I gourmand: viaggio nel cuore goloso del profumo
Golosi, sensuali e appaganti. Dominano il mercato da trent’anni, ma mai come in questo momento stanno vivendo una stagione d’oro. Stiamo parlando di uno dei filoni più interessanti e recenti del mondo olfattivo: gli accordi gourmand sono in continua evoluzione e sperimentano nuovi territori. «In questo momento piacciono molto: sarà che sono confortevoli e regressivi, riportano all’infanzia e al mondo dei bambini, assumendo, quindi, una connotazione tenera decisamente piacevole», racconta Antonio Alessandria, compositore di fragranze e fondatore dell’omonimo marchio. «Possono costituire una sorta di rifugio anche nei periodi di crisi, senza contare che una ragione del successo risiede anche nella moda del food, che comprende tutto ciò che riguarda la pasticceria e il gusto».

E che dire delle note zuccherine che stimolano le endorfine senza nuocere alla linea? Impossibile resistere! Il percorso di questa categoria olfattiva, tuttavia, non è stato semplice e sempre lineare. «Innanzitutto è un genere abbastanza recente: risale agli anni 90, anche se qualche tentativo poco fortunato c’era già stato una dozzina di anni prima», continua Alessandria. «Merito del coraggio di Thierry Mugler che nel 1992 ha ideato Angel. Il profumo è stato creato dal naso Olivier Cresp ed è centrato su una molecola simile allo zucchero filato chiamata etilmaltolo, usata anche nella preparazione dei dolci, e abbinato al patchouli». In effetti anche Mark Buxton aveva provato a inserire qualche tocco goloso ma aveva trovato poca fortuna; pure Angel non è stato capito subito ma dopo due anni ha sfondato, creando un vero e proprio genere.
«È stata premiata la creatività e la lungimiranza di Mugler, che ha persino sfidato il marketing, per sua natura conservatore perché alla ricerca di un consenso immediato», precisa Michele Marin, naso di Infragranti Parfumeur. «Angel rappresenta un fenomeno di rottura molto innovativo». E molto ampio, visto che le note gourmand sono tante: dalla frutta rossa all’albicocca, alla pesca, passando per il mondo della pasticceria che comprende praline, cioccolato, caffè, panna montata, caramello, mandorla e cappuccino. «Una fonte a cui attingere quasi inesauribile», commenta Alessandria, autore del legnoso-gourmand Dies Auroæ. «Certo, a volte alcuni abbinamenti sono un po’ azzardati e infelici, come quelli tra il dolce e il salato, ma la varietà è ampia e può scatenare ogni tipo di creatività».

Qualche tempo fa era saltato alla ribalta il caviale, ma è stata a un’apparizione piuttosto rapida, mentre la vaniglia è di sicuro un evergreen, anche se è molto sfaccettata e può assumere un risvolto orientale intenso. Una delle combinazioni più “facili” si avvale dei fiori e dei muschi, che conferiscono un accento latteo morbido e avvolgente, oppure delle note fruttate. «Se si ricorre alla frutta esotica, come l’ananas, il pomelo, il mango il risultato è più acidulo», spiega Marin. «Anche l’intreccio con gli accordi ambrati è molto apprezzato, spesso dalla clientela maschile».
Se da una parte le varietà da esplorare possono essere infinite, chissà quali interessanti alchimie olfattive i creatori si inventeranno in futuro, dall’altra bisogna dire che il filone gourmand richiede molta competenza e professionalità nella sua realizzazione. «Sono note potenti, occorre dosarle con attenzione: se si esagera, il bouquet diventa subito stucchevole e dozzinale», prosegue Antonio Alessandria. «A volte può essere un po’ troppo girlie, cioè assumere una connotazione da ragazzina, fuori luogo in certe situazioni». Fermo restando che i jus golosi piacciono molto a Millenials e dintorni. Per cui c’è da aspettarsi che avranno vita lunga e sempre più fortunata.
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