Féminité du Bois. La seduzione è questione di pochi centimetri
Ogni donna prima o poi ha desiderato chiedere a un uomo cosa sia, per lui, la seduzione. Forse per sognare, forse per stuzzicarlo, forse per ridere, dato che le donne in genere sanno già tutto in materia di seduzione: gli uomini si limitano per lo più a esserne vittime. O complici.
La seduzione, in realtà, è un fattore spazio-tempo: si gioca entro una distanza ben precisa, in un tempo relativamente limitato. Solo che in questo caso la distanza non è quella tra due labbra, tra due corpi seminudi, tra due dita maschili e l’aggancio di un reggiseno. Dovete pensare più a dei passi. Anzi, probabilmente dovete immaginare in termini di centimetri. Pochi: tra i quaranta e i sessanta.
È in quei centimetri che si gioca tutto, è in quel momento in cui la incroci per strada: lei elegante, certo di classe, sicura del proprio fascino. E con indosso un’essenza killer.
Non fai in tempo ad apprezzare completamente la bellezza del viso, la padronanza del trucco: né troppo, né troppo poco, perché quello che noti subito dopo è la scia – quel profumo: Féminité du Bois di Serge Lutens.

È un incanto che dura un passo, ma un ricordo che va indietro di anni, sino a un istante e a un luogo, un punto ben preciso tra la nuca e il collo di lei. La fragranza avvertita subito, e registrata poi per sempre nella memoria olfattiva, prima che lei si voltasse sentendo le tue labbra che le sfioravano la pelle; prima che dischiudesse le sue e ti prendesse la mano, per guidarla dove voleva sentirla, sul seno, sui fianchi, altrove, dove voleva portarti.
La scia dà vita a quell’emozione inaspettata di un incrocio che dura un passo, forse uno e mezzo, e poi con essa svanisce nell’aria, tra la folla. È un attimo già fuggito, un respiro inebriato e già esalato. Ma tu, uomo, sai benissimo di che profumo si trattava. Ogni senso ne è risvegliato insieme a quel ricordo vivissimo e intenso, ogni momento di quel flirt ne è evocato attraverso la nota protagonista, l’assoluta di legno di cedro.
Sì, beh, da qualche parte avevi letto poi descrizioni più tecniche: le note di testa sono cedro della Virginia, cannella e prugna; le note di cuore sono chiodi di garofano, violetta, rosa, fiore d’arancio africano, ylang ylang e zenzero; le note di fondo sono sandalo, vaniglia, muschio e benzoino.
Poi, quando era finita e lei era andata oltre, eri entrato in una profumeria e ne avevi cercato il tester solo per poter chiudere subito gli occhi e tornare a quel momento, a quella nuca sfiorata. A regnare sui ricordi più seducenti resta ora quella nota legnosa che seduce subito, come ti sedusse quella volta su quella terrazza estiva sul mare, e che immediatamente si trasforma in un desiderio forte e dolce, sensuale e raffinato.
Descriveva lo stesso Serge Lutens: “Féminité du Bois è molto chiaramente la chiave, il significato profondo del cedro, non vestito, non ornato, ma sublimato.”
Sublimato. Un po’ come il dosaggio. La donna che porta Féminité du Bois non è un’approssimativa frettolosa di scarsa cura che fa il bagno nel profumo. La sua scia non dura quei quattro, sei metri in cui l’immagini in una vasca piena di qualche essenza mediocre da sample su una rivista gossip.
Quella donna è un’ammaliatrice discreta ma potente, l’incrocio di una fragranza di cedri che ti lascia quel passo e mezzo per decidere: per osare voltarti, raggiungerla e dirle che seguiresti quella sua scia anche in capo al mondo, perché in quel momento lei del mondo ne è la donna più affascinante.
Non è forse l’inizio di una meravigliosa seduzione? Bastano pochi centimetri. La scia giusta: tutto il resto è volgare approssimazione.
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