Eau d’Ipanema. L’estate carioca in profumo di A Lab on Fire
Dal deserto texano, in un luogo imprecisato vicino alla città di Marfa parte un sottile filo conduttore che punta dritto verso il Brasile e va a intrecciarsi tra San Paolo e Rio de Janeiro. Il punto di partenza di questa immaginaria teleferica è un misterioso laboratorio/atelier governato da un altrettanto misterioso personaggio dal nome di Carlos Kusubayashi, mente creativa di A Lab on Fire, un brand di Profumeria Artistica in costante ascesa dal suo debutto nel 2011 ad oggi, nonostante una produzione volutamente limitata e dei metodi di lavoro segretissimi.
Un uomo misterioso questo Carlos, che mantiene segreta anche la sua identità, non si lascia fotografare o filmare ma racconta attraverso comunicati e collaboratori un po’ della sua storia fuori dall’ordinario, che è iniziata proprio in Brasile a San Paolo. Qui Carlos è nato e ha trascorso la sua infanzia fino alla prematura scomparsa del padre, dopo la quale si è trasferito ed è cresciuto in Giappone, accumulando le più disparate esperienze lavorative: in una fabbrica di automobili, poi come apprendista per un maestro Kyoji nel campo della calligrafia, poi in giro per il mondo, fino ad approdare a Brooklyn come assistente per lo scultore e creatore di fragranze giapponese Nobi Shioya, fino al 2009. Da lì a pensare di realizzare una propria linea di profumi, frutto della propria visione artistica e del genio di collaborazioni stimolanti con i più brillanti talenti del mondo della profumeria, il passo è stato breve.
Nel 2016 il legame mai spezzato con il Brasile delle origini si rinsalda con il riaffiorare di alcuni ricordi d’infanzia, in particolare grazie ad una foto che ritrae Carlos bambino in braccio al padre, sulla spiaggia carioca di Ipanema, e pare quasi di sentire sullo sfondo la voce gentile di Astrud Gilberto che canta la più famosa celebrazione di quella spiaggia e delle sue bellezze, la “Garota de Ipanema” di Tom Jobim, leggera e soave, velata di malinconia, di “saudade” e di calda sensualità.
E’ con l’intento di catturare questi ricordi e le sensazioni che gli evocano che Carlos si rivolge al Naso francese Jean-Marc Chaillan (uno che del Brasile e dei suoi sapori se intende, avendo sposato una Brasiliana) e con lui crea Eau d’Ipanema, un jus carico di note fresche e dolci, ricco di fiori e frutta esotica.
Si parte subito con una testa che è una generosa offerta di ananas, mango, frutti rossi e bergamotto abbelliti da una spruzzata di pepe rosa (compagno frequente dei jus fioriti e fruttati), un’estate carioca in bottiglia, cui segue un cuore dal duplice tono agrumato (assoluta di fiori d’arancio e neroli) e fiorito (gelsomino e fresia) bagnato da acqua Tunisia LMR, una fragrante freschezza che disseta e prepara a un finale costruito su molecole che riproducono un accordo cremoso che va a adagiarsi su un letto di vaniglia e muschio, un calore e una morbidezza che sanno tanto di “saudade”.
Eau d’Ipanema è un jus dall’anima latina concepito sull’onda di una introspezione olfattiva, che conquisterà garotas e meninhos con le sue note fresche e dolci, tra fiori e tanta tanta frutta.
Olha que coisa mais linda / mais cheia de graça
é ela menina / que vem e que passa
no doce balanço, a caminho do mar
(Guarda che cosa stupenda / colma di grazia
è lei, la ragazza / che viene e che passa
in un dolce dondolarsi / verso il mare)
Garota de Ipanema – Antonio Carlos Jobim, Vinicius de Moraes
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