Eau Absolue ~ Mona di Orio (Perfume Review)
In Profumeria, storicamente l’eau è una composizione molto alcolica, volatile, leggerissima, un’acqua aromatizzata con cui cospargere abbondantemente il corpo, magari dopo un bagno rilassante prima di coricarsi, per godere del piacere effimero e breve di accordi solitamente floreali o esperidati, con dosaggio sempre molto basso. L’eau, solitamente, preferisce un’aspersione splash e ama gesti ampi e generosi. L’absolue, invece, si centellina. E’ il non plus ultra della concentrazione e della potenza di un profumo, un’iper-essenza da posare con piccoli tocchi sui pulse point del corpo, sovente contenuta in un’ampollina minuta e costosissima.
Da qualche settimana poi è arrivata Eau Absolue di Mona di Orio, l’allieva di Edmond Roudnitska scomparsa prematuramente nel dicembre 2011, creazione postuma lanciata dal cofondatore Jeroen Oude Sogtoen per la collezione Les Nombres d’Or. Cos’è allora questa fragranza che è acqua ma anche assoluta e unisce nel suo nome due caratteri polarmente opposti in quello che potremo definire un ossimoro olfattivo?
Eau Absolue si presenta con un bel colore dorato che richiama l’apertura strutturalmente simile ad una colonia esperidata, con una testa che è un bouquet di essenze agrumate, composto da bergamotto di Sicilia, clementine (una nota appena avvertibile, inserita per “ammorbidire” l’accordo), petit grain e olio essenziale di litsea cubeba, ottenuto da un piccolo albero tropicale appartenente alla famiglia delle lauracee, il May Chang, presente in Cina e Vietnam. La litsea, detta anche “verbena tropicale”, ha un profumo citrico e intenso, ma soprattutto è tenace, tanto da sovvertire la natura fugace degli esperidati, tipiche note volatili di testa. Inoltre, grazie alla sua potenza aromatica, conferisce agli accordi iniziali il carattere di “assoluta” richiamato nel nome, tenendo ben salde le note di testa e rendendo più lenta la loro dissolvenza.
Poi l’evoluzione lungo la piramide olfattiva sposta gradualmente l’eau verso un territorio diverso. E’ l’inizio di una serie di chiaroscuri, di contrasti ed evoluzioni cui Mona ci ha abituati da sempre nelle sue costruzioni olfattive basate su meravigliosi giochi di luci e ombre, la stessa fusione di opposti che definisce appunto l’ossimoro letterario, il paradosso solo apparente manifestato dalla fase di cuore con il collaudato accordo aromatico e speziato di pepe rosa e vetiver di Java (quest’ultimo è un minimo comun denominatore di tutte le fragranze della maison), rinforzato dalle note speziate del pimento giamaicano e da quelle floreali e intense, leggermente citriche del geranio egiziano.
L’epilogo arriva con la fase discendente della piramide, in cui emergono le note legnose del cedro della Virginia, saldamente assestate sulla resina di labdano, dai sentori di cuoio e ambra, e sul muschio. La fragranza, nata fresca e squillante, diviene calda e sensuale. Si distende su una coda di legni e resine e si lascia andare a un finale notturno, leggermente convenzionale rispetto ai passaggi insoliti e affascinanti che caratterizzano il cuore, pur continuando il gioco di contrappunti che rende questa creazione unica, speciale, emozionante.
Nessun contrasto e nessuna sorpresa per il packaging, fedele a tutti i profumi della collezione Les Nombres d’Or: un’elegante scatola di colore rosso, che contiene un flacone cubico di cristallo lucente da 50 o 100 ml, chiuso da un tappo importante e sigillato con una gabbietta di metallo, come si conviene a uno champagne pregiato.
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Che emozione leggere che è piaciuto anche a voi!! E’ il profumo che indosso in questo periodo e penso che arriverò fino in fondo alla bottiglia, un record per me!! Bellissimo!
Mi dispiace dirlo ma l’acqua assoluta di madame di orio mi ha lasciata del tutto indifferente. Non dico che sia un cattivo profumo ma mi aspettavo una meraviglia alla Lux, il mio grande amore. Aspetto con trepidazione la violetta, sperando con tutto il cuore che non sia verde o gourmand ma notturna, umida e legnosa. Non vedo l’ora che arrivi settembre!
Mmmhhh… sono molto perplessa sulle strategie di Mona di Orio.Troppi lanci ravvicinati. Ho l’impressione che si voglia sfruttare il più possibile il ricordo di Mona, prima che l’effetto nostalgia svanisca tra i suoi fans. Non mi stupirei se a Firenze verra annunciata una nuova creazione e non sto parlando di Violette Fumée.
ciao sniffandsmell, hai pienamente ragione ma BUSINESS IS BUSINESS e in certi casi è meglio spremere il limone quando ancora fresco. Ho letto in giro che è in progetto la resurrezione della Collezione Grigia quindi preparati, le novità sono appena iniziate.
Guarda, se fanno una cosa del genere non sono che contenta, le prime fragranze di Mona erano dei signori profumi, erano ben costruiti, proiettavano alla grande e avevano molto da dire, anche se non hanno avuto il successo che meritavano… E poi io sono per la rivalutazione del patrimonio artistico… ; )