Cuir Mandarine (David Jourquin) recita in The Artist (Michel Hazanavicius)
Nell’era del cinema ipertecnologico a tre e quattro dimensioni, un film muto e girato in bianco e nero – The Artist, diretto dal francese Michel Hazanavicius – trionfava alla notte degli Oscar 2012 con una personalissima dichiarazione d’amore a tecniche, stili e modelli del cinema hollywoodiano degli anni venti, uno straordinario viaggio nelle molte luci e altrettante ombre di quella splendida e inafferrabile Fabbrica dei Sogni, in compagnia di una coppia di affiatati attori (Jean Dujardin e Bérénice Bejo) impareggiabili per bravura e per charme.
Nella sfavillante Mecca del Cinema pre-sonoro del 1927, il grande attore George Valentin, uomo affascinante e dal carattere amabile, è l’indiscusso protagonista di pellicole di grande successo assieme al suo inseparabile e fedele Jack Russel di nome Uggie. Durante una delle sue uscite mondane viene fotografato per caso accanto a un’aspirante attrice, la bella e dolce Peppy Miller, che ritroverà come comparsa danzante durante le riprese di uno dei suoi film. Tra un ciak e l’altro, pur percependo una forte attrazione reciproca, non si faranno travolgere da questo nuovo sentimento: il destino ha in serbo per loro ben altre carte.
Nel 1929 con l’avvento del sonoro Valentin, non credendo nel suo potenziale, investe ingenti somme per continuare a produrre e recitare tradizionalmente ma, ben presto, il tramonto del cinema muto e il crack economico manderanno in rovina il divo, che osserverà in parallelo l’irresistibile ascesa di Peppy Miller nei nuovi lungometraggi. Attore indigente e oramai dimenticato, in preda alla disperazione tenterà il gesto estremo ma l’amore mai sopito della giovane Peppy e una idea geniale salveranno la sua vita e la carriera, ritornando insieme a lei ad essere una stella di prima grandezza nel fortunatissimo genere Musical.
Valentin è il divo idolatrato e dai mille ruoli adatti a esaltare il suo talento e la sua virile fotogenia: da spia internazionale a esploratore, da elegante seduttore a eroe salvifico di fanciulle in difficoltà, racconta un mondo senza sfumature dove i ruoli di uomo e di donna sono assai ben definiti. Nell’universo delle fragranze d’autore, al contrario, la differenza tra profumi maschili e femminili è labile e percepita giustamente come antiquata eppure vi sono felici e moderne eccezioni come Cuir Mandarine di David Jourquin, marchio francese d’eccellenza che si è perfezionato attorno alla materia del cuoio in tutte le sue variazioni combinatorie.
Cuir Mandarine è davvero un racconto forte, energico e volitivo che esprime il meglio di sé indossato da un uomo che vive bene nei propri abiti e nelle proprie certezze. Il profumo apre la sua scena olfattiva con un delicato bouquet di lavanda appena dilavata dalla pioggia, soffice come il cotone più fine e pregiato di una camicia dal taglio sartoriale, lasciando poco a poco il passo a una luminosa scia di mandarino; la sua succosa e fresca dolcezza non ha reminescenze fruttate quanto un’insolita percezione metallica, scintillante come le automobili che sfilano lungo Sunset Strip. Non appena la cromia color rosso e arancio inizia a svanire, poco a poco l’onda speziata di noce moscata e frammenti di chiodi di garofano sembrano rimarcare ancora una volta la presenza, disegnata a tinte forti, di una solida silhouette che ha le sembianze di un vero gentiluomo, maturo come un buon brandy d’annata e aromatizzato dalla sottile presenza del pepe nero, sorseggiato sotto le stelle di un cielo d’Africa ricostruito da un grandioso set cinematografico.
L’impronta forte e mai arrendevole della fragranza di David Jourquin si fa sempre più evidente nell’accordo tabacco-cuoio che dona struttura all’intero composto. Il tocco “suede” non emerge in modo brusco, sanguigno ma possiede una morbidezza ariosa, delicata e non invasiva che abbraccia come un tutt’uno il tabacco Bright Virginia di prima scelta, in un continuo gioco di rimandi e ancoraggi maschili di forte carattere come lo sguardo sicuro e scanzonato preso in prestito da una fotografia di Rodolfo Valentino e Douglas Fairbanks. Ma è nel cuore più profondo della creazione, in quel patchouli composito risultante di ben cinque qualità provenienti dalle regioni più remote dell’India che Cuir Mandarine rivela tutto il suo splendore mascolino e l’aderenza ad un preciso genere. Questa pianta verde tropicale esplora, in tutta la sua molteplice potenza, le complesse variazioni e sfumature che le appartengono: dalla modulazione ocra e zafferano di un’ambra senza spigoli, echi di un segreto boudoir, alle mielate rotondità nascoste in stille di frutti violacei; dall’odore asciutto e schietto di materia disseccata come polvere di un ramato deserto, sotto il sole cocente del pericolo, al calore setoso di un legno di cedro che sprigiona, tra le fiamme, inconfondibili accenti aromatici di quiete e voluttà.
L’invenzione di David Jourquin sembra prendere vita e sostanza nella sequenza più romantica di The Artist, quando la giovane Peppy, entrata nel camerino dell’attore, si lascia andare ad un abbraccio con il manichino che custodisce i suoi abiti di scena. Nel gioco tra realtà e fantasia di una donna innamorata, ben sottolineato dalla infinite sfumature di grigi che sottolineano visivamente la sua silenziosa inclinazione sentimentale, l’intera composizione olfattiva di Cuir Mandarine prende forma in tutta la sua verità epidermica come il magnifico paradigma di un cavalier servente che, cedendo la sua giacca a una dama infreddolita, imprime la sua inconfondibile natura corporea sulle delicate e femminee spalle, creando un delicato e sensuale gioco seduttivo che provoca il subitaneo e istintivo desiderio di stargli vicino.
Cuir Mandarine è George Valentin, il divo che scompare per rinascere dalle ceneri di una svolta epocale senza precedenti, perfetto interprete del misterioso quanto meraviglioso enigma chiamato uomo.
The Artist
Regia di Michel Hazanavicius – Francia (2011)
con: Jean Dujardin e Bérenice Bejo.
Cuir Mandarine – David Jourquin (2011)
Note olfattive: mandarino, pepe nero, lavanda, cuoio, tabacco, patchouli, ambra.
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Questo articolo è davvero coinvolgente. Nella lettura c’è quasi un coinvolgimento multisensoriale. Complimenti. Molto bello!