Deep Island ~ Simone Andreoli Diario Olfattivo (Perfume Review)
“Ho attraversato mari, ho lasciato dietro di me città, ho seguito le sorgenti dei fiumi e mi sono immerso nelle foreste. Non ho mai potuto tornare indietro, esattamente come un disco non può girare al contrario. E tutto ciò a cosa mi stava conducendo? A questo preciso istante.” (Jean-Paul Sartre)
Un luogo dove il silenzio diventa una preghiera e un inchino un gesto di fede. Una terra circondata dall’odore del mare che esala fumi mistici e vibra al rintocco di bronzi sacri. Nel suo terzo diario olfattivo Simone Andreoli approda nel paese del Sol Levante, sull’isola di Miyajima, per raccogliere gli odori meditativi del santuario shintoista di Itsukushima. Deep Island è la fragranza che racconta il suo viaggio in Giappone e l’inizio di un’esplorazione interiore che lo porterà a comprendere il significato del suo essere compositore di essenze.
“Rapito dal fumo interrogo il mio profondo per ricercare l’essenza più perduta della mia persona, la mia anima. Non trovo risposte nitide ma navigo nel buio di questa pace interiore che sembra guidarmi come un maestro in ogni frammento del mio cuore.”
Pensieri che diventano parole e poi note olfattive. Come Camouflage e Business Man, anche Deep Island custodisce al suo interno frammenti di riflessioni che hanno accompagnato il creatore nel miracoloso processo di trasformazione di un’immagine invisibile in liquido odoroso. Quasi delle istruzioni d’uso per i sensi, un dettaglio che rende ogni profumo di Simone Andreoli una composizione da leggere prima con l’anima, poi con la pelle e infine con l’olfatto.
“In questa assidua ricerca mi sento ospitato in un oasi parallela al mondo, dove il tempo si ferma e tutto desiste dall’essere veloce e frenetico per diventare equilibrio del silenzio e dei sensi.”
In un periodo in cui la profumeria è dominata da fragranze all’oud e dall’oriente più intenso e voluttuoso, Deep Island affascina perché racconta un oriente diverso, più sottile e nascosto, che necessita di silenzio e di calma per essere scoperto e compreso, non a caso è satura di note mirrate e incensate che attraversano la composizione con estrema lentezza. Mirra, incenso, muschio e note minerali… Poche note per una fragranza all’apparenza minimalista che durante la sua evoluzione scandaglia in profondità la bellezza di materie prime, a prima vista briciole di minerali poveri che una volta liquefatte rivelano di possedere una natura preziosa. Senza agrumi e note erbacee, si apre con la freschezza balsamica della mirra che emerge con vivacità e vigore grazie all’evaporazione della parte alcolica dell’eau de parfum. Una volta dissolta la percentuale etilica la mirra diventa una traccia intima e morbida sulle superfici su cui si posa, sia esse cartacee o epidermiche, rivelando il carattere riflessivo di Deep Island.
La fragranza prosegue poi con il passo lento e cadenzato proprio delle composizioni orientali rimanendo sempre accostata alla pelle anche quando nella sua scia entra un incenso in grani, fresco e luminoso, reso per fumum liturgico dall’abilità compositiva del Naso, seguito da un innesto di labdano e muschio che amplifica il tocco liquoroso lasciato dalla mirra nelle fasi iniziali della formula.
Femminile nonostante l’assenza di note fiorite, profonda senza ricorrere ad accordi legnosi e cuoiati, Deep Island di Simone Andreoli potrebbe sembrare una composizione senza capo né coda, specie a coloro che sono abituati a fragranze costruite su una struttura piramidale, e così è: non ha un inizio e una fine, non sale e non scende, ma ruota in moto perpetuo attorno a un braciere fumante di note mesmerizzanti dentro il quale comprendere l’impermanenza della vita.
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