi contenenti le foglie di patchouli allo scopo di respingere gli insetti e proteggerli dalle tarme. La sua popolarità esplose in America e in Europa alla fine degli anni ’60, quando nacque la corrente hippie e il movimento pacifista. La sua scia narcotica sottomise una intera generazione che credeva nell’amore libero e vedeva nell’Oriente la terra promessa. Divenne in poco tempo il manifesto aromatico della rivoluzione sessuale, il sentore hippie per eccellenza. Oltre a bruciarlo sotto forma di incenso per profumare l’ambiente e creare un’atmosfera meditativa, i “figli dei fiori” lo indossavano nella versione in olio, ritenendolo un afrodisiaco, un eccitante capace di stimolare e risvegliare l’energia sessuale.
Hippie: “Mmmmmmm, mm, mmm, mmmm. Is that sex I smell?” (Urban Dictionary)
Dagli anni ’70 in poi la sua popolarità non conobbe declino, diventando per moltissimi anni la colonna olfattiva dei party più trasgressivi dell’industria del Cinema e della Musica. Il suo sentore dark-bohémienne ha conquistato anche una cover, quella di Madonna: la cantante nel 1989 fece confezionare il disco Like a Praier impregnando la copertina con olio essenziale di patchouli. Oggi, questo ingrediente è presente almeno in un terzo dei profumi maschili.
Il termine patchouli nasce dalla antica parola patchai ellai, che significa “verde foglia“. L’origine del nome indica la patria di questa erba, che deriva dalla lingua parlata dalle popolazioni del subcontinente indiano.
In botanica, conosciuto come Pogostemon patchouly, appartiene alla famiglia delle Labiate, la stessa famiglia della menta con la quale potrebbe essere confusa. E’ un piccolo arbusto esotico originario del sud est asiatico. Attualmente è coltivato soprattutto in India Occidentale, Malesia e Paraguay, predilige climi caldi e terreni ricchi d’acqua.
Può raggiungere un’altezza di circa 80 cm, presenta piccoli fiori bianco rosati riuniti in infiorescenze allungate. Le foglie, opposte, verdi, con apice acuto, risultano grandi ed ovate, morbide e vellutate al tatto e sono loro le protagoniste dell’odore caratteristico.
L’olio essenziale, ottenuto dalla distillazione in corrente di vapore delle foglie essiccate all’aria e in parte fermentate, è di colore bruno dall’odore penetrante e persistente. Il profilo olfattivo dipende fortemente dalle tecniche di coltivazione, il tempo del raccolto, il processo di essiccazione e distillazione.
La qualità finale, tuttavia, è condizionata anche dalla capacità del produttore, che controlla il livello della fermentazione utilizzando il proprio naso. Solo un piccolo numero di distillerie è specializzata nella produzione di questo estratto di grande raffinatezza, che trova il suo impiego in haute parfumerie. Due o tre volte l’anno si raccolgono le foglie e si fanno seccare per l’esportazione e la distillazione dell’olio all’estero, quello ottenuto dalle foglie importate in Europa ha una qualità inferiore dell’80%.
L’essenza è costituita da sostanze chimiche poco o nulla odorose, i sesquiterpeni, e da piccole percentuali di aldeidi e di eugenolo. E’ nota l’essenza deterpenata, ricavata attraverso il processo di distillazione frazionata che permette l’eliminazione in questo caso dei terpeni. Il risultato finale sarà un olio molto più stabile e genererà meno problemi di alterazione, il cosiddetto Cœur de Patchouly, dall’odore più tondo, più fine.
Una delle più belle caratteristiche di quest’essenza è che migliora con l’invecchiamento: si esaltano le note calde, si arrotondano e diventano più vellutate le note di “terra” del vero patchouli.
Nella piramide olfattiva rientra nella famiglia boisé o legnosa ed è definita “nota di fondo”. E’ molto popolare in miscele, in particolare i muschi floreali legnosi, come nota a sé stante o insieme al vetiver.
Diffonde un odore canforato, terroso e legnoso nei seguenti profumi:
Patchouli Nosy Be (Perris Monte Carlo): sorprende per la sua unicità olfattiva. Questa particolare varietà di patchouli – originaria del Madagascar – si fonde alla perfezione con una rara qualità di schinus molle (pepe rosa), dando vita a una composizione secca, legnosa e speziata. Patchoulissime (Keiko Mecheri): foglie di patchouli e petali di rosa e gelsomino si adagiano dolcemente su un fondo enigmatico di sandalo, ambra grigia e lacrime di benzoino, dando vita a una composizione insolita, audace e misteriosa. Borneo 1834 (Serge Lutens): un patchouli ombroso, terroso, a tratti pungente, esaltato da canfora, spezie e cacao amaro. Non lascia trasparire alcuna dolcezza, mostrandosi ruvido come una pietra grezza, ancora da smussare.
Monsieur (Editions de Parfums – Frederic Malle): il patchouli declinato nella sua forma più pura e pregiata. Il sovradosaggio di questa affascinante materia prima – unitamente al nome della fragranza – sprigiona l’essenza del fascino maschile. Patchouli Intense (Molinard): il carattere dichiaratamente orientale di Patchouli Intense si fonde alla perfezione con note gourmand quali torrone, vaniglia e fava tonka, che conferiscono all’insieme calore e ammaliante dolcezza. Real Patchouly (Bois 1920): un patchouli rétro, dalla allure sofisticata e sensuale, conferita dalle sfumature legnose di sandalo indiano e cedro del Texas, mentre la dolcezza finale di ambra e vaniglia sublima l’accordo boisé, sigillando l’insieme. Mitti (Arte Profumi): terra scura, umida e fragrante. Il patchouli di Sumatra si rivela protagonista assoluto in questo accordo avvolgente, sposandosi alla perfezione con la dolcezza inebriante di labdano e note liquorose. Brutus (Orto Parisi): incorniciato da piacevoli note aromatiche, il patchouli di Brutus si mostra fresco, pungente e indomabile. Un accordo complesso, volutamente primitivo, che veste la pelle di fascino e sensualità. Patchouli Nobile (Nobile 1942): agrumi e spezie aprono il cammino, per poi indicare un piccolo sentiero avvolto dai fumi dell’incenso. Il patchouli si scopre terroso e avvolgente, abbracciato da note ambrate, legno di sandalo e muschio di quercia.
Descrizioni fragranze: Marina Donato
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Se c’è una nota che non sopporto quella è il patchouli. Ovviamento dopo l’oud. L’unico patchouli che non mi provoca nausea è patchouli intrigante di PG. Il peggiore è quello di Etro. Puzza, non profuma
Perfettamente daccordo. Il patchouli puzza assai, l’ oud pure
Ciao Louise, ti consiglio quello di Madame De Nicolai, ha una copertura caramellata che lo addolcisce molto, è così piacevole e delizioso da non sembrare un patchouli!
La vostra selezione è molto bella, ma avrei inserito anche Montale e Laboratorio Olfattivo che sono due profumi a tema di tutto rispetto.
Salve a tutti, la più bella interpretazione di questa essenza è dentro Borneo, per me il resto può scomparire…
Il patchouli? Va bene solo se preso a piccolissime dosi e mai se si deve stare per molto tempo in spazi chiusi. Odio quelli che ne abusano. Ho un collega che ne ha fatto la sua firma, secondo me ci si fa il bagno la mattina… ogni volta che sosta nella mia stanza c’ho un odore di sugo andato a male che permane per ore e non va via neanche se tengo le finestre aperte. Lui si è assuefatto, io no!
Adoro il patchouli in Angel EDP. Fragranza unica.
Io avrei citato anche il Patchouli di Lorenzo Villoresi e quello di Floris. Due interpretazioni molto raffinate.
assolutamente d’accordo…quello di Villoresi è fantastico…l’unico che assomiglia all’olio che si trovava in piccole bottiglie nei mercatini negl’anni 70… lo uso da sempre e mi capita spesso che qualcuno mi chieda che profumo uso e dove si può acquistare… È il Mio profumo!!!
Pienamente d’accordo, quello di Villoresi e un Must, uguale all’olio nella bottiglietta. Non arriva nessuno a lui.
Salve sono un amante del Patchouly che usavo negli anni 70 come olio era molto buono nn lo piu’ ritrovato volevo sapere se si trova ancora in circolazione Grazie
In Amazon e’ facile reperire olio indonesiano per pochi euro come Indonesian pachouli e poi decidere se usarlo come olio o diluirlo con l’alcohol per farne profumo.
NEGLI ANNI 70 IL PACHOULI EMANAVA UN INTRIGANTE ODORE DI MUFFA, VORREI SAPERE SE ANCORA ESISTE QUESTA FRAGRANZA IN COMMERCIO.
Ciao Giovanni, prova con il patchouli di Lorenzo Villoresi: non odora di muffa ma chi ama questo ingrediente lo considera il ritratto più fedele della sua versione anni ’70.
A presto, Simona
Da quando uso e lavoro con gli oli essenziali, ho riscoperto Patchouli…annusato dalla bottiglietta quasi fastidioso, poi messo nel diffusore in casa o due gocce sul corpo è meraviglioso!! Pura essenza di Patchouli, senza chimica aggiunta, sublime
Per me Il migliore è Les Nereides Patchuli Antique.
Ciao Giulia, la nostra selezione non è esaustiva (sarebbe impossibile citare tutte le fragranze più belle composte attorno a questo ingrediente). Riguardo al patch che citi, non sei la sola a pensarla così. Les Nereides è un marchio molto sottovalutato mentre invece ha bellissime creazioni all’interno della sua collezione!
Grazie e a presto!
Cerco patchouli che negli anni 70 compravo. La bottiglietta era di colore nero col tappo rosso gradirei una foto.
Lorenzo Villoresi, sempre e comunque.
Buonasera, il patchouli è veramente misterioso, ha qualcosa che attrae e allo stesso tempo respinge, ma comunque davvero affascinante e alla fine non si può farne a meno. Io ho provato quello di Profumum Roma perché avevo letto che aveva una nota davvero decisa di Patchouly, effettivamente è così, voi cosa ne pensate? Ho anche Patchouly nobile ed è molto elegante secondo me. Grazie mille
Alessandra
Ciao Alessandra, se ami i patchouli decisi, devi assolutamente testare il patchouli “senza mezze misure” di Villoresi: un capolavoro che toglie il respiro!