Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve (J.Jonasson) incontra Esvedra (Laboratorio Olfattivo)
“Di certo Allan Karlsson avrebbe potuto pensarci prima e, magari, comunicare agli interessati la sua decisione. In effetti non aveva mai riflettuto troppo sulle cose. Ecco perché quell’idea non ebbe neanche il tempo di fissarsi nella sua testa che già aveva aperto la finestra della stanza al pianterreno della casa di riposo di Malmkoping, nel Sormland, per poi sgusciare fuori e atterrare nell’aiuola sottostante.
La manovra richiedeva un certo fegato, dal momento che Allan compiva cent’anni proprio quel giorno. Solo un’ora dopo nella sala comune della casa di riposo avrebbero avuto inizio i festeggiamenti. Sarebbe stato presente persino il segretario comunale. E l’inviata del giornale locale. E tutti gli ospiti dell’ospizio. E tutto il personale, capitanato dalla ringhiosa e arcigna infermiera Alice.
Soltanto il festeggiato non aveva la benché minima intenzione di partecipare.”
Mai sottovalutare le persone tranquille! Un caro neo centenario può rivelarsi un simpatico folle e senza paura e ci può trascinare in un turbinio di rocambolesche avventure, con buona pace per le tranquille strade già battute!
Ci sono persone che hanno la straordinaria capacità di vivere la vita senza perdere lo spirito curioso dell’infanzia, che sanno lanciarsi in improbabili esperienze con la stessa tranquillità che noi metteremmo nell’andare a fare la spesa.
Forse è per questo che Allan Karlsson non solo arriva a cent’anni, dopo una vita decisamente fuori dagli schemi, ma decide anche, non senza ragione, di disertare senz’indugio la celebrazione per il suo compleanno organizzata dalla casa di riposo nella quale si trova.
Leggendo il romanzo di Jonas Jonasson, “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”, successo editoriale con milioni di copie vendute in tutto il mondo, ci si chiede come mai un personaggio così sia finito in una casa di riposo a nascondere, invano, bottiglie di acquavite.
Certo, avventurandosi tra le pagine, scopriamo che la vita di Allan era destinata all’eccezionalità e, quindi, perché non finire in una casa di riposo, anche solo per poco… giusto il tempo di decidere che è stancante trovare sempre nuovi nascondigli per l’acquavite, che è umiliante essere trattati come un uomo sul finire dei giorni e che quella Alice proprio non c’è speranza di vederla sorridere!
E così, con la consapevolezza che tutto è possibile se lo si può pensare, Allan decide che è giunto il momento di levare le tende e, poiché non sarebbe carino uscire per la stessa porta dalla quale stanno entrando gli invitati, la finestra sembra proprio un’ottima alternativa; così, ciabatte e portafoglio, trascurando il corpo lento e decisamente fuori allenamento, il nostro arzillo protagonista prende la strada della prossima avventura della sua vita.
Il romanzo di Jonasson, da leggere tutto d’un fiato, ci racconta di un modo di vivere positivo, ci ricorda che il coraggio della follia è un sicuro successo se non perdiamo il sorriso del cuore. In fondo, abbiamo molto per cui sorridere perché non ci sono capitati tutti i mali del mondo, ma solo alcuni e possiamo continuare a sorridere perché ogni attimo è proprio questo: solo un attimo che passa e se ne va e allora perché non decidere di acquisire almeno un po’ di quella sana follia con la quale Allan sembra esser stato nutrito fino a scoppiarne? Perché mai dovremmo rispecchiare ciò che le aspettative sociali vorrebbero far di noi?
Nell’inconfondibile flacone dalle linee pulite di Laboratorio Olfattivo, Pierre Guillaume decide di custodire un’irrispettosa versione del vetiver, facendo di Esvedra un omaggio ai contrasti e alle declinazioni inaspettate. Come Jonasson, anche Pierre Guillaume non si fa intimorire dai percorsi nuovi, anzi li cerca, coniugando un vetiver secco e molto verde in apertura con note poudré morbide e avvolgenti: un abbraccio, che accoglie e punge nello stesso tempo, nel quale è piacevole perdersi e che ci mette in connessione con la faccia imprevedibile della vita.
La composizione si ispira all’isola del Mediterraneo che, si dice, sia ciò che resta della mitica Atlantide: luogo misterioso e lontanissimo che fa immaginare viaggi epici e imprevedibili. Allan, nonostante l’età, si ritroverà a viaggiare in lungo e in largo con un gruppo di improbabili compagni di viaggio, uno meno raccomandabile e affidabile dell’altro… ma perché no? Scardinare le aspettative permette di fare esperienze che altrimenti si perderebbero irrimediabilmente e, così come Allan salta dalla finestra, Guillaume crea una composizione olfattiva che scardina l’evoluzione classica fatta di testa, cuore e fondo, per portarci in un viaggio odoroso dalle imprevedibili evoluzioni.
Non è difficile scivolare in note acute di petit grain e coriandolo che risvegliano in noi quella voglia di rassicurante follia, passando con nonchalance all’incontro del nevenolide dall’odore rassicurante di muschio bianco che ricorda lenzuola bianche di cotone spesso stese ad asciugare. Con la memoria ancorata al vetiver che accompagna tutta la composizione, ma che si evolve nell’incontro delle altre materie prime, Laboratorio Olfattivo ci permette di indossare un profumo che non è mai uguale e che mostra tutto il potenziale inesplorato di una materia nota nel mondo degli odori.
E’ un profumo di contrasti e di colpi di scena Esvedra: tutto, dal flacone tipico di Laboratorio Olfattivo alla composizione stessa, farebbe pensare ad un profumo semplice ed elegante. Ne daremmo, però, una lettura decisamente riduttiva, perché la composizione asciutta, fatta di poche materie prime, racchiude invece un esperimento ardito e magnificamente riuscito.
Non perdetevi Esvedra se siete alla ricerca di un profumo semplicemente complesso, dal sillage che non abbandonerà velocemente la vostra pelle e saprà tenervi compagnia senza annoiarvi mai. Chissà dove sarà adesso Allan Karlsson, forse in qualche isola sperduta nel Mediterraneo, a riposarsi sorseggiando margaritas.
Noi intanto cerchiamo tra le pieghe della nostra vita quel pizzico di folle joie de vivre, indossiamo il nostro vestito più bizzarro, due gocce di Esvedra e ci prepariamo a saltare, ciabatte ai piedi e portafoglio, dalla più vicina via di fuga col sorriso sulle labbra.
E buone avventure a tutti!
Lascia il tuo commento…
Peccato non ami il vetiver perchè il Centenario è uno dei libri più esilaranti mai letti negli ultimi anni.
Ahahahahah fantastici! Da portatore seriale di Esvedra adesso mi toccherà andare a vedere il film… Bravi, come al solito!
Ottima analisi, asciutta ma precisa. Al naso di molti Esvedrà può sembrare un profumo sempliciotto rispetto al resto della collezione LO, anch’io lo giudicavo così e invece indossandolo mi sono dovuta ricredere. E’ straordinario e bipolare, assembla due note agli antipodi, il secco del vetiver con la sofficezza del nevenolide. Un solenne merci a Pierre Guillaume che ha il coraggio di sperimentare simili contrasti.