Cuir Caraibes. L’arrembaggio olfattivo di David Jourquin
Non tutti i tesori sono d’oro e d’argento.
Jack Sparrow
Non esiste stagione immune dai ricordi. Non esiste ricordo che non possa essere rievocato con un gioco sapiente di accordi odorosi.
Siamo però lontani dalle confortanti citazioni colte, che tanto hanno segnato la nostra memoria olfattiva. Non ci sono madeleines chez David Jourquin, ma immagini gioiose di un’infanzia che ancora vive dentro la memoria, che ha ancora il potere di farci sognare, divertire, immaginare.
Jourquin, già noto per le sue composizioni audaci che si spingono oltre la tradizione compositiva, offre con Cuir Caraibes un’eau de parfum che con temerarietà ben ripagata fonde note marine con note più calde e sensuali facendo fluttuare sotto il naso un andirivieni rocambolesco di immagini e situazioni.
Basta spiare dall’oblo aperto nell’anima azzurro mare del flacone per capire che si sta aprendo un’avventura entusiasmante. Si vede tutto, avvicinando il naso alla pelle, un time lapse che trasporta in un altrove libero e privo di limiti.
La sabbia, finissima e bianca, è lambita da un mare calmo, lento nel ritmico movimento terreste e già questo basterebbe per appagare lo spirito. Ad un tratto, la calma serena è increspata da uno scalpiccio in avvicinamento, scomposto, rumoroso, irrefrenabile di bambini lanciati in un gioco che li impegna totalmente, persi nel mondo dell’immaginazione che si fa beffe della realtà, trasformando questo lembo di terra in un pericolosissimo antro piratesco, dove si gioca con la vita e con la morte per un pugno di dobloni o per difendere l’onore.
Gli schizzi di acqua salmastra, impiastrati di sabbia e di note verdi d’agrumi, frizzante bergamotto e mango verde aprono Cuir Caraibes e delineano un paesaggio marino in pieno sole dove il rincorrersi dei piccoli pirati si fa intenso e solleva effluvi acquatici e frizzanti.
E’ un’apertura insolita, questa, dove non si inciampa in note ozonate di banale memoria, ma s’incontra un mare complesso, stratificato e fortemente legato alle note verdi che richiamano i frutti acerbi, non ancora pronti a staccarsi dall’albero, ma carichi di vitalità, come piccoli amici che giocano liberi sul bagnasciuga.
Chi pensa che i ricordi d’infanzia siano solo luminosi fotogrammi di nostalgica felicità, si ritroverà deluso, perché in Cuir Caraibes ritroviamo invece l’intensità dell’immaginazione, il suo potere di trasformare la realtà arricchendola fino a farcela percepire con occhi nuovi.
E’ così per l’apertura della fragranza ed è così anche per la sua evoluzione che inaspettatamente ci porta in un cuore ammorbidito e sensuale. I bambini sono ancora lì che giocano, Barbarossa non ha ancora trovato il suo tesoro e noi, cullati dalle urla e dai tonfi della lotta, lasciamo spaziare lo sguardo nell’immagine del sogno.
Lo spazio si allarga e solchiamo mari in tempesta per giungere in territori esotici, caldi di sole e sensualità. La fragranza, ora, prende una curva cieca e sorprende per un repentino cambio d’abito che pure non stona nell’evoluzione delle note dalla testa al cuore. Il mare è lontano, compare in sordina e lascia spazio all’erotismo impudico della pelle accaldata, impregnata di uno sfacciato odore di fiori bianchi e spezie. Lo zenzero e il pepe giamaicano rendono intriganti le note sature dei fiori, gonfiandole di carnalità, ma impedendo loro di divenire narcotiche.
Le note sono miscelate con tale sapienza da divenire chiari nel loro sentore e subito sparire in effluvi che ricordano quasi un carnoso frutto esotico. Ad un tratto sembra di mordere della morbida polpa il cui succo scivola impudente sulla pelle ed un attimo dopo si ritorna sulle cime appuntite dello zenzero, una magia che incanta e accompagna, stordisce e rallegra. La vita libera, avventurosa galvanizza il pensiero e introduce al fondo della composizione che riporta al legno scavato dai flutti, all’odore della pelle cotta dal sole e dalla salsedine, alle infinite note odorose del mondo che si posano su un pirata mai domo.
Arrivano come sferzate di maestrale, note secche di vetiver e legno di guaiaco che si fanno oscure come l’abisso dell’oceano quando incontrano il patchouli e lui, il cuoio, firma di Jourquin. Del frutto carnoso, che pure è mistero, così come dei fiori bianchi, non restano che pallide tracce stemperate in un mare profondo di note possenti, selvatiche, misteriose e attraenti.
E poi in fondo, lontanissima, una nota appena accennata di ambra che ci riporta a riva, adagiando il nostro corpo naufrago sul bagnasciuga. Abbiamo forse sognato di cavalcare le onde sul nostro veliero? Non era forse reale l’approdo, la battaglia, le meraviglie di quell’isola sconosciuta sulla quale siamo approdati?
Barbarossa era solito dire “Perdersi è l’unico modo per trovare un posto introvabile… se no tutti saprebbero dov’è!“. Grazie a David Jourquin, perdendoci in Cuir Caraibes possiamo ritrovare il pirata che è in noi, quell’essere temerario e un po’ insolente che si fa beffe della realtà e la ricostruisce a proprio gusto. Jourquin lo ha fatto egregiamente offrendoci una creazione magicamente complessa, innovativa, bizzarra che ha il potere di infondere energia, desiderio e un’inesprimibile voglia di avventura.
Che ci si trovi nelle terre selvagge della Guadalupa o sul più casalingo litorale marino, David Jourquin ci sta dicendo che tutto può essere trasformato in un’avventura da ricordare, basta solo vedere e odorare con spirito nuovo.
Piramide olfattiva Cuir Caraibes – David Jourquin
Note di Testa: bergamotto, agrumi, mango verde
Note di Cuore: fiori bianchi, pepe giamaicano, zenzero
Note di Fondo: vetiver, legno di guaiaco, patchouli, cuoio, ambra
Concentrazione e formato Cuir Caraibes – David Jourquin
Eau de Parfum, 100 ml
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Stupenda questa descrizione davvero!! per un momento la metro di Milano e’ scomparsa e mi sono ritrovata in una spiaggia in riva al mare tra schizzi salmastri e gocce di frutta fresca … meraviglia!
Ah che bello Simona! Conosco bene la METRO di Milano e proiettarsi per un attimo ai Caraibi non è male per nulla :)