Il Mughetto, fiore innocente dall’aroma candido
I rotondi sonagli dei bocciuoli
ancora son serrati e compatti,
ma le corolle schiude il sole
alle campanule di primavera.
Dalla natura fasciato con cura,
in verde foglia avviluppato,
cresce il fiore nella vergine selva,
fresco, fragile, fragrante.
Langue il bosco a primavera,
donando al fiore amaro,
tutto il suo profumo,
la sua felice malinconia.
(Samuil Marsak, poeta russo)
Nessun fiore esprime meglio le virtù di purezza e umiltà del mughetto. Un candore quasi rilassante, che cresce nei boschi umidi, ombreggiati e nascosti, come se volesse evitare il contatto con il mondo. Il mughetto appartiene alla famiglia delle liliaecæ e cresce spontaneo nei boschi delle Prealpi. Il nome botanico è convallaria majalis, derivante il primo dal latino lilium convallicum, “giglio delle convalli”, a sottolineare la sua natura selvatica, mentre il secondo significa “di maggio” perché è proprio in questo mese che fiorisce. Il nome italiano proviene dalla parola francese muguet, da noix musquette, per via del suo profumo intenso quasi muschiato.
Fiore che annuncia la fine dell’inverno, la mitologia nordica lo dedica alla dea della primavera Ostara che ne annuncia la fioritura, mentre è protagonista nella saga di Frithjof con Ingeborg che, piangendo il suo eroe, orna la sua tomba di candidi e soffici mughetti. Anche in Francia rappresenta il fiore di primavera per eccellenza, infatti il primo di maggio si usa appuntarlo all’occhiello della giacca o regalarlo a mazzetti per festeggiare l’arrivo della bella stagione. Secondo una leggenda cristiana i primi mughetti sarebbero nati dalle lacrime della Madonna sparse ai piedi della croce, questa è la ragione per cui il loro colore verginale rappresenta la purezza. La pianta si propaga per rizoma e forma due sole foglie lisce, ovali-lanceolate, dalle quali spuntano i fiori che appena sbocciati sono verdi, ma subito dopo acquistano un candore e un profumo divino.
Nel passato, la concreta di mughetto veniva prodotta mediante la tecnica dell’enfleurage e il prodotto finale assumeva una connotazione narcotica, coinvolgente e sensuale dalla quale sono state isolate parecchie molecole olfattive quali: alcol benzilico, i quattro isomeri del farnesolo – precisamente (E,E) (Z,E) (E,Z) (Z,Z) – derivati del citronellolo, aldeidi cicliche e aromatiche. La difficoltà di estrazione dell’essenza dalla pianta, e il fatto che il fiore coltivato abbia un profumo d’intensità minore rispetto al mughetto spontaneo, ha spostato l’industria profumiera sull’utilizzo quasi esclusivo di molecole sintetiche molto più tenaci, le più note si chiamano Muguet Aldehyde 50® dal sentore verde e fiorito, Melafleur® dalla lieve nota ozone e sottofondo fruttato, Lyral® dall’aroma delicato e soave, Helional® dagli accenti freschi e naturali, oltre a Florhydral®, Lilial®, Canthoxal® e Cyclamen Aldehyde.
Anticamente il mughetto era utilizzato anche come pianta medicamentosa in quanto contenente glucosidi attivi cardiotonici come la convallatossina, che ha un forte potere di riduzione dei battiti cardiaci, ma dato l’indice terapeutico molto basso – difficoltà di graduare la posologia a livello soggettivo – il suo impiego farmacologico è stato abbandonato da molto tempo.
Recenti studi scientifici hanno dimostrato il ruolo fondamentale del profumo di mughetto sulla fecondazione umana; gli spermatozooi dei mammiferi sono cellule in grado di variare la propria motilità in base alle sostanze chimiche presenti nello spazio circostante, fenomeno che comunemente è definito chemiotassi. Sono stati individuati recettori olfattivi (hOR 17-4) nelle cellule seminali che sono attivate in modo significativo dal bourgeonal, fragranza utilizzata in profumeria per imitare il fiore. Controprova di questo comportamento è il fatto che siano invece completamente inattivati dall’undecanale, dal sentore fresco e verde, per il quale il recettore presenta un antagonismo totale.
La pura sobrietà del fiore è custodita nelle seguenti composizioni:
Aqua Universalis di Maison Francis Kurkdjian, una sferzata di energia data dalla mescolanza di agrumi come bergamotto, limone di Sicilia e arancio dolce che si combina soavemente con un dolce mughetto e accordi legnosi-muschiati; Iperborea di Lorenzo Villoresi, un’intensa vibrazione bucolica di fiori di mughetto, ciclamino, magnolia e mimosa insieme a note verdi e citrate in equilibrio con frutti e legni di sottofondo; Le Muguet di Annick Goutal, un’associazione contrastante di note ambrate e fiorite con aspre bacche rosse; Lily di Comme des Garçons – Series 1 Leaves, un bouquet estremamente fiorito di fresie, mughetti, rose e lillà; Inflorescence di Byredo, tutti i sentori della primavera racchiusi in un flacone: dal miele alle fresche e ricche note floreali di fresia rosa, magnolia e gelsomino; Honour Woman di Amouage, particolare la piramide presentata da Amouage che amalgama sapientemente note speziate con rabarbaro, un tenero cuore di boccioli di gardenia, tuberosa e mughetto e una base orientale di opoponax, incenso, vetiver e cuoio; Muguet du Bonheur di Caron, raffinato ed elegante il profumo sboccia in un cuore di fiori d’arancio, gelsomino, tintura di rosa e magnolia con leggero sentore di bergamotto e neroli, concludendo con legno di sandalo, muschi e eliotropo; Diorissimo di Dior, un must della profumeria che rappresenta una fresca mattina primaverile con un bouquet di fiori bianchi composto con mughetto, gelsomino e ylang-ylang; Lily of the Valley di Penhaligon’s, la natura in un concerto tutto al femminile: nitidi sovracuti di bergamotto e limone si uniscono a chiare note di geranio con pacate, profonde note da mezzo soprano di legno di sandalo e muschio quercino; Mughetto di Santa Maria Novella, un solifleur ricco e avvolgente che mette in risalto tutta la sensuale innocenza del mughetto.
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A questa lista aggiungerei Ombre D’Or Jean Charles Brosseau, un fioritissimo romanticissimo tripudio mughetto/ylang-ylang/rosa…Il bouquet di una giovane sposa di maggio, sognatrice e radiosa…Dopo qualche anno di matrimonio, alla stessa sposa piacerà il mughetto accennato e abbracciato alle altre note sensuali e speziate in Hypnotic Poison Dior (da me sempre amato…Sempre bello…Una mia certezza)
Adoro questo fiore, ne sono diventata maniaca dopo aver sentito un fondo residuo di Diorissimo vintage appartenuto a mia nonna. Un incanto!
Più il mio naso si affina e più me ne innamoro e mi piace questo amore che cresce piano piano con il tempo…amo la sua nota pulita, femminile e sempre misurata, mai mai volgare, decisa senza essere pesante, sottile ma non evanescente. Il più bel mughetto è quello di Villoresi
ciao, interessante articolo, ti sei dimenticato l’idrossicitronellale quale molecole sintetica che riproduce l ‘odore del mughetto.
Ciao Alberto, hai perfettamente ragione ma la lista non pretendeva assolutamente di essere esaustiva. Ti ringrazio per la puntualizzazione e continua a leggere i nostri articoli sulle materie prime.