De Profundis. Serge Lutens incontra Oscar Wilde
“Caro Bosie, dopo lunga e sterile attesa ho deciso di scriverti io, per il tuo bene come per il mio, poiché non vorrei proprio ammettere d’essere passato attraverso due lunghi anni di prigionia senza mai ricevere un solo rigo da te, una qualsiasi notizia, un semplice messaggio, tranne quelli che m’arrecano dolore.”
Comincia così De Profundis, l’intensa lettera scritta da Oscar Wilde e indirizzata al suo amore proibito Bosie, alias Lord Alfred Bruce Douglas.
Per questo amore, Wilde, scrittore dalla cultura sconfinata e dal mirabile senso estetico, lasciò che il suo cuore venisse frantumato, insieme alla sua vita e alla sua posizione sociale, perdendo tutto quanto avesse conquistato col suo genio.
Passò due anni ai lavori forzati, venne spogliato di tutti i suoi averi, allontanato dalla famiglia e dai due figli, perché l’amore, nell’Inghilterra vittoriana, poteva essere solo tra un uomo e una donna, mentre “l’amore indecente”, quello tra persone dello stesso sesso, veniva duramente condannato, doveva restar nascosto tra le pieghe buie della società.
Così Wilde percorse l’unica strada sensata anche se questa lo avrebbe portato al declino e alla sofferenza: percorse l’amore, anche se fu amore per un uomo che lo distrusse, che lo usò come pedina in un duello infinito con l’odiato padre.
Evidentemente, abbiamo perso l’abitudine di scrivere e non intendo mail, sms o tweet, intendo lettere vere, su carta, redatte a mano, prendendoci il tempo per riflettere, per rendere il senso dei pensieri in frasi.
A volte, però, dovremmo tornare a fare cose desuete.
E dovremmo leggere De Profundis, riconoscendo nei pensieri di Wilde, pensieri che sono anche nostri.
Chi di noi non ha mai incontrato l’amore che distrugge, può ritenersi fortunato.
Quante volte il nostro corpo è più saggio del cuore e della mente e ci grida che ciò che stiamo facendo è sbagliato. E quanto restiamo sordi ai suoi reclami!
Ma la vita è così, ci permette di scivolare in relazioni confuse, difficili, che già in partenza si proclamano fallimentari. Come se avessimo bisogno del dolore del nostro cuore infranto per sentirci vivi.
Permettiamo “all’amore della nostra vita”, perché sempre è l’amore della nostra vita, di penetrarci, di scomporre il quadro del nostro destino, di farne barchette di carta e di lanciarle nel mare in tempesta. Lasciamo che tutto ciò avvenga, in nome dell’amore, della speranza o forse solo della paura di restare soli e così facendo offriamo il nostro cuore perché venga lacerato dai morsi cannibali di chi dice di amarci e invece non sa neppure vederci. Manca il coraggio di dire che questo non può essere amore, che questo è un gioco al massacro dove ci sarà un vincitore e un vinto. Ma questo non è amore!
Così fu per Oscar Wilde, recluso nella sua cella, distrutto nello spirito e nel corpo, così è per tutti quelli che chinano il capo offrendo il collo ad un amore sbagliato.
Dovremmo chiederci che bisogno abbiamo di incontrare simili dolori nei nostri cammini, qual è il senso di queste sofferenze, perché di vita, nel mentre, ne perdiamo così tanta e questa, si, non tornerà più.
E’ l’orgoglio? Non voler ammettere di aver sbagliato scelta? È il nostro spirito martire e salvifico che spera nella nostra capacità di redenzione? È la miseria dell’animo umano che non sa bastare a sé stesso e che cerca la propria felicità negli occhi di un’altro essere umano? È un bisogno inconscio di ritrovare esperienze passate?
Non so rispondere, ognuno dovrebbe interrogarsi e sperare di trovare una risposta.
Ecco, trovare un senso, cercare una via d’uscita. Wilde lo fece in questa lunga lettera che è la summa del suo magnifico pensiero, del suo stile, del suo animo e dell’immenso dolore che scoprì essere strumento di salvezza.
Lasciare andare, esser capaci di lasciare andare.
Probabilmente Lutens lesse il De Profundis di Wilde, o forse no; sta di fatto che risiede una perfetta simmetria tra il profumo e il suo specchio scritto.
Di certo De Profundis di Lutens è la rappresentazione odorosa del De Profundis di Wilde e si rincorrono tra le pagine e tra gli effluvi in una preghiera oscura che sale al cielo portando via qualcosa di noi.
L’essenzialità delle linee che tradiscono l’eleganza sobria, pulita del flacone, il colore profondo, quel viola ipnotico che è un invito a voltare lo sguardo dentro noi stessi. Viola colore mistico, colore del lutto, colore di estrema eleganza.
Scendere nelle profondità dei nostri perché e capire: il liquido viola scuro, perfetto custode di quel profumo inquietante e nel contempo attraente che è De Profundis, è un invito all’introspezione, al viaggio nelle oscurità paurose dell’anima.
Ogni cosa è destinata a morire, ogni cosa prima o poi avrà il profumo dei crisantemi. Morì l’amore per Bosie, moriranno i nostri amori sbagliati e Lutens declama l’addio nella sua celebrazione odorosa, nell’ardita scelta del crisantemo in piramide olfattiva.
Accorgersi che è amore impossibile e saperlo lasciar andare: è questo il dolore più grande, amare e sapere che non è amore, amare e lasciar andare è un po’ come morire.
Chiudere la porta a chi ci dà solo dolore pare un atto disgustoso, un assassinio infame. Eppure dentro di noi sappiamo che è l’unica via d’uscita.
Spargere lacrime sui ricordi, sulle attese deluse, sui sorrisi, sull’amore eterno che non sarà mai, benedire tutto in un ultimo saluto e un soffio di incenso si libera in armoniosa trascendenza con il crisantemo in Lutens.
Accorgersi che non siamo fatti per l’eternità, accorgersi che siamo fatti di attimi minuscoli che mescolano desideri e speranze impastandoli nell’odore della vita, incastrandoli nelle profondità del cuore, rendendoli motore di ogni nostro gesto.
Il nostro cuore, ramingo viandante in cerca di una casa, che non è mai la nostra, ma quella di un altro essere che ci lusinga con il profumo di frutti canditi deliziosi, quei frutti proibiti e preziosi che Lutens stempera con le note verdi della violetta nel suo De Profundis come tentazioni irresistibili di altrettanti irresistibili idilli, che ci fa presagire delizie e ristoro, morbide carezze tanto cercate. Ne abbiamo così bisogno.
La droga della vita è l’amore e non possiamo farci niente, anche quando l’amore distrugge dobbiamo percorrerlo, finché non cadiamo stremati ed è fin lì che gli odori di De Profundis giungono, parlandoci di noi, del nostro cuore spezzato, della morte e della vita, di una piccola luce nel viola profondo delle nostre paure.
Il De Profundis è la preghiera che viene recitata nella liturgia dei defunti, ma è anche il frutto di una grande prova esistenziale, è l’estremo saluto, il commiato finale e definitivo.
Oscar Wilde dedicò il suo personale De Profundis a Bosie.
Ognuno di noi ha un De Profundis da scrivere oltre il quale lo attende la pace, il senso di leggerezza del cuore ferito che riprende a respirare.
Oltre la porta del dolore, è lì che ci attende il De Profundis di Lutens, che celebra la morte come parte della vita e come oscura via di rinascita, come memento e come augurio di luce oltre l’oscurità.
“E ho un’ultima cosa da dirti. Non aver paura del passato. Se la gente ti dice che è irrevocabile, non crederci. Il passato, il presente e il futuro son solo un momento agli occhi di Dio, alla vista del quale dovremmo cercare di vivere sempre. Il tempo, lo spazio, la successione e l’estensione sono semplici, accidentali condizioni del Pensiero. L’Immaginazione può trascenderli in una libera sfera d’esistenze ideali. Anche le cose sono nella loro essenza quel che vogliamo fare di esse. La realtà d’una cosa dipende dal modo in cui la si guarda.”
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Complimenti Anna per l’ articolo stupendo..!!!
L’ unica mia perplessità riguarda l’ utilizzo da parte di Lutens del profumo del crisantemo…Non è uno dei pochi fiori totalmente inodore ? Forse il riferimento era puramente letterario, utile per dare una connotazione crepuscolare al profumo…
Cara Rossy,
grazie per aver lasciato il tuo commento e per i complimenti! La prima volta che ho sentito l’odore del crisantemo fu in un tè giapponese. L’odore era stranissimo, verde, asciutto, ma nel contempo piuttosto narcotico. Confesso che non lo amai subito, ma ne avvertii la complessità. Ancora oggi sorseggio tè al crisantemo e mi lascio stupire e inquietare dalle sue note odorose. Il fiore ha un suo aroma particolare, anche se non è molto usato in profumeria, ma recentemente Keiko Mecheri ha colmato questo vuoto con Johana, un bellissimo profumo che ha in piramide una varietà di crisantemo giapponese. Speriamo che altri nasi seguano il suo esempio!
Post bellissimo, ma poteva essere altrimenti con wilde e lutens di mezzo? Ti piace vincere facile… ; )
Ciao Beatrice, grazie per il tuo commento! In effetti far incontrare due maestri di tale livello è partire già con un buon vantaggio! ;-)
Come tutti i Lutens l’ho preso a scatola chiusa appena è uscito. Me lo aspettavo mortifero, spettrale, livido e gelido come una lapide e invece… niente di tutto ciò. E straordinariamente caldo e suadente, viaggia a lungo sulla pelle e cambia in continuazione, anche se il suo passo è lento. Il finale è più bello dell’inizio, si apre moltissimo diventando leggermente amarognolo. Il colore del jus poi è ipnotico. Sia lodato in eterno Serge Lutens!
Hai ragione ,cara Pixie, sempre sia lodato!
Mi ha colpito molto il bellissimo articolo!!! E mi ha creato una curiosità tale che morirei dalla voglia di avere fra le mani il “flacone dal liquido viola”… Fortunatamente sono entrata talmente tanto nel concept della fragranza che mi sembra di sentirmelo addosso… …
Grazieee!!! :)
Grazie Monica per le belle parole, De profundis, libro e profumo, vanno letti e sentiti, io ho provato a renderli nella mia recensione e se già ne sei innamorata, ti consiglio davvero di farli tuoi! :-)
Lutens qui è da Oscar! DP è il profumo perfetto da indossare al funerale dell’ex marito morto d’infarto dopo averti tradita e abbandonata per una sciacquetta più giovane di 20 anni. L’ho comprato qualche mese fa e lo custodisco come fosse una reliquia per l’occasione giusta… che arriverà prima o poi. E’ solo questione di tempo, no?
lessi De profundis quando ero al liceo e ne rimasi affascinata.Non mi sorprende che un naso raffinato quale Serge è proponga una associazione di questo tipo.Però devo ammettere che i suoi profumi stanno un po’scadendo di livello…