I Feromoni. Il mito del profumo tra seduzione e mistero
Il mito del profumo come potente strumento di seduzione ha cavalcato per secoli accanto a superstizioni, leggende e suggestioni aromatiche. Si narra che Circe, per riconquistare Ulisse, scelse potenti e ipnotiche pozioni, la regina di Saba si profumò con preziose resine d’Arabia per sedurre re Salomone, Giuditta si cosparse il corpo con un olio profumato per ammaliare Oloferne mentre Cleopatra, al suo primo incontro amoroso con Antonio, utilizzò un unguento di cera d’api contenente ben cento misteriose essenze.
Il desiderio di attrarre gli altri a sé tramite una magica fragranza è più che mai attuale e lascia aperta l’immaginazione anche al passo successivo, a quel rito dell’accoppiamento che millenni di storia e progresso non hanno ancora cancellato dai bisogni primari dell’uomo e della donna. La settima arte ha tratto frequentemente ispirazione dal solido modello odore&sesso per raccontare l’incantevole complessità relazionale tra un uomo e una donna. Dal film Profumo di Donna (1974) di Dino Risi, ispirato al bel romanzo dello scrittore Giovanni Arpino Il Buio e il Miele (1969) con uno splendido Vittorio Gassman nei panni di un uomo cieco, vitalissimo, infatuato delle donne e del loro inconfondibile e femmineo aroma, alla frivola commedia Love Potion No.9 di Dale Launer (1992) in cui una pozione misteriosa fa innamorare chiunque la fiuti, come nell’omonima canzone dei The Clovers (1959), fino alla più esplicativa sequenza in Ocean’s Thirteen di Steven Soderbergh (2007) dove Matt Damon letteralmente seduce Ellen Barkin grazie a un frammento di carta intriso di potenti feromoni.
Non è certo un caso che l’argomento sulla chimica dell’amore venga affrontato anche in Master of Sex, uno dei serial drama tra i più apprezzati, dove la sessualità è protagonista assoluta. Nelle ultime due stagioni della serie, basata sulla biografia – scritta da Thomas Maier- dei due studiosi americani William Masters e Virginia Johnson, noti per i manuali sulla fisiologia dell’atto riproduttivo che negli anni sessanta fecero il giro del mondo dando vita a una vera e propria rivoluzione sessuale, alle sperimentazioni sui rapporti completi si affiancano quelle proprio sui famosi feromoni.
L’indagine su queste sostanze, prodotte da alcune ghiandole emesse dagli organismi viventi che danno vita a reazioni fisiologiche – tra cui quelle sessuali – in individui della stessa specie, aprirebbe così nuovi scenari tra scienza, olfatto ed eros. Tali studi furono davvero svolti dalla coppia – di lavoro e nella vita – e vennero sponsorizzati da Hank Walter, manager dell’International Flavors & Fragrances Inc. (IFF).
L’analisi si basava sulla teoria che le donne emanassero certamente feromoni ma non percepibili dal naso umano: da qui la volontà di trovare fragranze che potessero amplificare tale segnale incorporeo. A tutte le coppie che parteciparono alle sperimentazione, prima dell’accoppiamento fecero annusare delle lozioni da massaggio di quattro diversi bouquet: floreale, floreale verde con muschio di quercia, floreale legnoso e orientale per le donne, lavanda, ambra, esperidato e agrumato legnoso per gli uomini. I risultati non furono incoraggianti ma gli studiosi notarono che le coppie che meno gradivano le fragranze erano quelle che incontravano più difficoltà nel talamo nuziale.
I Feromoni sono davvero la chiave d’accesso all’umana felicità amorosa, amplificando le doti seduttive? Gli studi sui mammiferi come topi, scimmie, gatti e un buon numero di insetti hanno dimostrato che giocano un ruolo fondamentale nell’accoppiamento: la femmina della farfalla, ad esempio riesce ad attirare i maschi anche a chilometri di distanza grazie ai feromoni secreti dalle loro belle e colorate ali. Noi percepiamo gli odori tramite il sistema neuronale del naso ma esiste un altro sistema olfattivo secondario, detto Organo Vomeronasale, che servirebbe proprio per captare questa sofisticata chimica.
Per alcuni scienziati l’organo non sarebbe funzionante nell’uomo o comunque avrebbe capacità assai ridotte rispetto a quelle degli animali. L’anatomista David Berliner scoprì che questi composti provenienti da alcune zone specifiche come ascelle, seno, genitali, se annusati a lungo, provocavano cambiamenti fisiologici come la riduzione del battito cardiaco. E’ universalmente noto che i neonati trovino il seno materno “a naso” e le genitrici, in una stanza buia, riescano a riconoscere i loro cuccioli d’uomo proprio grazie all’olfatto. Il colpo di fulmine di Enrico III per Maria di Clèves, provocato dalla camicetta madida di sudore della donna, è una perfetta e romantica immagine del potenziale feromonico degli amanti anche se la scienza, ad oggi, non sembra avere ancora risposte risolutive sull’argomento. Tale suggestione chimica da secoli influenza filosofi, alchimisti, medici e poeti, persino Freud e gli studiosi della psicanalisi stabilirono un’intima associazione tra l’odorato e la sessualità.
Un potente olfatto era sintomatico di comportamenti sessuali bestiali e patologici e nel 1887 Alfred Binet bolla tale inclinazione come vero e proprio “feticismo dell’odorato”. Vengono descritti casi di vera e propria idolatria per l’odore degli stivali o guanti di cuoio usati, che provocavano stati di indescrivibile eccitazione per gli umori corporei. I fioristi e i profumieri erano catalogati dai padri della psicanalisi come soggetti nevrotici che avrebbero scelto queste professione non per passione ma per annusare quotidianamente composti fecali, una chiara manifestazione di immaturità affettiva risalente alla non superata fase anale.
E’ curioso osservare che nelle ricette di antichi profumi e filtri d’amore epidermici era assai frequente la presenza di urina, secrezioni animali e/o umane, secreti da parti anatomiche tanto vituperate ma contenenti i feromoni. In profumeria vengono considerate note animaliche e fortemente sensuali quelle ricavate dal civet, zibetto e topo muschiato, formalmente ripugnanti ma che diluite propriamente donano corpo, magnificenza e sensualità alle fragranze.
Il sogno olfattivo di un composto profumato sessualmente attraente popola comprensibilmente le menti di tutti i profumieri, Nasi e marchi, lanciati verso la creazione di una pozione d’amore per adulti. Nel 1983, la Jovan lanciò negli Stati Uniti Andron, eau de toilette per donne e uomini contenente feromoni di sintesi, estratti dalle falene, descritti come capaci di produrre un’aura magnetica tra i due sessi. Nonostante la scienza indichi chiaramente che la comunicazione feromonica avvenga solo tra soggetti della stessa specie, ebbe comunque un iniziale quanto insperato successo. Nel 1992 David Berliner dichiarò di aver isolato numerosi feromoni umani a cui l’organo vomeronasale sarebbe stato particolarmente recettivo, creando così la società Erox e il suo profumo, Realm, accolto dagli scienziati da forte scetticismo anche per la mancanza di studi indipendenti.
Nel mondo contemporaneo il legame tra profumo e desiderio rimane ancora solido anche se si assiste a un cambiamento epocale pieno di contraddizioni culturali e sociali. L’esempio più calzante ce lo offre il poeta greco Apollonio Rodio e il mito delle Lemniadi, le abitanti dell’isola di Lemno. Punite da Afrodite, il loro odore divenne così repellente da essere abbandonate dai propri mariti; dopo il perdono della dea, le donne di Lemno ritrovarono la loro piacevole fragranza corporea conquistando anche l’amore degli Argonauti.
In un universo sempre più attento alla pulizia personale, in cui le fobie olfattive sono in esponenziale aumento anche per l’uso continuato di prodotti chimici atti ad eliminare dal corpo e dall’ambiente ogni odore, fino ad arrivare al silenzioso nulla olfattivo ben descritto da Alain Corbin, subiremo l’inganno di Venere? Che tipo di relazione intercorrerà tra olfatto e sfera erotica, se si reprime così scientemente ogni nostro effluvio corporeo? La separazione netta tra profumi e odori potrebbe essere un tentativo inconscio di isolare il senso meno addomesticato dell’uomo, quello più vicino all’animale, la cui sessualità è libera per eccellenza. La preferenza sempre più accentuata verso profumi gentili, che sanno di “pulito”, sembra seguire l’evoluzione – o involuzione, se vogliamo – dei rapporti sentimentali fatti di chat e siti d’incontri online, cyber sesso e intellettualizzazione dell’accoppiamento.
Il futuro appare triste, incerto ma le parole di Edmond Roudnitska, che sottolinea l’importanza della valorizzazione ed erudizione olfattiva già dalla prima infanzia, donano conforto. Se il profumo è una vera e propria opera d’arte dello spirito, ci auguriamo che lo stesso ritorni ad essere anche umana e fulgida carnalità.
Bibliografia:
Mandy Aftel, Essenze e Alchimia (Garzanti Editore)
Giuseppe Squillace, il Profumo nel Mondo Antico (Leo S. Olschki Editore)
Annick Le Guérer, Les Pouvoirs de l’Odeur (Sciences Humaines Editions)
Alain Corbin, Le Miasme et la Jonquille (Champs Histoire Editions)
Michael W. Fox, Laboratory Animal Husbandry: Ethology, Welfare and Experimental Variables.
Risorse aggiuntive (in inglese):
The Memory of Smell
Do Pheromones Play a Role in Our Sex Lives?
The Truth About Pheromones
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