Don’t ask me permission. Simone Andreoli vola a Rio con un orientale fruttato
Ventisette anni a Novembre, otto creazioni all’attivo ed una maturità professionale invidiabile, Simone Andreoli presenterà nell’ambito di Fragranze 15, che si terrà a Firenze dall’8 al 10 Settembre 2017, il nono capitolo del suo Diario Olfattivo.
Noi di Extrait abbiamo avuto l’onore di “sbirciare” in anteprima le pagine dedicate a Don’t ask me permission – questo il nome del nuovo profumo firmato Andreoli – e siamo entusiasti di potervene parlare prima di ogni altro.
Con la sua instancabile passione per il viaggio, il giovane creatore carpigiano, nel suo girovagare da un capo all’altro del globo, fa scalo questa volta in Brasile per raccontarci, con il linguaggio delle note olfattive, gli eccessi delle sfrenate notti brave di Rio, tra party alcolici e la spiaggia di Copacabana.
Don’t ask me permission racchiude in sé un coacervo di sensazioni ad altissima intensità, dove l’olfatto innesca una cascata di concatenazioni limbiche che ci proiettano in uno scenario disegnato fin quasi nei minimi particolari.
Avvicinando il naso alla sua nuova creatura, infatti, possiamo quasi immaginare Andreoli stesso venirci incontro tra la folla e tenderci con una mano un drink mentre con l’altra ci fa segno di seguirlo nel caotico frastuono del baccanale carioca al quale ci siamo dati appuntamento.
Improvvisamente ci sembra di udire per davvero la musica assordante, il vociare confuso della gente in festa, l’esplosione casuale di fragorose risate… Ci sembra di essere quasi realmente toccati dai corpi che si ammucchiano nella calca danzante e, come spesso accade, un urto accidentale sparge, nell’aria accaldata, insieme al liquido che stiamo sorseggiando, anche note di zucchero, arancia dolce e pesca che, con l’immancabile lime e un accordo di cachaca, vengono shakerate nella fragranza di Andreoli in modo tale da versare nel nostro bicchiere una caipirinha: cocktail simbolo della tradizione brasiliana, qui declinato al passion fruit.
Ma il viaggio attraverso olfatto e sogno non finisce qui. Le note appena descritte si mescolano a quelle cremose dell’ylang ylang e dell’eliotropio, alle sfumature legnose e morbide del sandalo, all’istintiva e misteriosa animalità dell’ambra grigia. Ancora immaginazione, ancora visioni oniriche: materie prime che formano un filo d’Arianna olfattivo invisibile, elettrico e irresistibile che è imperativo seguire.
È l’odore della brama che ci accende, che ci mette in cerca e ci dispone nel modo più aperto possibile agli incontri che si giocano sulla scacchiera del caso o del destino.
È l’odore della pelle di quella ragazza mulatta dalla chioma crespa e dalle iridi scure che vediamo, là in fondo, dimenare il suo corpo sinuoso e bellissimo, seminando nell’atmosfera il profumo di sé al ritmo senza freni di un ballo latino.
È l’odore dello stupore che proviamo quando lei mette i suoi occhi nei nostri e appoggia al nostro il suo sorriso.
È l’odore di un linguaggio a cui non servono parole per invitare all’appagamento.
È l’odore inebriante della nuvola di capelli neri in cui affondiamo il viso durante l’amplesso.
È l’odore del sole del giorno che si spegne su due corpi, per una notte senza nome, intrecciati nella sabbia di Copacabana, dove lo scrosciare della risacca si sostituisce alla musica nello scandire l’andamento dei lombi che si muovono, questa volta, al tempo di un’altra danza, di un altro svago per il quale è il desiderio, e lui soltanto, a decidere senza chiedere alcun permesso.
Don’t ask me permission: non mi chiedere il permesso per fare di noi due tutto ciò che vuoi.
Ancora una volta si manifesta nella profumeria di Simone Andreoli il tema della passione; una passione che in Sentosa assume i tratti di un’ipnosi erotica, mentre in Silenzio si veste della taciturna intensità dell’amore.
In Don’t ask me permission, invece, è la volta dell’urlo interiore che scatena l’attrazione fisica e che, impetuosamente, trasgredisce ogni scrupolo, barriera o difesa; che è in grado di rendere prossimi due perfetti sconosciuti, capaci di darsi vicendevolmente in un’intesa disinibita e libertina senza chiedersi altro che questo.
Per dirci tutto ciò, Andreoli sceglie una fragranza orientale fruttata con accenti gourmande, che si distacca dai tradizionali percorsi che virano verso ambra, legni o spezie, preferendo appaiare ad una base calda, dai tratti mediorientali, una sfaccettatura esotica ottenuta ricreando olfattivamente una caipirinha al passion fruit.
È una fragranza decisamente persistente, dall’envol peccaminoso e dalla scia infinita. Una fragranza sfrontata, che per l’appunto non ha bisogno di permessi per imporsi.
È l’allure di una donna libera, decisa e consapevole della propria carica erotica. Proprio come la donna che ci ha visitati nella nostra fantasia.
Piramide olfattiva Don’t ask me permission – Simone Andreoli Diario Olfattivo
Note di testa: lime, arancia dolce, zucchero
Note di cuore: passion fruit, pesca, ylang ylang, eliotropio
Note di fondo: ambra grigia, muschio bianco, sandalo, accordo “cachaca”
Concentrazione e formato Don’t ask me permission – Simone Andreoli Diario Olfattivo
Eau de Parfum – 100 ml
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