Esxence 2018. Quando il profumo è “mente-cuore-naso” totalmente femminile
“Ci sono fiori dappertutto per chi è capace di vederli” diceva Henri Matisse, abituato a dipingerne di indimenticabili.
Chi è capace di vederli, riuscirà anche a sentirne l’esplosiva moltitudine di odori che sprigiona la primavera fiorita di emozioni fattesi Profumi, metafore che possono disorientare per quanto variegate.
È trascorso un mese ormai: era l’8 aprile quando Esxence 2018 – The Scent of Excellence 10th edition chiudeva i cancelli di questo incredibile giardino-palcoscenico dove centinaia di storie personali e percorsi professionali si intrecciano e consegnano al panorama mondiale della profumeria d’autore il meglio di quanto un naso possa desiderare. Radicate a terra, ci portano in alto, anzi dentro, dove il vedere diventa sentire.
Un’isola profumatissima Esxence, sulla quale salpano i traghetti dove le storie cominciano, dove tutto è fragoroso, tutto pare possibile. Un crescendo di ambizioni, provocazioni e infinite ispirazioni che portano alla creazione di essenze preziose, veri e propri manufatti artistici, impalpabili e per questo tremendamente affascinanti: i Profumi.
A Esxence si respira l’urgenza delle emozioni di farsi “profumo”, profumo come eco del reale, come strumento per comunicare e raccontarsi. E in questa melodia di voci sono quelle femminili a fare la differenza: ispirate e ispiratrici, eleganti ed audaci, intense e coraggiose, sono le Donne quest’anno il vero tratto splendente, la nobile line-up tra le novità proposte, che salta a piè pari la semplificatrice razionalità maschile. Sembrano chiamate a decifrare il codice delle loro anime, il loro daimon, queste che vi raccontiamo: sei destini, sei poetesse dissimili, sei muse, sei vibrazioni d’amore incondizionato. Un bouquet plurale femminile, per la maggior parte fragranze dove ispirazione e creazione sono concentrate in un’unica figura, “mente-cuore-naso” totalmente donna.
Non le vedi mai sedersi su una panchina con l’avviso “verniciata di fresco”. Hanno occhi dappertutto. James Joyce
Una si lascia alle spalle decenni di direzione olfattiva da Guerlain;
Una arriva da Seattle con visioni futuristiche che sanno di libertà;
Una è giovanissima, eppure porta con sé ben venti proposte;
Una è celata dietro a un nome;
Una ha nascosto tutte le sue fragranze;
Una non è proprio una debuttante, ma ogni volta riesce a stupire come se lo fosse.
Essere Sylvaine Delacourte è far trasparire l’eleganza d’un vissuto degno di nota senza rimanere incastrati dentro un personaggio, un ruolo importante nel panorama della profumeria che l’ha vista per molti anni naso e direttore olfattivo della Maison Guerlain.
Esigere un’altissima qualità in termini di materie prime e la consapevolezza della magica connessione tra olfatto ed emozioni la portano ad Esxence per la prima volta nella sua carriera a presentare dieci fragranze, distinte in di due collezioni esclusive, tutte sue: Vanilla e Muscs. Prodotte nel cuore della Cosmetic Valley con la massima cura e il savoir faire autentico della Parigi del lusso, raccontano un fervido impulso creativo tra il 2016 e il 2018 come un dolce sussurro.
Naso e art director, Delacourte trasmette quel raffinato gusto che arriva al pubblico come riflesso di un’autentica attitudine al bello attraverso le sue creazioni. Quella che più la rappresenta dice essere Florentina, appartenente alla collezione Muscs. Ispirato ai ricordi d’infanzia che profumano di talco in polvere, Florentina è un soffice intreccio talcato-mandorlato tra le note di benzoino e vetiver e il cuore blu di iris, lavanda e violetta. L’assoluta di fiori d’arancio disegna l’estetica perfetta di questa fragranza che s’apre su chiodi di garofano e rilascia un morbido eco di muschio e fior di vaniglia. I busti di donna che illustrano il packaging rosa tenue sono un appunto di viaggio nell’amata Italia, affreschi di Palazzo Farnese a Roma: cinque donne diverse eppure uguali. Cinque ritratti del muschio, nobile e misterioso, come non lo abbiamo mai sentito prima.
La donna è qualcosa di misterioso che sta tra il canto e la poesia.
Alda Merini
Sparigliare, mischiare le carte, dimostrare di poter interpretare personaggi distanti tra loro: Nicole Miller fa di un giocoso e imperfetto esperimento (dove noi siamo l’ingrediente finale) il suo progetto Blackbird. Curiosità e sperimentazione sono la dimensione di questa perfumer-artist, porta con sé gli odori di Seattle e il percorso che la vede dal 2004 ad oggi evolversi da designer di men’s wear a creatrice di fragranze.
Undici eau de parfum cariche di contrasti e originalissimi ingredienti, come le immagini evocate dai loro stessi nomi: Mizuchi, Moto Oud, Pipe Bomb, Targa, Triton, Anemone, Ophir, Iroko, Hallow, Broken Glass, Y06-S. Raccontano sensazioni e visioni difficili e buffe talvolta da descrivere a parole, impresa ancor più ardua tradurli in profumi: un fascio di luce che attraversa un vetro rotto, un futuro in cui non ci saranno più banane, un PC che odora di plastica e metallo in quanto surriscaldato, abusato. Anemone è uno slancio olfattivo che ci colpisce perché interpreta un fluttuante fiore roseo sul fondo del mare aggrappato a un masso antico: profondità e luminosità in un’immagine di grande impatto al contempo, un concentrato di sopravvivenza e poesia.
In questa fragranza, gocciolano sui sacri fior di loto i succhi d’uva e di prugne troppo maturi, fermentano in champagne, mentre l’ambra grigia oceanica cura i petali del prezioso fiore. C’è tempesta: le resine di styrax e di labdano sostengono i frutti nella corrente di tabacco e miele che tengono allerta i nostri sensi. Come sacche di aria tiepida e fresca che si mescolano fino alla fusione, Nicole Miller è libertà d’espressione con un interessante tocco di femminil-consapevolezza, uno sguardo bifronte sulla profumeria del presente che parla al futuro.
(…) primavera non bussa, lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura… Che paura, che voglia che ti prenda per mano… Che paura, che voglia che ti porti lontano.
Il Chimico, Fabrizio De Andrè
Rigore minimal con un guizzo active l’universo M.INT: un brand lanciato nel 2016 che presenta per la prima volta ad Esxence 2018 l’intera collezione di venti carismatiche fragranze unisex, frutto di un intenso lavoro di team lungo quattro anni. È la giovane co-fondatrice Helen Mint in persona a sottolineare quanto l’importanza del loro slogan: “that which trigger emotion”, ossia “quello che scatena le emozioni” guidi le loro inclinazioni e alimenti la filosofia del gruppo che vede la sinergia di ben quattordici differenti nasi, membri di prestigiose aziende quali Firmenich e Robertet.
Da fashion designer a founder di un brand che sonda le ambizioni delle donne di oggi, Helen Mint è un concentrato di energia, freschezza e purezza estetica che si respira visivamente nel design delle sue bottiglie: un total black lineare impreziosito da bagliori metallici, un rimando al mistico effetto ottico del pleocronismo dei cristalli, che variano di colore se osservati da differenti angolazioni. Azure, Blue, Green e Purple sono le quattro direzioni all’interno della collezioni: per ognuna, cinque fragranze magnetiche.
Già Naso nel 2016 di Annick Goutal con Rose Pompom, Philippine Coutrière firma nello stesso anno per M.INT ben tre creazioni: 3-D Scent, Hit The Mark e Irisation. Pensato per una donna senza età, Irisation è il vento caldo che soffia nei giardini estivi, tra innocenti petali di rosa e un ribes dolce e balsamico, il verde rinfrescante del bergamotto in apertura si contrappone alle sfumature rotonde di pralina e vaniglia armonizzate dal patchouli, fino a sfumare in una distinta nota muschiata nella traccia finale della composizione. Un’idea contemporanea di profumo, un appeal che ammicca a quel lifestyle a metà strada tra l’emozionale e il trendy, M.INT è ricerca di armonia nei contrasti, un passaporto al femminile per le donne di oggi.
A me sembra che la primavera abbia tutti gli attributi del poema perfetto: ritmo e controritmo, sapore massimo in ogni istante, capovolgersi continuo di tempo e spazio.
Cristina Campo
Come un concetto distillato in una poesia d’altri tempi, J.Lesquendieu è riuscito a nascondere dentro un profumo tutto l’amore per la sua donna, la più importante. È lei la vera protagonista, il tema principale del componimento.
Lilice nasce all’inizio del XX secolo dal fondatore Joseph Lesquendieu, un inno al legame intimo per la moglie Alice che lui ero solito chiamare in privato Lilice (da qui l’assonanza Alice-Lilice). Bandito dal commercio per tantissimi anni nei quali era appunto ad uso esclusivo di madame Lesquendieu, venne portato alla luce nel 2015, anno del rilancio del brand arrivato alla terza generazione. Oggi possiamo trovare in questa elegante e femminilissima fragranza la passione e l’eccellenza di questo innovativo farmacista-profumiere che nel 1902 fondò una delle luxury maison più esclusive a livello internazionale.
Per la prima volta ad Esxence, gli eredi di questo formidabile creatore di profumi svelano la più romantica delle creazioni firmata Lesquendieu: un sofisticato floreale poudrèe che inneggia alla nobiltà dell’iris dove la freschezza degli oli di limone e bergamotto riposano nella soffusa sensualità di ambra e legno di cedro. Come un poeta del Novecento, Lesquendieu usa un linguaggio di echi e risonanze melodiche arricchite da note impressionistiche, dipingendo gli effluvi di un giardino fiorito a primavera inoltrata. Un profumo esclusivo, ritratto e allusione all’anima elegante della figura femminile a lui più cara, musa e cuore pulsante di Lilice. Come dire: dietro un grande profumo, c’è una grande donna.
La ricerca in un vero prodotto di lusso non dovrebbe avere confini.
Joseph Lesquendieu
Chi ci ha lasciato letteralmente a bocca aperta e naso “digiuno” è Marianna Zeni, con la sua scelta decisamente anticonformista di lasciarci immaginare le sue fragranze. Arrivati allo stand di e-Suitcase, il suo primo e nuovissimo brand di una “collezione tutta da immaginare”, lo stupore di vedere queste quindici bottiglie racchiuse sotto una teca di vetro solletica e disorienta l’aspettativa di annusare il contenuto nascosto in sgargianti flaconi a tinte pop. Come slogan d’effetto, provocanti e subliminali, i nomi delle sue creazioni parlano a chi “nella vita ha avuto tutto”, sono cartoline di viaggio, anzi emozioni vissute in prima persona da questa art director dal carattere originale, coraggiosa nel rompere gli schemi.
Quindici fragranze per donna, undici i Nasi che hanno collaborato al progetto e-Suitcase, dove la “e” sta per “emozione”, chiusa in una valigia piena di esperienze di vita, di viaggi, di amori sbilenchi, di incontri fatali. La suspense si sa può avere molteplici odori… Non ci resta che aspettare il 17 maggio, data della presentazione ufficiale e olfattiva delle fragranze presso Campomarzio70, in via Brera 2, a Milano. Oca Giuliva, Ciao Stronzo, Giramondo, PartiAmo sono le prime quattro “emozioni di vita” che il pubblico milanese potrà annusare durante l’evento.
Educare non significa riempire un secchio, ma accendere una fiamma.
William Butler Yeats
Se c’è una donna che del suo daimon sa parlare al mondo attraverso un profumo è Stefania Squeglia. Tutt’altro che nuova ad Esxence, con le collezioni Talisman e Mendittorosa sorprende ogni volta come fosse la prima. Prezioso repechage tra le donne che si son fatte notare in questa edizione 2018, il suo è un “essere speciale”, sempre incline all’introspezione e all’ascolto della dimensione spirituale che influisce sui pensieri, interroga le coscienze, aspira a una visione eterea dell’identità umana.
Mendittorosa Odori d’Anima s’arricchisce quest’anno di una nuova intensa fragranza: nella trilogia Tempo Senza Tempo, dopo Archetipo e Rituale, si ferma ad ascoltare una canzone ormai capolavoro di Franco Battiato, La Cura. Una melodia che più che una canzone d’amore è una lunga carezza da regalare al proprio Io, per prendersi cura della propria anima, come farebbe una poesia nel sollevarci dalle miserie della quotidianità.
Profonda e universale nell’abbracciare tutte le forme d’amore possibili, La Cura è una presa di coscienza a dedicarsi attenzioni, emozioni, speranze, una preghiera per meditare sulla vera essenza dell’amore, un sottofondo che accompagna tante tappe dell’esistenza, comprese quelle dolorose.
Circolare come un mantra, è un extrait de parfum nato dall’ossessione di Stefania Squeglia per questo straordinario brano, quando arriva la consapevolezza che tutto inizia amando innanzitutto se stessi. Ideata in collaborazione con il Naso Anne Sophie Behaghel di Flair Paris, la fragranza dondola dolcemente tra frizzanti note di agrumi e note intensamente femminili di pera. Cuore centrale della narrazione olfattiva: l’assoluta di fiori d’arancio, una sfumatura bianca di gelsomini, lo slancio amaro di petit grain e neroli.
La melodia di sottofondo è un piano che si spande in tutto il brano, in un crescendo continuo di armonici strumenti, qui interpretati dalle note di cashmeran e legno di cedro. La vanillina unita alla dolcezza del caramello aggiungono un pathos che amplifica l’emozione, un eco languido capace di raccontare il femmineo nelle sue diverse sfaccettature. Considerata la canzone d’amore più bella nella storia della musica italiana, La Cura adesso ha la voce liquida e preziosa di questa passionale e convinta visione artistica di Mendittorosa.
(…) i profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi, la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.
La Cura, Franco Battiato
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….Che dire…..Silvia …..SEMPLICEMENTE …OTTIMO ARTICOLO , dettagliato, inondato di sensazioni ….come quelle sprigionate dai profumi presentati !!
Grazie cara Lia….💋