Gli accordi sentimentali di Maria Candida Gentile
Dopo aver lavorato nell’ombra per diversi anni, creando profumi per marchi come Sinfonia di Note e Profumi del Forte, Maria Candida Gentile ha presentato proprio a Firenze, nel 2009, una collezione di profumi che porta il suo stesso nome. Un debutto che, vale la pena dirlo, è stato un grande successo e ha rivelato il talento di questo naso italiano. Trascorso un anno, dopo essersi fatta conoscere e amare con le creazioni Cinabre, Exultat, Gershwin e Sideris, Maria Candida Gentile torna a Pitti Fragranze con due nuovi profumi, Barry Lyndon e Hanbury e noi l’abbiamo intervistata per voi.
Lo scorso anno abbiamo pubblicato un’intervista dove i lettori di Extrait hanno iniziato a conoscere il tuo lavoro e le tue prime quattro fragranze. Dallo scorso Pitti ad oggi cosa è accaduto di nuovo nella tua vita e come è cresciuta la tua creatività?
Beh… nella mia vita sono accadute tante cose legate alla creatività. Ho fatto dei grandi spostamenti e cambiamenti di casa per me molto importanti. Ho acquistato una casa che desideravo da tanti anni, una casa a cui sono legata fin dall’infanzia. Ho comprato questa casa sulla collina di Sarzana, una dimora che mi da molta serenità con un giardino antico dove mi sono occupata personalmente della cura dei fiori e delle piante. Un posto antico e magico che stimola molto la mia creatività. Essere uscita un anno fa con la mia linea dopo è stato un evento molto importante ed emozionante. Mi capita di sentire per la strada il mio profumo, di incontrare persone che indossano le mie fragranze come, ad esempio, quella volta che mi sono recata in pellegrinaggio a Medjugorje in Serbia. Ero tra un gruppo di persone e, ad un certo punto, ho cominciato a sentire una mia creazione, Exultat. Seguendo la sua scia, ho conosciuto un gruppo di signore che indossavano e amavano Exultat. E’ stata un’esperienza emozionante, anche perché quando ho creato Exultat ero in una chiesa e come idea e sensazione l’ho sentita molto vicina. Adoro sentire le mie creazioni indosso agli altri, è sempre una grande gioia.
Il mercato come ha accolto le tue fragranze?
Ho ricevuto numerosi apprezzamenti e mi ha fatto molto piacere leggere la critica positiva di Luca Turin. I miei profumi sono attualmente distribuiti in Italia, Olanda, Belgio, Lussemburgo e nel nord della Francia mentre invece la distribuzione negli Stati Uniti è ancora tutta da fare.
Come infondi nelle tue creazioni il tuo carattere italiano?
La mia tecnica creativa ha origini decisamente più francesi che italiane ma la passione per la mia terra di origine è sempre viva dentro di me. Penso quindi che alla fine si percepisca comunque nelle mie creazioni.
Dopo Cinabre, Exultat, Sideris e Gershwin, a distanza di un anno sei uscita con due nuovi profumi.
Barry Lyndon e Hanbury sono due fragranze alle quali sono molto legata. Ci sono altre fragranze che non sono ancora state prodotte, ma ogni profumo deve avere il suo momento giusto.
Puoi raccontarci di Barry Lyndon?
Sono un’appassionata di cinema ed amo Kubrick. Ho letto le memorie di Barry Lyndon e poi ho visto il film quando è uscito. Mi considero un po’ una poetessa del profumo per come mi faccio trascinare dai sentimenti e dalla fantasia. L’ispirazione di Barry Lyndon è nata in un giorno pieno di poesia. Mentre camminavo su un prato in Valle d’Aosta ho fatto una comparazione tra quel paesaggio ed un fotogramma del film di Kubrick, quando Barry Lyndon, dopo un duello cammina con il suo cavallo per la brughiera, avvolto dalla bruma fredda del mattino. Ecco, quel giorno ho avuto questo flash e ho pensato di creare un profumo con gli odori che percepivo in quel momento, gli stessi che ho immaginato sentisse anche Barry Lyndon in quel fotogramma. Dopo due anni di lavoro, penso di esserci riuscita.
Puoi raccontarci il cuore e qualche segreto di Barry Lyndon?
I segreti li tengo per me perché quando si raccontano poi ci sono persone che cercano di copiare quello che faccio. Posso dirvi che mi sono ispirata all’odore dei cavalli, di quando andavo a galoppare da bambina sui prati. Ho utilizzato diverse varietà di fieno ed erbe aromatiche cercando di evocare l’immagine di un cavallo che calpesta l’erba. Dentro Barry Lyndon c’è un accordo di artemisia, erica, arnica montana e poi un accordo di lavanda aspic, una varietà non facilmente reperibile in commercio, che fiorisce a fine estate sotto i 2.000 metri. E infine, un accordo di cuoio che ricorda il pellame delle selle. Sul fondo, un accordo di tabacco con un tocco talcato in omaggio ai salotti del Settecento.
Puoi parlarci di Hanbury?
Hanbury è una villa in località La Mortola, al confine con la Francia. E’ uno dei giardini più importanti d’Europa, di proprietà prima di nobili inglesi ed ora dello Stato Italiano. Questo luogo ha una storia affascinante che ho scoperto in un giorno d’estate, visitando la villa e un giardino segreto pieno di arbusti di calicantus, fiori e agrumi che circonda un piccolo e antico tempio. Alcuni mesi dopo, per una serie di circostanze casuali, ho conosciuto l’erede della famiglia Hanbury, Caroline, che mi ha fatto visitare il loro studio privato e con lei ho ricostruito la vita di Dorothy Hanbury, una donna di una classe straordinaria, amica di Churchill, che negli anni venti, in Russia, è stata arrestata perché manifestava contro il regime. Amante dell’eleganza, ai suoi tempi aveva aperto una boutique di moda ed era contesa da tutti i salotti della high society. Ho dedicato questo profumo a lei e alla sua eleganza. In testa, Hanbury ha tutte le note degli agrumi e diverse varietà di arancio e mandarino decolorato. Un mandarino più aperto privato delle parti più colorate della scorza che sono quelle che contengono allergeni. Cerco di usare sempre materie prima naturali così da evitare l’uso di aldeidi ed acetati. Nel cuore ci sono il miele, l’acacia e un accordo di calicantus di mia creazione, molto potente. Il calicantus ha un aroma penetrante che ho deciso di accordare con il miele in cui è presente una sfaccettatura animale, l’indolo, per conferirgli un carattere più carnale. Ho utilizzato il miele per non ricorrere ad una molecola di sintesi, l’antranilato di metile. Il fondo invece è più leggiadro e sfumato per non involgarire il profumo. Entrambi i profumi hanno una vena nostalgica. Io sono eterea, molto romantica e l’atto della creazione mi emoziona sempre tanto. Sono una sentimentale.
Possiamo dare una connotazione maschile e femminile a questi due nuovi profumi?
Sicuramente sì. I primi quattro erano decisamente unisex, mentre credo che Barry Lyndon abbia una spiccata inflessione maschile ma possa essere amato anche da una donna. Invece Hanbury è molto femminile.
Come vedi il tuo futuro e quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Voglio continuare a creare attraverso il mio sentire e crescere come artista. Ho anche voglia di sfidarmi. Il mio desiderio principale è che le persone si emozionino attraverso i miei profumi.
Un’ultima domanda. Qual è la materia prima che ultimamente ti ha particolarmente colpito?
In questo momento sto amando il balsamo del Perù. Mi diverte e mi fa sognare.
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