Frescoamaro ~ Profumi Del Forte (Perfume Review)
Spesso l’aggettivo “amaro” ha un’accezione negativa tanto da divenire sinonimo di spiacevole, nefasto, drammatico. Si pensi a espressioni come “l’amara verità”, “un destino amaro” o ancora all’amaro calice di evangelica provenienza. In gastronomia è spesso associato a una sensazione sgradevole e l’apprezzamento di quasi tutto ciò che se ne caratterizza é un gusto “acquisito”, come l’abitudine di bere il caffè amaro. In profumeria invece è indice di personalità e carattere. Amaro è il bergamotto, amari sono l’incenso e l’assenzio e amaricanti alcune note alcoliche come il gin.
In Frescoamaro, l’ultima creazione di Atelier Torre per la collezione Profumi del Forte, la caratteristica amara costituisce il fulcro attorno a cui ruota il continuo mutamento di un jus che di personalità ne ha da vendere, tutto giocato su scelte aromatiche sofisticate e non convenzionali, che lo impreziosiscono di sfumature e suggestioni.
La raffinatezza del profumo è preannunciata dal packaging ricercato, che presenta un flacone di vetro finemente inciso a mano da esperti artigiani. Nel formato 100 ml, uno dei due disponibili, il flacone rappresenta la stilizzazione di una torre di guardia, a rievocazione dell’immagine delle città fortificate toscane o delle antiche torri litoranee di avvistamento del Granducato, in particolare Forte dei Marmi che fornisce ispirazione a tutta la linea. Il legame con il territorio prosegue nella fattura del tappo, bellissimo, realizzato appositamente in Versilia in prezioso marmo naturale. Il tutto è racchiuso in una sobria scatola nera, lineare e discreta, che annuncia la natura del suo contenuto con una semplice incisione.
Il jus apre su un accordo freschissimo e pungente di bacche di ginepro, cipresso e menta fresca, sorretto da foglie di viola d’Egitto, scelte al posto del più consueto fiore per la caratteristica sfaccettatura verde acquatica, rafforzata anche dalla presenza del cetriolo. Su questa partenza fresca, umida e luminosa, si innestano sentori fruttati al sapore di melone e note spiritose di gin.
La fase iniziale cede rapidamente il passo a un persistente cuore in cui la fragranza perde la caratteristica amara iniziale e gran parte della sua verde freschezza per diventare intensamente floreale. Il passaggio dalle note di testa a quelle di cuore è indubbiamente uno dei momenti più emozionanti di Frescoamaro, a conferma del suo carattere anticonvenzionale. La formula vira in direzione quasi opposta alla sua partenza, facendosi morbida e femminile per l’utilizzo dell’osmanto, il fiore orientale originario della Cina e del Giappone che sa di frutta d’estate, di pesca e albicocca, pregiatissimo e costoso. L’amaro si trasforma in dolcezza, merito anche della rosa damascena, meno decisa e speziata della bulgara, più dolce con un più evidente sentore di legno e miele, che favorisce la transizione dall’amaro iniziale delle note di testa. Questo drydown fiorito e seducente è la parte più bella e duratura di questa eau de parfum, senz’altro la fase più femminile e sensuale, e va a terminare su rassicuranti accordi di muschio, legno di sandalo e vetiver di Haiti, in un fondo umido e carico di umori di terra e legno, che completa l’evoluzione lungo i due assi ideali di fresco-caldo e amaro-dolce.
Frescoamaro è una fragranza che non mira a piacere a tutti, non sceglie strade ovvie alla ricerca di consensi facili, non vuole sedurre subito e svelare tutto in una volta quello che ha di pregiato. Piuttosto, sceglie di affascinare chi ha la curiosità e il tempo di ascoltare il suo lungo e variegato racconto, assaporando ad una ad una tutte le tappe di un percorso olfattivo che si farà fatica a dimenticare.
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Sentito a Exsence e promosso ma non è amaro come afferma il nome. Però è vero quello che scrivi: l’apertura è molto piacevole e il cuore è bello morbido. In sostanza, un profumo niente male!
Di amaro non ha niente ed è un vero peccato!