Fluidounce. Oltre gli schemi tradizionali della profumeria
Prendete una lunga tradizione familiare, l’intraprendenza italiana, un’idea proiettata verso il futuro, alcuni innovativi “nasi” e la collaborazione di designer creativi. Ora provate a mischiare questi cinque elementi e magari date loro dei nomi tipo Hydrogen, Helium, Lithium, Carbon e Oxygen. Il risultato? Un concept che si chiama nu_be.
nu_be è un progetto profumato, il primo, realizzato dalla Fluidounce, giovane casa produttrice di fragranze artistiche con sede a Parma. La storia di Fluid Ounce è indissolubilmente intrecciata a quella del suo creatore, Alberto Borri. Alberto ha alle spalle una lunga tradizione famigliare: il nonno Giuseppe è stato il fondatore nel 1946 di Morris Profumi, rinomata e storica azienda italiana.
Le prime fragranze di successo, distribuite e vendute a livello nazionale, avevano nomi evocativi, che rimandavano alla fascinazione per il cinema e per i film. Ingrid, best seller del 1948, era dedicata all’attrice svedese musa di Roberto Rossellini, ai tempi della sua storia d’amore con il regista. A questi temi si intrecciavano memorie storiche del passato illustre di Parma e delle gesta avventurose e sentimentali di personaggi importanti, come Napoleone. L’iniziale “N” campeggia ad esempio in rilevo sul flacone artigianale e cristallino della fragranza ammaliante, a base di rosa, Incomparable, appellativo preferito con cui l’imperatore era solito chiamare la sua amata Giuseppina Beauharnais.
Il destino di Morris nei decenni successivi è legato sempre di più allo sconfinamento d’oltralpe che le nuove linee di prodotti a respiro europeo sono riuscite a guadagnarsi: Sergio Tacchini, La Perla, Mila Schön sono le collezioni in licenza di cui l’azienda ha curato negli anni ’80 le strategie di sviluppo, alle quali si sono aggiunte in tempi più recenti Grigioperla, Breil, Ferrari, Fiorucci, Krizia, Chenot, Atkinson.
Alberto dal canto suo questa atmosfera profumata l’ha letteralmente respirata fin da piccolo: si ricorda ancora di quando il padre portava a casa diverse essenze per le nuove fragranze e di quando gli raccontava racconti e aneddoti curiosi sugli inizi avventurosi e ricercati delle imprese del nonno. Dopo la formazione nell’azienda di famiglia, come manager responsabile di un portfolio di marchi, è proprio grazie alla voglia di ritornare alla poesia e all’innovazione originarie del profumo, che egli decide di fondare una propria azienda di fragranze artistiche, come marchio indipendente, per intraprendere un percorso di ricerca. Il training maturato lo rende consapevole del valore dell’expertise, ma anche del fatto che bisogna guardare al proprio mondo professionale con occhi completamente nuovi, quasi facendo finta di dimenticarsi delle sue regole, se si vogliono dischiudere strade inedite.
Grazie all’impegno e al sostegno dei due soci Serena Ghidini e Andrea Giammetti, entrambi con solide esperienze alle spalle nel campo della moda, del management e della comunicazione, nasce così nel 2011 Fluidounce.
L’intento condiviso della nuova impresa è quello di produrre profumi “che facciano pensare” e che siano il frutto di connessioni e incontri tra personalità e voci creative differenti, grazie alla modalità di un hub. Essi devono inoltre “provocare all’azione” secondo “linee impavide di espressione personale”. Seguendo questo programma, Fluidounce ha inaugurato il progetto nu_be, primo brand e prima collezione (lanciato a Pitti Fragranze nel 2012). Si tratta di una “tavola periodica” olfattiva che si ispira alla formazione del cosmo, i cui profumi sono interpretazioni degli elementi chimici di base, all’origine della vita sulla terra o delle trasformazioni della materia. La collezione propone così l’individuazione di una “chiave” olfattiva per sostanze che di solito non si lasciano “afferrare per il naso”: Hydrogen, Helium, Lithium, Carbon, Oxygen.
Per lo sviluppo delle fragranze l’azienda ha collaborato con i maestri profumieri francesi Caron, Lie, Fischer e Bonneville, fin da subito entusiasti di mettersi all’opera su un progetto visionario e libero. Nella fase di composizione, sono state valutate e implementate da Fluidounce due linee parallele di fragranze, una più legata all’interpretazione delle proprietà fisiche e materiali dell’elemento chimico, l’altra più incline a cogliere differenti tipi di suggestioni e allusioni. Di volta in volta sono stati poi scelte versioni finali dei profumi appartenenti all’uno o all’altro dei due filoni, giudicate per il loro “carattere”, o la loro capacità di suggerire mistero, evocatività o unicità. Completano infine il team multidisciplinare di nu_be la visual e product designer Francesca Gotti, autrice del concept, dell’immagine e del packaging austero e originale delle singole fragranze, Tommaso Granelli, content designer e storyteller e Franco Zilocchi, manager e responsabile amministrativo.
Nell’immediato futuro Fluidounce intende arricchire nu_be e pensare anche ad altri profumi della linea nel campo Home. In occasione della nuova edizione di Pitti Fragranze verranno presentati due nuovi elementi “x” della collezione, un’occasione immancabile per fare esperienza in anteprima di due nuove e ardite avventure olfattive. In generale, l’azienda ha l’obiettivo di perseguire progetti che le consentano di fare sperimentazioni sempre rinnovate, alle quali non sia estraneo humour, un pizzico di ironia e gusto mondano per la sensorialità e l’esistenza.
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Senza nulla togliere al marchio storico, penso che queste operazioni su temi olfattivi dove l unica innovazione e’ la comunicazione estrema e marketing aggressivo non facciano bene alla profumeria di nicchia/artistica.
Troppe parole e la gente non le capira’ mai….
Certo ci vuole enfasi e molta fantasia nel supportare una fragranza che si ispira l odore che ispira ad un elemento chimico primordiale…che non ha odore…
Simpatiche le fragranze, verranno inglobate presto nel mare magnum dell’universo.
Cordialita’
Alberto
Mi piacerebbe sapere cosa intendi per profumeria artistica/nicchia? Montale, Amouage, Boadicea, Floris, Creed, Diptyque, Xerjoff, Buxton, Humiecki and Graef, Mecheri, Byredo, Agonist??? I Nube a me non piacciono perché sono troppo concettuali però le fragranze sono coerenti con il concept, inedito e coraggioso. Gli altri invece che fanno? Sfornano una valanga di profumi ogni anno peggio del più commerciale brand da mass market. Si fanno pagare un botto per fragranze per nulla originali con dietro storie trite e ritrite che a loro costano meno di 20 euro a bottiglia. Almeno questi raccontano qualcosa di nuovo. Se i Nube spariranno nel mare magnum della profumeria, come dici tu, di certo non sarà per colpa loro, ma per colpa di un pubblico bulimico abituato ad ingozzarsi di profumeria di basso livello venduta come lusso. Un po’ di obiettività ogni tanto ci vuole o crediamo ancora alle favole?
effettivamente il tuo commento mi hai fatto riflettere: la profumeria come è concepita oggi è solo una questione di marketing spinto, una serie di direttori artistici che possono pagare persone affinche mescolino le loro idee/concept olfattive/i…mi sembra davvero povero…per catturare poi l’immaginazione di quello che tu chiami pubblico bulimico abitutato a farsi ingannare dalle parole…ecco il punto…le parole e le storie che bisogna inventare per “vendere” una bottiglia che altro non è che una soluzione alcolica di 4 molecole sintetiche e naturali (quando va bene) che non ha anima perchè svilita sull’altare del profitto…mere operazioni solo finanziarie perche il profumo tira…se poi non va bene mettiamo l’investimento a perdita e andiam a trovare altre idee..dal sangue siamo passati alle molecole primordiali che altro ci si dovrà inventare per stuzzicare il pubblico?
la profumieria è purtroppo piena di persone che la intendono come investimento finanziario in primis e non come dedizione, fare buoni prodotti di qualità non in milioni di bottiglie…ormai la profumeria di massa è stata sdoganata..
al nuovo big bang della profumeria (si spera)