Il cuore oscuro di Encre Noire (Lalique) seduce Macbeth (Justin Kurzel)
La variegata superficie dell’universo cinematografico è popolata da racconti e gesta di fulgidi eroi sempre buoni e sempre senza macchia eppure, sotto la sua patina adamantina, ama alla follia antagonisti indomabilmente malvagi, personalità intricate in guerra perenne con il mondo, schiavi e carnefici di sentimenti riprovevoli. Dall’Hannibal Lecter de Il Silenzio degli Innocenti al Frank Costello di Jack Nicholson (The Departed – Il bene e il male) questi personaggi, non privi di una certa dose di temerarietà e mefistofelica intelligenza, provocano repulsione e, allo stesso tempo, riescono comunque ad affascinare un vasto numero di spettatori.
E se il villain, l’antagonista del bene, esiste fin dall’inizio della civiltà, nessuna figura di celluloide è mai riuscita a catturare così perfettamente la sua complessa tensione emotiva come Il Macbeth di William Shakespeare. La fulminea ascesa e la tragica caduta del valoroso generale dell’esercito scozzese, soggiogato e poi vinto dalla sua stessa brama di potere, ha ispirato registi come Orson Welles e Akira Kurosawa ed ancora oggi è attuale per la lucida metafora di ciò che l’uomo è in grado di fare in nome dell’ambizione.
Nel 2015 Il Macbeth, diretto da Justin Kurzel, si è riappropriato del grande schermo per essere ben rappresentato dalle magnifiche capacità attoriali dell’affascinante Michael Fassbender, in coppia con una magnetica e stupefacente Marion Cotillard nei panni di Lady Macbeth, suscitando ancora una volta una tempesta di emozioni, terrore, ammirazione, biasimo e malinconica umanità.
La pellicola, filologicamente aderente al testo shakespeariano, non ha solo il merito di riportare in auge la tragedia di un uomo accecato dalla sua stessa disumanità ma pone maggior accento sulla diabolica figura femminile, degna consorte e complice delle più ambigue e atroci sfumature morali del re tiranno. L’attrice francese, premio Oscar per La Vie en Rose, mette in luce la personalità volitiva, i tumulti segreti e le passioni corvine di una donna che non vive certo all’ombra del marito, il cui stretto e torbido legame si rispecchia nelle livide e cinerine brume che colorano, come macchie di inchiostro, la natura selvaggia e fatale della Scozia, catturandone la segreta essenza.
Questo cortocircuito alchemico, questo profondo e insaziabile ordito di potere e di fascino caliginoso si cela e allo stesso tempo risplende, in chiaroscuro, nel vetro opaco di Encre Noire, che evoca il calamaio disegnato da René Jules Lalique nel 1913. Nessun altro profumo potrebbe raffigurare meglio il fascino invincibile di una coppia en noir che si muove trasportata da sentimenti antichi e assai moderni, il seducente richiamo del dominio, la fredda bellezza in versi di una delle più intense tragedie del Bardo.
Encre Noire di Lalique, creazione del Naso Nathalie Lorson, si presenta come un bouquet compatto di frutti opachi nascosti nelle profondità terrene, di lampi intermittenti di verde accesa, tutta la potenza boschiva dei legni e una morbidezza inaspettata.
L’eau de toilette sorprende e avvolge Macbeth nelle nebbie mattutine della brughiera con l’aromatica nota iniziale di legno di cipresso, albero sacro agli dei degli inferi e simbolo di vita eterna, custode delle profezie che le tre streghe riveleranno al futuro re scozzese. Il cipresso possiede l’impronta balsamica delle conifere ma senza eccessi medicinali, donando alla fragranza il suo primo strato arborescente. I subitanei e dichiarati trionfi del valoroso condottiero, già macchiatosi di sanguinose nefandezze, a dispetto del nome hanno i colori squillanti e luminosi di due qualità di vetiver, l’Haiti e il Bourbon, che caratterizzano l’inconfondibile grafia chimica dell’intera composizione, amplificando all’infinito la sua intrinseca energia.
Il vetiver di Haiti, chiamato in lingua Tamil Vettiveru – radice aerea – possiede caratteristici echi olfattivi di terra umida, brillanti riflessi erbacei e sentori di legni antichi dal lieve effetto smoky, lasciando sulla pelle una piacevole sensazione di velluto verde. Le sue vibranti sonorità si fanno più dense e impenetrabili come una fitta foresta con il predominio del vetiver Bourbon, dalle sfumature di torba e la sensazione tattile di nuvole cariche di pioggia elettrica. La smania infinita di potere ha l’odore e la consistenza di una notte senza stelle, e il destino inesorabilmente segnato della coppia concede paradossali seduzioni. I toni si fanno più intimi e carezzevoli con la sottile presenza di muschi, dalla consistenza di polvere rosa, e la poetica visione del legno di cashmere, quel sentore delicato e persistente di legni biondi che offre un drydown oltre le iniziali aspettative, carezzevole come una pregiata pashmina.
Nobiltà d’animo e follia, magnificenza e distruzione: Macbeth è l’ipnotica immersione del domino e la seduzione del male, è il racconto di uno sconsiderato temerario e la sua sventurata Signora, è la dolorosa accettazione della vacuità della propria ambizione, letale come la sua fragrante e irresistibile scia. Encre Noire di Lalique: il profumo intenso e oscuro del potere non è mai stato così seducente.
Macbeth
Regia di Justin Kurzel (Regno Unito, Francia, Stati Uniti – 2015)
Con: Michael Fassbender e Marion Cotillard
Encre Noire – Lalique (2006)
Eau de Toilette, 100 ml
Note di testa: legno di cipresso
Note di cuore: vetiver di Haiti, vetiver Bourbon
Note di fondo: muschio, legno di cashmere
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