Djhenné. Parfumerie Generale trasforma Firenze in un’oasi di profumo
La prima volta che Pierre Guillaume ha messo il naso in Italia era il 2008, in occasione di Pitti Fragranze 6, quando la fiera esponeva ancora nelle Limonaie dei Giardini di Palazzo Corsini. Sembra ieri.
Il pubblico italiano rimase immediatamente affascinato dal modo di comporre di questo giovane naso che levigava legni bruni con fiori orientali, mischiava il femminile nel maschile e inseriva accenti luminosi in bouquet ripieni di note ombrose. Cozé, Aomassai, Cuir Venenum, Louanges Profanes, Brulure de Rose… La lista di jus che hanno lasciato il segno è lunga e, a distanza di anni dal loro lancio, quasi tutti gli opus di Pierre Guillaume si sono trasformati in profumi must have. Stesso destino è riservato a Djhenné, il nuovo opus legnoso-aromatico che Pierre Guillaume presenterà tra pochi giorni a Pitti Fragranze 10.
“L’abbandono al sole. Oasi lussureggiante, Djhenné è un’ombra calda. Un fodero di cuoio con grano e mirra, che protegge dalla sabbia bollente le delicate foglie di menta argentata e il candore inebriante del fiore di siringa”
Con questo 22° opus, Parfumerie Generale esplora il tema olfattivo dell’oasi mettendo ancora una volta in mostra tutta la sua bravura nel costruire scenari immaginari che grazie all’olfatto diventano reali. L’ombra calda di un’oasi circondata da oceano di sabbia bollente è l’incipit di Djhenné: una sensazione di frescura e calore che il naso francese ha ricreato con una formula in bilico tra la freschezza floreale di un accordo di lavanda grigia, menta argentata e siringa e il calore di una nota “cuoio biondo” ottenuta con mirra, cedro blu, fava di cacao e assoluta di grano.
Concentrazione e formato Djhenné – Parfumerie Generale
Eau de Parfum – 100 ml
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Mhhhhh, questo mi intriga parecchio, specie l’accoppiata grigio/freddo-biondo/caldo. A PG riescono bene gli accostamenti contrastanti, il gourmand-amaro di Aomassai rimane insuperabile, per non parlare del bianco-nero di MMaori e l’angelico-peccaminoso di Louanges. Le uniche note dolenti sono il prezzo e la persistenza fantasma.