China White (Nasomatto) incontra Il danno (Josephine Hart)
“C’è un paesaggio interiore, una geografia dell’anima; ne cerchiamo gli elementi per tutta la vita. Chi è tanto fortunato da incontrarlo, scivola come l’acqua sopra un sasso, fino ai suoi fluidi contorni, ed è a casa. Alcuni lo trovano nel luogo di nascita; altri possono andarsene, bruciati, da una città di mare, e scoprirsi ristorati nel deserto. Ci sono quelli nati in campagne collinose che si sentono veramente a loro agio solo nell’intensa e indaffarata solitudine della città. Per qualcuno è la ricerca dell’impronta di un altro; un figlio o una madre, un nonno o un fratello, un innamorato, un marito, una moglie o un nemico. Possiamo vivere la nostra vita nella gioia o nell’infelicità, baciati dal successo o insoddisfatti, amati o no, senza mai sentirci raggelare dalla sorpresa di un riconoscimento, senza patire mai lo strazio del ferro ritorto che si sfila dalla nostra anima, e trovare finalmente il nostro posto.”
Comincia così “Il danno” di Josephine Hart.
C’è un senso e una direzione per ogni vita, ogni persona a questo mondo cerca la propria via sempre. Ma una via, per definizione, deve portare da qualche parte. Ecco perché c’è anche un senso, una meta da raggiungere. Viviamo seguendo un naturale principio di benessere, assetati d’amore percorriamo instancabili le mille strade che, ci pare, possano condurre là dove risiede la nostra meta.
Il danno è un libro sull’amore, checché se ne possa dire, nelle sue forme più essenziali.
L’amore che fa nascere, o rinascere, e l’amore che distrugge. Di cosa siamo stati capaci, ognuno di noi, per amore!
Non intendo solo le follie d’amore, ma anche gli inganni, a noi stessi prima che ad altri, le illusioni per trovare ostinati nell’altro, la nostra meta, quand’anche essa sapevamo non esser lì. Cosa ci porta a credere d’essere innamorati? Come si fa a esserne certi? Io me lo chiedo spesso. E non trovo risposta, mai.
Le farfalle nello stomaco, il cuore che batte, i pensieri confusi proiettati solo in un’unica direzione, la direzione del nostro amore. Queste espressioni colorano l’immaginario di ogni persona, che attende l’amore, che lo vive o lo ha vissuto. Ma mai, possiamo dire con assoluta certezza quali siano i segni di una meta raggiunta. E’ il destino umano, quello dell’incertezza, come umana condizione entro la quale non è impossibile trovare la felicità.
L’amore è felicità, anche quando è difficile. Improvvisamente si entra in scena, calpestando per la prima volta il palco della propria vita. Così si è sentito il protagonista del libro, così ci sentiamo noi ogni volta che l’ardente entusiasmo, la passione incontrollabile ci investe come un profumo scomposto di fiori.
Non sappiamo se la meta è quella giusta, ma in effetti, forse poco importa, forse l’amore è proprio la via che percorriamo perché ci pare l’unica strada, l’unica che abbia un senso e una direzione. Una via piena di colori che non avevamo mai notato, di ossigeno che pare rinfrancarci più dell’ossigeno finora respirato, come se respirassimo di nuovo dopo un’apnea durata troppo a lungo.
Odori saturi che si scompongono in miriadi di molecole dentro di noi, nutrendoci di nuovi sapori, di emozioni insperate e tanto desiderate. Chi di noi può dirsi più vivo, così vivo!, come quando è percorso dall’amore?
Com’era perfetta la vita di Stephen Fleming!
“Era una vita beata. Era una bella vita. Ma di chi era quella vita?”
Se lo domanda, Stephen, osservando la sua vita di mezz’età, agiata, perfetta, perfettamente condotta entro i limiti solidi della società borghese. Tutto bello, ricco, buono. Osserva il quadro della sua vita, le proporzioni esatte, equilibrate, i colori che conducono l’occhio nella direzione che conviene tenere, nulla è fuori posto, il messaggio solido, quasi palpabile, di serena tranquillità. Una meraviglia che calza addosso come un abito di ottima sartoria.
Ma di chi è quest’abito? Di chi la vita?
Ed è proprio quando sei pronto a vedere con occhi attenti che si insinua nella quotidianità l’impeto della vita.
Anna Burton, con i suoi misteri, le sue crudeli fragilità, la sua disarmante, umana sensualità irrompe nella vita ordinata di Stephen come il profumo della natura da una finestra spalancata. Investe, coglie, divora Anna, la vita agiata, le sicurezze, il futuro di Stephen, lo distrugge riportandolo alla vita, quella vita in realtà mai vissuta.
Non è anche questo l’amore? Un terremoto nel quale desideriamo frantumarci, il turbinio di emozioni strazianti, quanto intense che spazzano i pensieri, stordendo il nostro senso della realtà, amplificando i sensi fino a farci scoprire il mondo attorno a noi, come fossimo appena nati.
Ci sono persone che ci trapassano succhiandoci come un fiore maturo, lasciandoci esausti e appagati nella nostra carcassa bianca. Finiti, ma vivi! In questo senso l’amore genera e distrugge.
Ma sempre, che sia amore vero, illusione, tradimento, che sia amore che costruisce o che lacera, sempre percorriamo caparbi la via che porta alla meta. Non possiamo farne a meno, dipendiamo dall’amore, dalla sua ricerca. Siamo fragili senza amore, siamo disarmati quando lo abbiamo tra le mani.
Ha l’odore dei fiori sbocciati Il Danno.
L’odore di fiori aperti, maturi, gonfi di polline, caldi di sole e decomposizione. Quell’odore denso che ci assale, ma che non possiamo smettere di ricercare. Un odore che ci attrae, ma che non riusciamo a comprendere. Chi può definire la ricerca dell’amore? Chi ha parole per descrivere il proprio luogo naturale, la meta del proprio cammino?
Alcuni odori non hanno bisogno di essere riconosciuti affinché il nostro animo se ne appropri. China White è così.
Ci sono fiori, certo, ma che altro? Eppure si lega a noi scuotendo i sensi e risvegliandoci come una folata d’amore. Lo cerchiamo e nel contempo cerchiamo di allontanarci, ma non possiamo farne a meno. C’è qualcosa che ci lega al suo lato oscuro, così perfettamente fuso con il suo contrappunto luminoso ed etereo. Così umano, troppo umano!
Il danno, per me, è China White di Nasomatto.
Ritrovi negli odori la stessa indefinibile complessità, il guizzo fugace di una molecola forse riconosciuta che subito svanisce per divenire altro, e ancora, ancora, mai appagati alla ricerca di un senso. Ma quale senso? E perché?
Il senso non è forse la ricerca? Non importa la destinazione, ciò che importa è l’emozione che ci spinge inevitabilmente ad andare verso una direzione. La direzione di un sentimento che spazza via le nostre impalcature, che ci lascia a terra come un mucchietto di carne avvizzita o che ci porta in alto come un volo di petali leggeri.
Io non so cosa o come sia l’amore. Non so cosa contenga China White di Nasomatto. Non so nemmeno se Il danno sia un libro bellissimo.
Ma so che una grande passione può muovere gli uomini verso direzioni impensate, che ci sono odori che non capiamo ma che ugualmente ricerchiamo e nemmeno sappiamo perché, so che ogni amore vale la pena di essere percorso se ci dà l’ebbrezza della vita, se ci risveglia dal torpore della convenienza. Perché so che non c’è nulla di più devastante e necessario quanto il sentirsi pienamente vivi, anche solo per pochi istanti.
“Quando sarai andato via […] me ne starò distesa in questa stanza a sognare tutte le mie vite. Sono felice. Solo, non riesco a crederlo. Sono felice. Non sono mai stata felice, mai, da quando ero bambina. Ora invece lo sono. E’ una sensazione straordinaria. Tu sei stato felice?”
China White Nasomatto
Extrait de Parfum, 30 ml
Il Danno
Josephine Hart
Ed. Feltrinelli
Nel 1992, dal romanzo Il danno di Josephine Hart è stato realizzato l’omonimo film, interpretato da Jeremy Irons e Juliette Binoche, con la regia di Louis Malle.
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Brava Anna, emozionante come al solito!
Anna, nessuno riesce a leggere i profumi come fai tu. I miei più sinceri complimenti!
Grazie per i complimenti! L’amore è un argomento interessante e complesso…proprio come China White. Non trovate?
Qualche volta l’amore può essere amaro, perfino malsano. Siamo così abituati ad idealizzarlo che crediamo che sia tutto come in un romanzo Harmony e invece non è così… Sei stata superlativa nello scegliere China White, l’antitesi del romanticismo tutto rose e fiori, per parlare d’amore!