Cuir (Maison Mona di Orio) incontra L’Avenir – Le cose che verranno (Mia Hansen-Løve)
C’è qualcosa di straordinariamente sublime in una donna che si ritrova sull’orlo di un precipizio, in bilico tra un confortevole e rassicurante passato e un futuro incerto e pieno di sorprese. In lei si intravede un lampo nello sguardo, tra smarrimento e indomabile coraggio, pronta a ricominciare con nuovo, limpido equilibrio.
Se ci avviciniamo ancora di più alla sua figura, così elegante e imperturbabile, possiamo percepire una fragranza dall’anima rauca e ruvida che cela, in profondità, un cuore accogliente e sensuale ma lontano da facili e leziosi stratagemmi aromatici. Quella donna che guardiamo è Isabelle Huppert nel film L’Avenir – Le cose che verranno, quel profumo che parla di lei è Cuir di Maison Mona di Orio.
Definito per lo più come virile, Cuir inganna nasi poco allenati all’ascolto di una composizione che può essere indossata solo da una regina, dallo stile preciso e il carattere fuori dal comune, come la sua stessa ideatrice, Mona di Orio. La giovane e talentuosa allieva di Edmond Roudnitska, mente creativa dell’omonimo brand, con l’improvvisa e prematura dipartita ha scosso profondamente i suoi numerosi estimatori. A raccogliere amorevolmente il testimone è Jeroen Oude Sogtoen, partner presente fin dalla nascita del progetto, nel 2004.
Cuir fa parte della linea Les Nombres d’Or insieme alle eaux de parfum Eau Absolue, Musc, Ambre, Vanille, Violette Fumée, Tubèreuse, Rose Etoile d’Hollande, Oudh Osmanthus, Vétiver. La collezione, preziosa come l’oro, mette in evidenza ciascuna materia prima d’elezione lavorando, in purezza, nuovi e diversi timbri olfattivi rispetto all’esuberante complessità delle prime creazioni.
Isabelle e Cuir, insieme, portano sul grande schermo Nathalie, professoressa di filosofia a Parigi. Donna di profonda cultura e intelligenza, divide le sue passioni filosofiche e letterarie con il marito, due figli e un allievo prediletto, a cui insegna a pensare solo con la propria testa. Questa intellettuale e serena quotidianità cambia inaspettatamente con la fine del suo matrimonio e per un improvviso, drammatico evento.
L’apprezzata regista Mia Hansen-Løve, nel 2016 ha vinto per L’Avenir – Le cose che verranno l’Orso d’Argento per la Migliore Regia al Festival Internazionale del Cinema di Berlino e, per il ruolo di Nathalie, ha fortemente voluto l’attrice diventata simbolo del cinema francese contemporaneo. La perfetta interpretazione della Huppert infonde al suo personaggio una doppia chiave di lettura: l’indomabile energia di una combattente e razionale personalità e la maturità conciliante di un essere umano che si arrende, senza condizioni, proprio alle cose che verranno.
Cuir di Mona di Orio accende, sulla candida carnagione di Isabelle/Nathalie gli stessi duplici ritmi, come una colonna sonora olfattiva che sottolinea, attimo per attimo, l’armonia dei movimenti e delle azioni.
L’inizio del Cuir spicca il volo con un ben calibrato ensemble di cardamomo e assenzio. La pianta aromatica originaria dello Sri Lanka caratterizza di accenti balsamici moderatamente ariosi e un sentore minerale, dal morbido accenno salino. L’apporto dell’assenzio prolunga questa sensazione di freschezza un po’ selvatica che non ha nulla a che fare con la piena luminosità del giorno ma ha più cupe e ombrose sfumature di un intricato sottobosco. Questa natura non addomesticata ben si addice all’asciutta e cerebrale allure della protagonista e sottolinea, allo stesso tempo, la modernità di questa fragranza.
Con il passare dei minuti, le screziature verdastre si trasformano, non lasciando più spazio a nessun fraintendimento: Cuir è puro cuoio animalico, un cuoio vissuto e indossato da uno antico e avventuroso seduttore a cui ha ceduto l’estratto della sua personalità. Questo conturbante aspetto ferino e corporeo si riempie di spiccati accenti affumicati e atmosfere parigine di caffè affollati, gli stessi in cui Nathalie ha passato intere serate inseguendo le parole di Jean-Paul Sartre e la musica suadente di Serge Gainsbourg in sottofondo. E’ il legno di cade, estratto dai fusti del ginepro rosso, a donare al nobile vello questa impressione fumosa e boisé come quella del tabacco bruno, dal gusto sostenuto che si fa via via più rotondo, amabile.
Nel turbinio del cambiamento, Nathalie si libera finalmente dai suoi eccessivi rigori ritrovando la propria femminilità, di nuovo all’inseguimento dell’inalterata passione per la vita. Come un compagno discreto e silenzioso, il dry down di Cuir cambia anche lui il suo verso. La presenza dell’opoponax e la misteriosa voluttuosità del castoreum, accentuano ancora una volta la sua intonazione cuoiata ma con due interessanti variabili. La resina, conosciuta anche con il nome di mirra dolce, gli assegna nella conclusione un timbro freddo che ricorda l’incenso, pur epurato da eccessi liturgici. La riproduzione della sostanza originariamente animale, invece, sprigiona un tepore carnale e muschiato che accarezza e ingentilisce la pelle, chiudendo il cerchio intorno a una mirabile struttura olfattiva e a una personalità d’eccezione.
Cuir di Maison Mona di Orio è un cuoio urbano spietatamente chic e il ritratto in movimento di una donna che, giunta al limite dell’abisso, balla.
L’Avenir – Le cose che verranno
Regia: Mia Hansen-Løve (Francia, 2016)
Con: Isabelle Huppert, André Marcon e Roman Kolinka
Cuir – Maison Mona di Orio (2010)
Eau de Parfum, 75 ml
Note di testa: cardamomo, assenzio
Note di cuore: cuoio, cade
Note di fondo: opoponax, castoreum
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