Fantasmi sperduti in Lumiére Blanche
Nessuna porta deve essere aperta prima che l’ultima sia stata chiusa.
Fredda nebbia. Una strada cinta da alberi oscuri. Una donna paludata in un cappotto livido, i capelli nascosti da una sciarpa viola, cammina con passo spedito e si perde in lontananza. La foschia diventa sempre più fitta. Un muro bianco la investe, la circonda, la impregna. Dov’è la strada? La donna si guarda intorno smarrita. Angoscia, perdita di ogni riferimento. La donna continua a camminare. Si afferra convulsamente le mani per scacciare via il gelo che avanza, che penetra sotto la pelle. Un rumore secco, improvviso. Lei sobbalza. La sciarpa scivola dai capelli biondi che le circondano scomposti il viso.
Che odore ha la paura? Cosa racchiude la nebbia?
Ogni cosa e nulla.
Vuoto indicibile e terrori ancestrali. Il respiro si fa affannoso. Solitudine nel nulla, nell’assenza. La donna si ferma. Immobile. Figura scura che si staglia sullo sfondo del vacuum cosmico.
Se guardi l’abisso, l’abisso poi guarda te.
La densa caligine riempie l’immagine. Poi quella staticità immota rivela una forma. Una figura nera si avvicina, emerge dalla bruma. Creatura venuta dall’abisso? E’ solo un uomo, perso, smarrito come la donna. Il cappotto da soldato rivela la fatica di una guerra lontana, cosi come la sacca logora che tiene tra le mani come un impaccio di cui vorrebbe liberarsi. Uno di fronte all’altra. Stupore, sconcerto, turbamento reciproco. Charles? Lei si copre la bocca con le mani, poi le allunga verso l’uomo. Gli si getta tra le braccia e lo stringe a sé singhiozzando. Lui abbandona la sacca e lentamente ricambia l’abbraccio. Sei tu, sei tu! Mi avevano detto che eri morto… Lo sguardo di lui è confuso, spento. Loro dicono tante cose…
La sequenza appena raccontata è tratta da una delle più inquietanti ghost story degli ultimi anni: The Others, del 2001, diretto dal regista spagnolo Alejandro Amenábar, ed interpretato da Nicole Kidman.
Nulla può essere rivelato di questo film che vanta un colpo di scena finale sorprendente. Diciamo solo che molto di quello che si vede non è quello che sembra. In quest’ottica la scena di Grace che si perde nella nebbia è assolutamente emblematica. La foschia sembra ammantare la realtà sotto un velo impenetrabile che cela una verità traumatizzante. Ma da questa voragine di orrore emerge anche il simulacro di un sentimento disperato che permea tutto il film e cioè l’amore assoluto, dissennato ed inestinguibile che Grace prova per i suoi figli e suo marito, un amore che fa di The Others un moderno esempio di romanticismo gotico.
E’ possibile accostare una fragranza a questa sequenza?
Sembra ardito coniugare orrore e profumo, ma il turbamento muove le stesse corde emotive che vibrano quando assaporiamo una traccia olfattiva e chi è abituato a “vedere” con il naso non può fare a meno di percepire la scia di Lumiére Blanche di Olfactive Studio durante la scena di Nicole che cammina nella nebbia, immersa in un’atmosfera opalescente.
Olfactive Studio è una strana e raffinata creatura, un incontro magico di immagine, arte e profumo, nato nel 2011 e voluto da Céline Verleure, naso di Kenzo Parfums e fondatrice di Osmoz.com, viaggiatrice con la mente e il corpo.
Ogni fragranza Olfactive Studio prende vita dalla stretta collaborazione tra un grande fotografo e un grande naso. Lumiére Blanche è del 2012 ed esprime l’incontro tra la fotografia di Massimo Vitali e la creatrice Sidonie Lancesseur che, nonostante la giovane età, vanta una carriera di tutto rispetto e collaborazioni con Kilian, Frapin e Jovoy.
La Lancesseur si è ispirata all’immagine abbacinante e satura delle coste italiane nel pieno fulgore estivo. Ma nel nostro caso lasciamo da parte questa ispirazione e con un tocco di audacia immergiamo il naso nella candida caligine della sequenza di The Others. Come estremi che si toccano, i corpi sovraesposti e sospesi in una fotografia hanno la stessa evanescenza e immaterialità delle silhouette perdute nella nebbia.
La fragranza apre con un accecante accordo di anice, cardamomo e note speziate di cannella. Il bianco ovunque inonda la vista e i sensi. Prepotentemente avvolge ogni forma, la nasconde, la cela e la confonde in simulacri di apparenza. La realtà perde i suoi connotati materiali. L’effluvio di anice pungente entra nel naso come raggi di sole implacabili, ma anche come nebbia umida e aguzza. L’aroma inebria e anestetizza, incalzato dal freddo cardamomo e dall’aromatica cannella. I sensi si fanno più acuti alla ricerca di punti di riferimento. La ragione si abbandona all’immenso candore e potrebbe perdersi in esso. Dove correre? Cosa c’è oltre questo strato inestricabile che tutto ammanta?
Mano a mano che la mente si discioglie, ecco che avanza il cuore. Latte di mandorle opalescente e traslucido, reso farinoso dal legno di cashmere. Il biancore è entrato all’interno dell’anima e l’addolcisce. Forse quella coltre misteriosa non copre qualcosa di terribile. Il nobile iris così intenso ed elegante, squarcia l’abisso. La nebbia diventa una foschia fragrante. Il cuore trabocca di nuova emozione. Chi sta sopraggiungendo? Nuovi accordi si palesano e lasciano alle spalle i toni pungenti. Balsamiche sfumature di freschezza date dal cedro e dal sandalo si ammorbidiscono nella pastosità delle fave di Tonka per lasciare il passo a un luminoso e gentilissimo muschio bianco.
Il mondo è avviluppato in una luce candida, che però ora non abbacina, ma conforta.
Amore, amore senza fine, senza tempo che si scioglie in un abbraccio che va oltre il tutto. Forse sono solo fantasmi o forse illusioni o semplici desideri di vita. Ma ciò che era perduto è stato ritrovato, anche se la bruma non è scomparsa. Al di là delle implicazioni fantastiche e inquietanti che caratterizzano tutta la storia di The Others, Lumiére Blanche non ha invece risvolti altrettanto minacciosi e invita ad abbandonarsi tranquillamente alla dolcezza rassicurate e persistente del suo elegante fondo. Sulla pelle rimane una carezza soave con una coda speziata raffinatissima e un cotè cremoso e delicato, come un bozzolo di seta candida che tiene lontane le ombre del presente e del passato e diffonde il chiarore che tutto illumina.
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E’ l’olfactive studio che preferisco!!! in effetti ha un che di fantasmatico, è un profumo luminescente e impalpabile, una presenza biancastra silenziosa senza confini definiti. Mooooolto piacevole. Invece non sono mai riuscita a vedere la fine del film. Pellicole del genere non mi fanno dormire la notte…. AHAHAHAH sono troppo suggestionabile!
Grazie per il commento, Eleonora! La fragranza è molto intrigante. Così come il film. Ti consiglio di vederne la fine. E’ sì una ghost story, ma il finale è ricchissimo di pathos e mi ha profondamente commosso.