Esxence 10. Opere olfattive che elogiano l’imperfezione femminile
C’è una crepa in ogni cosa.
È da lì che entra la luce.
Leonard Cohen
Novità, incontri ed eventi dell’ultimo Esxence ancora echeggiano nella memoria e senza dubbio possiamo affermare che la Milano Perfume Week 2018 sia stata una delle più interessanti, per proposte olfattive, allestimenti, spazi più ariosi nonostante il total black che contraddistingue la kermesse milanese in contrasto e correlazione con il total white di Pitti Fragranze, come yin e yang olfattivi. Nel pensiero cinese yin e yang sono gli opposti che entrano in correlazione, definendosi vicendevolmente, confluendo l’uno nell’altro in un equilibrio di ombra e luce, femminile e maschile. Non ci pare un caso, dunque, che la forza yin sia stata talmente pervasiva da ritrovarsi in molte delle creazioni presentate a Esxence 10.
Il femminile, non la femminilità, è un tema sottile e forse meno accattivante, ma che fluisce naturalmente nelle opere olfattive da lungo tempo. La nota positiva è che finalmente la donna non è più perfetta, non di angeli e di femme fatale si è annusato, ma di donne il cui potere femminile è esaltato dalla loro naturale imperfezione.
Anatole France riteneva che l’imperfezione fosse l’essenza del suo essere, riportando ad essa la natura potente e unica di ogni essere umano. Donne imperfette, dunque, e per questo irresistibili. Impossibile non citare le creazioni di Gabriella Chieffo che del femminile è maestra indiscussa.
Già le sue prime opere si presentarono come volontà di rottura da un’immagine stereotipata di donna e ancora ricordiamo Hystera con le sue note di salvia sclarea, iris e vaniglia o Maisìa con foglie di fico, ylang ylang e legni. Donne imperfette che prendono a mani piene la vita, che amano intensamente senza possibilità di protezione. Di una donna esposta alle ferite e poi accolta nell’abbraccio benefico della sorellanza racconta anche la sua ultima, splendida, creazione Lattedoro di cui già vi abbiamo raccontato e che si è distinta come una delle fragranze più interessanti dell’ultima perfume week.
Protagoniste fuori dagli stereotipi anche per Olibere che, nella collezione Les Mythiques dedicata a film che hanno fatto la storia della cinematografia moderna, propone quattro nuovi extrait de parfum a firma Luca Maffei. Una assoluta di rosa enigmatica in Dangerous Rose contornata da patchouli, labdano e oud dichiarano la Mina di Dracula, che sceglie l’oscurità allontanandosi dalla visione angelicata della donna. Un jus dal romanticismo decisamente dark che non indulge nella polverosa epoca vittoriana, ma conduce in epoca moderna grazie a note di cannella e pepe rosa. Back to the 80’s per Chemical Love, ispirato alla algida e scostante Elvira Hancock di Scarface. La fragranza è ipnotica, in continua oscillazione tra calore avvolgente e freddo metallo. Note di arancio amaro si armonizzano in modo imprevedibile con un accordo di cocaina, ylang ylang e note più cremose di whisky e crema di latte rendendo alla perfezione il continuo oscillare tra vicinanza e allontanamento che Elvira giocherà sempre con Tony.
È costruito sul sole, sugli spazi aperti e sulla volontà d’indipendenza di Karen, Savannah’s Heart, ispirazione olfattiva di La mia Africa. Qui un’apertura rapida di bergamotto e rabarbaro riportano alla luce delle terre polverose per poi scivolare in note forti di caffè arabico, legno di sandalo, musk e finalmente una più calda vaniglia africana. Karen è descritta nel suo amore smisurato per l’Africa, per l’irrequieto Denys ma soprattutto per il suo legame ancestrale con una terra spesso inospitale, soprattutto per una donna.
Forza e fragilità unite da un infausto destino per la Nikita di Leather Attraction. Note delicate e luminose di lavanda e semi di carota confondono l’immaginazione che viene subito stordita da un cambio di personalità del jus. Nel cuore si nasconde un potente accordo di pelle leggermente consunta e un’eleganza stupefacente di iris e oud, reso più asciutto da vetiver haitiano. Una fragranza che si fonde con la pelle e resta impressa per lunghissime ore.
Dal cinema al teatro con Divina Mvsa de I Profumi di D’Annunzio. Echi dei fasti dannunziani per questa eau de parfum che fa parte della collezione Odorarius Mirabilis. Dal flacone rosa pallido, la cui forma è perfetta replica di quello creato dallo stesso Vate per l’Aqva Nvntia, fluisce la celebrazione di una delle più eccelse e misteriose attrici di ogni epoca. Eleonora Duse fu tra le prime donne a entrare nella storia del teatro, da sempre dominato dall’uomo, e propose drastiche rotture con il passato nel suo modo di interpretare i personaggi. Enigmatica, a tratti irraggiungibile, di immenso fascino non sappiamo più se stiamo scrivendo della donna o della fragranza, che ben ne riporta i fasti. Note di rosa si alternano all’ingenuità del mughetto e ad un gelsomino notturno narcotico, poi improvvisa un’entrata di foglie di lampone e bergamotto stravolgono la sensualità del jus, rendendolo giocoso e di nuovo si cambia copione scivolando veloci in accordi di legni, fava tonka, vaniglia e muschio.
Nella Collection French Riviera del brand Alex Simone, il racconto olfattivo ruota attorno ad una donna la cui insolenza bambina si fa carattere irresistibile e dominante. Sei eaux de parfums che descrivono 24 ore fatte di solarità, giovinezza spregiudicata e senza pensieri sulla costa mediterranea di Monaco. Villa Simone richiama il risveglio di una giovane donna ancora un po’ imbambolata dalla notte precedente, con note di bergamotto e gelsomino che si fondono nelle note marine del Mediterraneo, un nuovo giorno si apre e nuove avventure attendono. Sole e sogni ad occhi aperti per En Terrasse dove scintille di pompelmo si intrecciano con patchouli e legno di sandalo, è il tempo dell’indulgere ozioso di chi sente d’avere tutta la vita davanti, quel momento perfetto nel quale non si deve fare alcunché se non lasciarsi scaldare dal sole. Irruente ed energico, il femminino si veste d’impazienza in Encore un Peu dove il rabarbaro danza con una polverosa iris e un’ambra legnosa. La festa è cominciata in Après Vous che riprende le note poudre e l’iris ma le unisce a note più maschili di legni, in una danza sfrenata che dura fino al mattino.
Da Monaco alla Thailandia, dal terreno al divino, Dusita, che già ci aveva colpiti con Le Douceur du Siam e Le Sillage Blanc, propone l’eau de parfum Fleur de Lalita.
Prima delle nove gopi, mungitrici, della religione hindu, ma non per questo perfetta e sovrumana, Lalita unisce e separa, fonde il maschile con il femminile, ma ama moltissimo fare scherzi, si arrabbia molto facilmente e non usa sempre un linguaggio riferibile, ma queste caratteristiche non la rendono meno importante, meno sacra.
La fragranza Dusita regala alla pelle una sacralità terrena, resa da una profusione di gelsomino grandiflorum e rosa di maggio di Grasse che si disperdono soavemente nell’assoluta di magnolia e nel giglio bianco. Tratti più verdi di galbano smorzano poi l’intensità di un ylang ylang extra che porta una ventata orientale luminosa e scende più caldo con note di legni e di semi di ambretta per amalgamare le note fiorite. Femminile e maschile delle note di testa e cuore, trovano l’armonia nel fondo con assoluta di vaniglia del Madagascar, sandalo di Mysore, fava tonka e accordo di ambra grigia.
Viva finalmente l’ascesa delle donne imperfette, rese in fragranze che vi stupiranno e che caldamente vi consigliamo di sentire. Magari scoprirete che parlano proprio a voi, perché non è la perfezione che ci avvicina, ma il suo esatto opposto.
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