Di gattemorte, uomini miopi e profumi paradisiaci
Non c’è uomo – ma soprattutto non c’è donna – che almeno una volta nella vita non si sia imbattuto nella seduttrice occulta, nell’ammaliatrice insospettabile, nella regina dell’indifferenza: la temutissima gattamorta.
Cos’è una gattamorta? A testimoniare che non è un’invenzione di maschi rimbalzati o donne cornificate, se consultiamo la Treccani scopriamo che non solo si può scrivere anche staccato, ma che è un termine usato persino dal Manzoni. In breve, è una persona che “sotto un aspetto tranquillo e mansueto nasconde tutt’altro carattere, e fare la gatta morta significa ostentare semplicità oppure indifferenza, per non destare sospetti e riservandosi di agire a proprio vantaggio in un momento più opportuno.”
[Disclaimer: chi odia le generalizzazioni e fa parte di frange estremiste femministe può fermarsi qui.] Per tutti gli altri, non è vero che Lei può presentarsi sotto qualsiasi outfit, come alcuni fanno credere: difficilmente vedrete una GM agghindata da panterona, anche se potrete apprezzarla in un tubino o in altro abito che le fasci le forme, solitamente mai eccessive.
La GM, infatti, non è tettona, non svetta quasi mai su gambe chilometriche e non ha nemmeno quel paio di occhi azzurri limpidissimi o verdi e ipnotici che ti agganciano a un party e che non dimentichi mai più. Anzi. Nemmeno la noti subito: ci vuole almeno una seconda occhiata. A volte pure una terza.
In compenso lei a scoccarle è bravissima.

A quel punto l’uomo è incuriosito e si domanda: “E questa chi è, che non l’ho notata subito?” E la domanda è giustificata dal fatto che, appunto, la Silvia, Patrizia, Chiara, Alessandra di turno (hanno sempre nomi così, un po’ generici) non ha nulla fuori posto. Ha un bel viso, armonioso, senza difetti; un bel corpo, in cui si faticherebbe a trovare grossi punti da criticare, a meno di non essere donne, ovvio.
Se sei uomo, quando l’avvicini non è esattamente né antipatica, né la classica tipa che ti fa scoppiare a ridere con battute sagaci e dirompenti. No, al massimo è un po’ ironica, di quel sarcasmo soft che arriva un po’ dopo, ma che punge. È gentile, se dice parolacce le fa con una certa innata eleganza, ma non è neppure una che ruba la scena monopolizzando la conversazione in un gruppo. [Nel frattempo, le donne hanno smesso di leggere questo articolo molte righe più su, perché tutto ciò che si può dire su una GM, una donna lo sa già.]
Il poverino che invece ci prende la facciata, come un miope davanti a una vetrata perfettamente limpida, è l’uomo, tratto in inganno dall’aspetto apparentemente malleabile, innocuo, dall’atteggiamento mai eccessivo e mai aggressivo di lei. Lei che trasmette quel messaggio tipo: “Dai, coraggio, fatti avanti: non hai nulla da temere da me e di certo non infierirò sulla tua innata timidezza.” Ma la GM, come vi spiegherebbe anche David Attemborough, si nutre indifferentemente di uomini spavaldi e di timidoni.
Ma veniamo al punto: che profumo indossa la gattamorta? Qui nessuno sa rispondere, perché appunto è un profumo da GM, e perciò non lo noti se non quando l’hai spogliata e siete distesi su un letto (cosa che però non accade mai – nemmeno quelli di BBC Earth hanno mai documentato una GM a letto con qualcuno). Anzi, in genere Lei risponde: “Non metto profumo: è la mia crema idratante profumaaataaa!“
La vera domanda quindi è “che profumo posso mettere per non essere scambiata con una gattamorta?” Noi di Extrait vi consigliamo Bleu Paradis di Terry de Gunzburg: già alla vista della boccetta evoca leggerezza, trasparenza, soavità grazie al colore celeste acquerello del jus. Niente trucchetti, sotterfugi, finti sminuimenti da GM, quindi.
Litchi, rosa trasparente e cedro fumé sono complici di note calde muschiate e della preziosa ambra per ottenere un’essenza sincera, diretta e scevra da giochetti tardo-adolescenziali: è il profumo per un approccio adulto, aperto e trasparente, come il suo stesso colore, alla seduzione. Quella vera.
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