Fragranze 10 dalla A alla K
A come Aiuto, quante novità!
L’edizione appena conclusa di Fragranze sarà ricordata per il grande numero di novità presentate. Le abbiamo annusate tutte, dalla prima all’ultima, e ve le racconteremo tutte su Extrait. Stay tuned!
B come Burr (Chandler)
C’era la fila per intervistarlo perché un personaggio come Chandler Burr non s’incontra tutti i giorni. Grazie a lui, il profumo è diventato materia di discussione e riflessione. La sua apparizione a Firenze non ha fatto altro che aumentare il numero di seguaci che vedono in lui il nuovo “Messia del Profumo” e lui sta al gioco. Infatti, alla domanda quali siano i suoi progetti futuri, con la tipica mimica e gestualità americana e senza girarci intorno, ha risposto “Voglio cambiare il mondo!”. Posti in piedi e applauso a conclusione della lecture su Jean Claude Ellena, costellata da proclami del tipo “Un profumo è un’opera d’arte quando provoca un sentimento di disgusto o piacere”. Disponibile e generoso nelle risposte, eccetto quando gli abbiamo chiesto di esprimere un parere sulla profumeria italiana. Si è rifiutato di rispondere. Why, Mr. Burr?
C/1 come Capsule Collection
Capsule Collection è un termine che appartiene al fashion system e indica un progetto speciale, una piccola collezione a produzione limitata di capi disegnati da un designer famoso. Porta la firma di Pierre Guillaume, la prima capsule collection della profumeria artistica creata per Fragranze 10. Contemplation 2012 presenta tre fragranze (Feve Tonka, Arabian Horse, Cozé Verde) senza alcuna vocazione commerciale che (forse) non andranno mai in produzione. Pierre Guillaume le ha definite “sperimentazioni”, tentativi di intraprendere un percorso stilistico diverso dal proprio. Arabian Horse è un cuoio figurativo e ruvido che evoca la corsa di un cavallo attraverso un accordo “crinière de cheval”, cipriolo e accordo ambra. Fève Tonka è una lavoro di ricerca sull’assoluta di fava tonka che è stata tagliata e ricomposta da Guillaume al fine di raggiungere una percezione diversa della fava tonka, mentre Cozé Verde è una ri-trascrizione di Cozé, la fragranza che circa dieci anni fa diede inizio alla sua avventura con Parfumerie Generale. Bravò Guillaume!
C/2 come Copenhagen
Se fino a qualche anno fa, una maison di profumi doveva avere passaporto francese per essere credibile ed esercitare un certo appeal sul cliente, oggi è soprattutto la provenienza da paesi lontani (meglio se extracomunitari) a creare hype attorno ad una collezione. I nomi emergenti della profumeria artistica arrivano da Anversa, Madrid, Amsterdam, Sidney, Città del Messico, Buenos Aires e Copenhagen come il designer Henrik Vibskov alla sua prima volta a Firenze con la serie Type, tre fragranze (Type B, Type C e Type D) che riflettono un momento specifico nel tempo, colto a Berlino, Copenhagen e Damasco. La Francia si metta da parte.
D come Direzione
“In quale direzione sta andando la profumeria artistica” è la domanda che abbiamo posto a nasi e produttori. La risposta più frequente è stata “verso la confusione più totale”. I commenti sono divisi tra i pessimisti che prefigurano un’implosione del settore, a causa di brand e prodotti che strizzano l’occhio sfacciatamente al selettivo e coloro che annunciano un’imminente rivoluzione del settore che ridisegnerà i confini della vera profumeria artistica, distinguendola da quella pseudo-artistica e nicchia di massa. Si salvi chi può.
E come Ellena (Jean Claude)
Presenza impalpabile in fiera, Jean Claude Ellena ha incantato il pubblico con le sue opere: First, In Love Again, Fougere Royale, Angelique sous la Pluie, Cologne Bigarade, L’Eau d’Hiver, Ambre Narghilé, Eau de Merveilles. Avremmo preferito vederlo in carne e ossa in fiera ma possiamo sempre sperare per una prossima volta!
F come Freschezza (o Fuori Stagione)
C’è voglia di freschezza e positività nell’aria, in contrasto al clima pessimista di questo periodo. Il profumo combatte la recessione a colpi di accordi trasparenti e sottili, dimenticandosi che l’imminente stagione fredda reclama scie intense e sontuose che s’incollano sulla pelle. I profumi per il prossimo inverno sono così freschi e leggeri da sembrare quasi fuori stagione.
La lista delle fragranze che puntano sulla freshness è lunga. A inaugurarla è Ys-Uzac che ha fatto della freschezza il suo credo tanto che è impossibile trovare un frame che non sia vivace e solare nelle sue eaux de parfum. Seguono a scia Candour di Humiecki & Graef, il trio Veni, Vidi, Vici di Histoires de Parfums e le collezioni fresche di lancio come Lab On Fire, Peccato Originale, Nu_Be e Mendittorosa. Anche Lorenzo Villoresi sceglie la trasparenza come leitmotiv di Aura Maris, una piramide punteggiata da accenti “breeze”, fiori trasparenti e agrumi frizzanti che inaugura la nuova collezione Mare Nostrum. Il naso fiorentino non è l’unico ad aver preso questa direzione, anche una maison solitamente devota all’opulenza come Amouage sceglie la luminosità come trama per Interlude, mentre Keiko Mecheri trasforma il concetto di freschezza in dolce leggerezza con il chypre-floreale Johana che sulla pelle si rivela delicato e intimo, a dispetto di un drydown molto ricco e penetrante.
G come Gusto
(vedi Scent Dinner)
H come Hospitality
Impeccabile, come sempre.
I come IFF
Narciso, zenzero, burro d’iris, magnolia, gelsomino, fiori d’arancio… Grazie a IFF, l’azienda essenziera partner di questa edizione di Fragranze che ha contribuito alla realizzazione di “Every Bottle of Perfume Contains a World”, il pubblico di Fragranze 10 ha avuto la possibilità di scoprire più di cento materie prime, tra le più belle e pregiate in circolazione. Un paradiso per il naso.
J come Jus a Colori
Celadon, vermiglio, chartreuse, magenta, pervinca, carbone. In fiera, se ne sono visti di tutti i colori. Il nuovo trend che fa storcere il naso ai puristi del profumo vuole jus saturi di pigmenti colorati. La cartella colore di quest’anno spazia dalle tonalità fluo che esplodono dalle Cologne firmate The Different Company, al rosso veneziano di Heliotrope di Oliver Durbano, stratagemma cromatico che suggerisce alla vista un jus traboccante di evocazioni minerali e orientali, fino alle nuance acquarello proposte da Acqua di Stresa, Alice & Peter e Jardin de France, senza dimenticare i jus nero inchiostro di Black Afgano (Nasomatto) e Notturno (Meo Fusciuni). C’era una volta il giallo paglierino…
K come Karl (Lagerfeld)
In fiera c’era anche il Kaiser Lagerfeld. Anche se nessuno lo può testimoniare, lui c’era. Presentava Paper Passion, un progetto olfattivo realizzato in collaborazione con l’editore Gerhard Stedl e il magazine Wallpaper. “Only for booklovers”, Paper Passion è un profumo che odora di pagine appena stampate, un’illusione che il profumiere Geza Schoen ha ottenuto mescolando osmanto, balsamo di copaiba, ambra, accordo “carta”, note ozoniche e accordo di muschio bianco. Paper Passion è libro da sfogliare con l’olfatto.
(segue…)
Lascia il tuo commento…
A come assenza. Il primo anno senza la bellissima Mona di Orio. La sua assenza si è sentita.
Complimenti bella idea l’alfabeto di fragranze. A come Amelie, il mio prossimo profumo
Sono giunta alla conclusione che alla Mecheri riescono meglio i fioriti degli esperidati. Lo stupendo Jhoana mi ha fatto rimettere in discussione quello che pensavo circa i suoi profumi. Il mio augurio è che il suo stato di grazia creativo prosegua ancora a lungo. Incrociamo le dita!
Speravo di trovare un profumo feroce che ruggisse di note animali, anche maschile, ma non l’ho trovato a Firenze. Potete indicarmene uno? Grazie!
I profumi di Odriù sono molto selvatici, li considero delle belve indomabili, ma ti consiglio di avvicinarti a L’Ombre Fauve di PG, un bel felino dal passo felpato e il pelo morbido che si stiracchia su patchouli, muschio e incenso. Pericoloso ma non mortale. Sono curiosa di sapere cosa dirà Simona… ciao
Quest’anno sono state lanciate troppe novità, alcune poi sono veramente brutte, degne di stare solo dentro Douglas o Acqua e Sapone.Un repulisti generale di marchi inutili non sarebbe una cattiva idea, se poi fosse avvenisse in concomitanza con la fine del mondo annunciata dai maya allora sarebbe il massimo!
@noiressence: se cerchi la pantera profumata, la trovi dentro Dzing dell’Artisan.
Mah… Fragranze di quest’anno mi ha lasciato l’amaro in bocca. Ho visto tanti bluff e tanta spazzatura imbottigliata. Ormai è ridicolo parlare ancora di profumeria artistica, d’altronde il declino è cominciato quando si sono aperte le porte a personaggi di basso livello che si sono improvvisati critici, scrittori, nasi, voci autorevoli sul web. E’ tutto così ridicolo…
Ciao Nylon, grazie per aver condiviso con noi la tua opinione su Fragranze. Rispetto il tuo punto di vista fuori dal coro e su alcuni punti sono d’accordo con te. Su Extrait sarai sempre il benvenuto e ben vengano critiche come la tua purché il tono dei commenti rimanga sempre educato e pacato. La buona educazione, prima di tutto. Grazie ancora
Alessio
caro Alessio, sono io che devo ringraziarti per l’ospitalità e il clima sereno che si respira qui dentro, un’isola felice rispetto ai pollai pieni di gente isterica e autoreferenziale che affollano la blogosfera italiana del profumo. Buon lavoro a tutti
A come Artigiani.
Quanti sono davvero i profumieri che fanno i profumi?
E quanti si limitano a mettere solo il nome sull’etichetta?
Direi due: O come O’driù, e T come Tauer. Non mi vengono in mente altri artigiani. Per di più uno che pensavo lo fosse, appena si è distratto è stato sostituito da un tipo che diceva di farli lui i profumi, nel SUO laboratorio!!!
Comunque io non darei peso all’artigianalità, quanto alla cialtroneria. Alcuni di profumo non sanno proprio nulla, e sovente hanno nomi stranieri!
qualcun altro c’è, non molti, ma qualcuno si.
chi è il tizio che si è distratto, sono curioso.
Great experience!!!