Il fascino dei legni detta legge alla Milano Perfume Week 2017
In occasione di Esxence 2017, molte materie prime hanno combattuto aspre battaglie per contendersi il primato dell’originalità e dell’appeal. Accanto agli accostamenti floreali più soavi, alle scorze e alle polpe provenienti da ogni parte del mondo, materie prime solitamente poco invitanti durante il periodo primaverile/estivo, come le note legnose, sono state protagoniste indiscusse di neonate creazioni che nulla hanno da invidiare ai freschi agrumati e ai romantici fioriti.
Sono connotati da aromi canforati, terrosi, a volte umidi, fumé, boscosi. Sanno essere rudi, ma anche suadenti, misteriosi, mistici e sensuali. Difficile dimenticare chi indossa un profumo in cui la nota dominante sia il sandalo, il cedro, il patchouli: potrebbe forse non incontrare un apprezzamento universale, ma sicuramente non passerà inosservato specie da chi apprezza la lieve scabrosità della famiglia dei Legnosi. Alla kermesse milanese si sono presentati sapientemente alleggeriti nelle sfaccettature mascoline, resi trasparenti e luminosi da accoppiamenti esperidati, illuminati da lavande, gelsomini e rose, manifestando la loro versatilità anche nelle composizioni per la bella stagione.
Jean-Francois Cabos, fondatore della Maison francese Atelier Flou, sostiene che la creazione di un profumo avviene dopo una lunga gestazione di idee e che da un’associazione di materie nobili prende vita un’emozione. La nuova creazione presentata a Esxence 2017 è Hora Fugit, un jus dall’attitudine maschile, dove le note floreali hanno dato mandato di partecipazione solamente alla sobria lavanda. Riprendendo il motto che ancora si può leggere sulle meridiane, in Hora Fugit il vetiver è ben percepibile, pur contendendosi la supremazia con il maestoso cedro e il morbido sandalo. Il carattere prettamente legnoso ne viene appena ammorbidito da una lacrima di benzoino nelle note di fondo e da un accordo cuoio delicato, quasi sottotraccia. Pur esibendo note olfattive corpose, si tratta di un jus fresco e disinvolto, che diventa con il tempo leggero e piacevole come l’acquerello che descrive la piramide della fragranza, dove una piccola imbarcazione fa piccolo cabotaggio sulle acque placide di una costa dall’aspetto molto midì.
Tra le novità presentate a Esxence 2017, si è fatto notare per la sua scia sottile e asciutta Hinoki del brand giapponese Miya Shinma. La piramide è incentrata sulla nota del legno di cipresso giapponese (Chamaecyparis obtusa), detto anche hinoki, legno pregiatissimo in oriente dove viene utilizzato nella costruzione delle case tradizionali giapponesi. Preziose come il legno di hinoki, le note del profumo si sviluppano leggere, in un “mariage des bois et des agrumes”, lievi eppure sorprendentemente persistenti. La pregiata essenza, che nella tradizione del Sol Levante assicura pace e serenità, si incontra con l’aroma acidulo del mandarino nelle note di testa, che subito si inchinano al re della foresta, con il sentore umido della dolcezza luminosa di rugiada mattutina. Già presente nella collezione Miya Shinma, per la primavera 2017 Hinoki viene presentato nell’edizione limitata Kimono, avvolto come un dono prezioso in un fazzoletto di seta secondo l’arte del furoshiki in voga in Giappone.
Una envie boisé è quella che ha guidato Celine Verleure a realizzare Woody Mood. Bertrand Duchaufour, creatore del nuovo profumo Olfactive Studio, ha voluto dargli un tratto distintivo più orientale-speziato, che semplicemente boisé. Infatti, dopo aver aspirato le prime note fresche di bergamotto, salvia sclarea e zenzero, le narici si scaldano con lo zafferano, per poi innamorarsi del nardo himalaiano, te nero, incenso e legno di sequoia. Il patchouli, lo storace e un accordo cuoio chiudono in cornice il fotogramma odoroso, mentre il cacao posto nel fondo regala una nota calda all’austera piramide di Woody Mood. Il flacone, dal tappo nero come le “spalle”, riprende le consuete linee squadrate dagli angoli stondati e si colora di un elegante color zafferano. Decisamente suggestiva è la fotografia applicata sulla scatola, che ritrae una figura femminile mentre si addentra in un bosco, in cui la luce filtra soffusa tra i tronchi di alberi altissimi.
Primo violino della nuova sinfonia composta per Jovoy, il vetiver impronta tutto lo sviluppo di Incident Diplomatique. “Superbo e provocante”, così viene definito dalla stessa Maison. Indubbiamentre audace e autoritario, il vetiver veste i panni di un monsieur cui non si può dire di no. Nelle due varietà, Haiti e Giava, esercita la sua giurisdizione in tutta la fragranza, dove non vi sono presenze floreali, che si fregia solo di un guizzo di mandarino, si cosparge di un tocco di noce moscata vagheggiando dimensioni speziate, giacendo poi in un trionfo di sensualità con il patchouli e il legno di sandalo.
Laurent Mazzone, carismatico direttore creativo di LM Parfums, svela una sensibilità inusuale nella lavorazione di una materia prima incredibilmente potente, canforata, penetrante: il patchouli. Legata agli anni della contestazione giovanile, il patchouli ha trovato molte remore nel suo utilizzo come nota principe ma, in collaborazione con il Naso Jerome Epinette, il creatore di Grenoble ha saputo renderlo aggraziato, balsamico e quasi femmineo nella fragranza datata 2011 Patchouli Boheme, oggi riproposta nel nuovo e svettante flacone a forma di parallelepipedo. Nell’apertura si affacciano note legnose e di geranio, cui subito fa seguito il patchouli, che sembra non smentire il suo istinto prevaricatore. L’incontro con il tabacco, il balsamo del Tolù e la fava tonka ne affievolisce l’ardore, rendendo Patchouli Boheme un insieme molto morbido, setoso ma insolente. Secondo Laurent Mazzone, il patchouli in questo profumo semina confusione e mistero. La spirale in cui l’incauto utilizzatore avvolge la sua persona è come un gioco di ombre e di luce, che obnubila e ammalia. Nel fondo il cuoio, che ben si armonizza con l’espressione asciutta dei profumi legnosi, avvolge la piramide in una morbidezza ovattata.
Abile prestigiatore di molecole, a Milano Geza Schön ha lanciato i nuovissimi Escentric 04 e Molecule 04. Incentrati entrambi sul Javanol®, si differenziano per la complessità della composizione. Molecola che reinterpreta il sandalo con sfumature erbacee e floreali, in Escentric 04 accentua la leggera indole amarognola, simile alla buccia di pompelmo, in associazione con tocchi di pepe rosa. Geza vi aggiunge il ginepro, per sottolinearne la freschezza, mentre alla fine si diverte a smorzarla in modo “trasgressivo” con le foglie di marijuana. In Molecules 04, il Javanol® è invece utilizzato da solo: spruzzato sulla mouillette è inesistente, mentre sulla pelle il liquido si posa in modo introverso. Con il passare dei minuti, scaldato e rianimato dal ph della pelle, emerge un sandalo molto definito, metallico, futuristico. Custoditi nei flaconi minimali che contraddistinguono la collezione Escentric Molecules, la coppia 04 porta serigrafato il nome dell’eau de parfum nei colori avana e rosso per Escentric 04 e nei toni sobri del beige per Molecules 04.
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Mi piace molto l’idea che anche in una giornata di piena primavera i legni accompagnino le nostre giornate , del resto anche in pieno inverno regalo a chi mi passa accanto note ozonate come la schiuma di un’onda che si infrange su uno scoglio, per me amare la produmeria artistica significa appunto non sembrare sempre giusta e banale ,grazie per il bellissimo articolo
Cara Paola, grazie per i tuoi complimenti! Hai colto perfettamente il messaggio: non solamente fiori, quindi, per una primavera incipiente contraddistinta da un’iconografia botticelliana, ma anche radici amarognole, linfa trasparente, legni asciutti e foglie verdissime.
L’importante è considerare queste fragranze come ambasciatrici di una parte di sé, indipendentemente dalla stagione. Un caro saluto.