Elephant & Roses. Tra petali e proboscidi va in scena il ballo della rosa di Maria Candida Gentile
“Un elefante non dimentica mai” (Proverbio inglese)
La vita di un Naso è spesso ammantata di fascino, mistero e un alone di artistica stranezza che ce lo rende distante e per questo ancor più interessante. Ma questa è la superficie, che tanto piace ai mangiatori di notizie, a chi del profumo vede lo sfavillio, dimenticando che un vero profumo è frutto spesso di pazienti ricerche e altrettante cadute.
Alcuni Nasi, però, non hanno bisogno di trucchi di scena e riflettori puntati, ma fanno del proprio percorso di vita e di lavoro una realtà alimentata da studio, dedizione, passione e silenzio. Non si può certo dire che Maria Candida Gentile ami la ribalta, né che si imponga sul mercato a suon di provocazioni e scintillii. Sceglie la semplicità, quale forma più elevata di ricerca, sceglie che a parlare siano i suoi profumi, da sempre custoditi in flaconi dall’estetica solida che non teme i capricci delle mode. Così è anche per la sua ultima, riuscitissima, lo riveliamo subito, creazione.
Elephant & Roses nasce dai suoi ricordi di viaggio che si associano liberamente, attraverso collegamenti creativi dalla logica innegabile che sfuggono alla mente razionale, per dispiegarsi pienamente nel mondo dell’inconscio e affiorare, poi, attraverso una visione precisa che emana gioia e profonda libertà.
Entriamo in questo viaggio e dal buio salgono i primi scricchiolii di rami spezzati come suoni distanti di una natura selvaggia. L’apertura è affidata a odori verdi di timo appena accennati, che ci salvano da aperture più imperiose. Qui siamo di fronte a un viaggio sereno e calmo e le note di testa ci lasciano il tempo di scoprire Elephant & Roses in uno spazio rassicurante addolcito dalle note di osmanto, che ben si sposa con il perfetto dosaggio del timo, che non è troppo per evitare di scivolare nelle sue note medicinali. La dolcezza vira verso note ambrate di cisto labdano rendendo la profondità del viaggio ancor più piacevole, poiché caratterizzata da quella cifra d’eleganza tipica delle creazioni di Maria Candida Gentile.
La soavità della creazione è resa anche dalla giusta durata dell’apertura che dopo la sua rapida evoluzione ci introduce nel cuore della visione di Elephant & Roses.
Dinanzi a noi si apre una distesa color rosa intenso, ci avviciniamo e sono petali di rosa, infusi di un’intensità che rende visivamente ciò che l’olfatto trasmette. Una sferzata potente di rosa turca, oscura al punto giusto, da far perdere la delicatezza del fiore e far risaltare invece il suo lato più conturbante. Badate però, non siamo dinanzi al solito inno alla sensualità della rosa, perché questa, dopo la sua entrée spumeggiante inizia subito a svelare al suo interno note animaliche nette e famigliari che non possono appartenere al fiore, pur qui nella sua accezione quasi terrosa. E’ in questo momento che si rivela la causa del volo dei petali: un gruppo di elefanti sta correndovi sopra, senza alcun motivo se non quello, serissimo, di giocare godendo dei petali e dell’aria. E’ una scena incantevole, di gioia profonda, di profondo legame con la madre terra, resa mirabilmente da Maria Candida grazie alla sua capacità di legare due formule, quella della rosa e quella animalica.
La formule dans le tiroir, che nasce intorno agli anni ’40-’50 del secolo scorso e che Maria Candida Gentile ha appreso durante i suoi studi a Grasse, ha permesso infatti di collegare due formulazioni, creandone una che le unisce e le esalta, dove le note oscure del fiore si sposano con le note animaliche, dipingendo con tratti riconoscibili gli elefanti che calpestano le rose.
L’elefante, nella simbologia indiana e africana, rappresenta la forza, la pazienza, la dignità, la saggezza e la maestosa eleganza.
Le note dell’accordo animale qui utilizzate non lasciano dubbi: siamo vicinissimi a questi giganti della terra, la cui pelle è lambita dai petali in volo. Note potenti, ma mai disturbanti, ruvide e fecali, ci accolgono in una danza scatenata per poi ammorbidirsi leggermente, grazie alle note di ambra grigia, ancora persistenti, che rendono l’accordo più raffinato e moderno. La danza allegra degli elefanti continua, ma è ora più lontana da noi che entriamo in un fondo sicuro di vetiver di Giava e sandalo. Ora il profumo, dopo lunga evoluzione, si presenta più delicato, più calmo, ancora leggermente esotico, ma più morbido e confortevole, la chiusura perfetta di una danza scatenata. E’ una scena surreale se letta con la razionalità, ma bellissima, potente e vivificante se la leggiamo con il cuore. Come bellissimo, potente e vivificante è Elephant & Roses, dove le citazioni saltano da un quartiere londinese, Elephant & Castle, al quale la creatrice è particolarmente legata, fino alla scena emozionante di un gruppo di elefanti che si abbevera in Africa, per passare di nuovo alla rosa inglese che richiama nuovamente al colonialismo inglese in terra d’Africa in una circolarità che disorienta e rallegra come il più perfetto humor inglese.
Originale e fuori dal coro Elephant & Roses è una eau de parfum che saprà rallegrarci, dandoci quella giusta dose di allegra follia necessaria a superare il lungo inverno, scaldandoci dai freddi rigidi con le sue note fiorite e animaliche, morbide e ruvide al contempo.
In fondo, affrontare l’inverno che avanza con un gruppo di elefanti che corrono calpestando petali di rosa, ci pare il modo migliore per arrivare indenni alla primavera!
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semplicemente meravigliosa… una profumo che combina il volo frivolo dei petali con il passo pesante delle note animaliche! solo il naso gentile di maria candida poteva creare una fragranza simile. bravissima!
Eh sì, concordo con tutto quello che è stato scritto. Bellissimo lavoro!
Alleluia… finalmente una rosa che non è accoppiata con oud o patchouli, non se ne poteva più!!
Lei, Olivia Giacobetti e Celine Ellena sono delle vere creatrici di sogni! Spero di leggere presto una rece della vaniglia nera!
Confesso che la trilogia il volo del calabrone non mi ha mai convinta… troppo volatile, appunto. Ma questa sì, mi piace tanto. Brillante all’inizio poi si scurisce piano piano senza mai appassire. Il fondo lo trovo decisamente notevole: alito animale che narcotizza il fiore senza soffocarlo. Voto 8/10