Cruz del Sur. La risonanza gravitazionale liquida firmata Fueguia 1833
Corrono tempi bui. L’eterno divenire segna un ciclo animico basso e il fisico e la mente sono in balìa della tenebra. Ma da sempre, anche nell’oscurità più totale, per gli uomini brilla la poesia del cielo, le cui lettere sono le stelle. Ci vuole un’immensa quiete per ascoltarle. Il loro sfarfallio, armonia punteggiata di bagliori e polveri, esige ampiezza sensoriale per coglierne l’immediato sussurro, spesso in grado di soffiare via i nostri turbamenti.
Esiste una terra nel sud dell’America meridionale, divisa fra l’Argentina e il Cile, che con la sua maestosa natura incontaminata e con i suoi silenzi sacri e rarefatti è perfetta per perdersi nell’osservazione delle costellazioni: la Patagonia. Julian Bedel, naso e co-fondatore con l’amica Amalia Amoedo del marchio Fueguia 1833 Patagonia, ha avuto la fortuna di nascere a Buenos Aires e di essere di istanza proprio in Patagonia. Ecco perché il profumiere argentino pare annoverare fra le sue numerose doti anche una acuta conoscenza dei meccanismi che legano i sottili cambiamenti fisiologici causati dalle stelle. Vero e proprio pioniere della produzione sostenibile di fragranze nel mondo della nicchia, il (c)osmonauta Bedel da sempre si ispira ai luoghi della sua infanzia per creare profumi archetipici, dotati di una potente alchimia che li rende unici nell’universo ormai troppo conformato della profumeria mondiale.
Fueguia 1833, fin dalla sua nascita nel 2010, celebra la storia, le arti, la natura fiera e la vibrante cultura del Sud America e lo fa con un rigoroso assetto piramidale che si appoggia alla comunità dei nativi. La produzione si basa su una costante e meticolosa ricerca di ingredienti preziosi e pregiati, spesso poco reperibili, tanto da rendere limitati i lotti di ogni singola fragranza.
La collezione di profumi si articola su temi che riescono a rendere l’esperienza olfattiva non puramente sensoriale ma anche educativa e culturale; per capirlo, basta solo leggerne i titoli: da “Literatura” ad “Alquimia” passando per “Personajes”, “Linneo”, “Fabula Fauna”, Julian Bedel e il suo team ci conducono in un percorso che, pur altamente formativo e severo, non risulta mai pedante, ma anzi accattivante e sbalorditivo come un’osservazione astronomica.
“Traccia la tua rotta verso una stella e superererai qualsiasi tempesta.” – Leonardo da Vinci

È nella linea “Antropologia” che nel 2018 ha esordito Cruz del Sur, fragranza floreale di intima radianza e sopraffina architettura che è già diventata una delle punte di diamante del brand. La costellazione cui si riferisce è una delle più luminose e caratteristiche del cielo australe; la disposizione delle sue stelle ricorda perfettamente quella di una croce ed è riconoscibile con estrema facilità anche ad occhio nudo, lì vicino alle “ gambe posteriori” della più estesa Centauro. La sua stella principale, A-crux (la tredicesima più brillante del cielo) indica la posizione del Polo Sud Celeste e costituisce l’alter-ego opposto della Polare che invece indica sempre il Nord. Non a caso, all’inizio delle grandi migrazioni dei coloni europei è stata utilizzata a lungo dai navigatori per l’orientamento in mare.
Forse per la conformazione o forse per la sua luminosità, la Cruz è una costellazione che emana fin dai tempi antichi un particolare fascino tanto che sue riproduzioni in pietra sono riscontrabili perfino a Machu Pichu, centro nevralgico della civiltà Inca; in effetti, le popolazioni dell’emisfero sud tutt’oggi la venerano e la pongono come effige nelle loro bandiere nazionali.
Julian Bedel non è solo Maestro profumiere ma anche scultore e soprattutto liutaio: questo talento musicale si svela nell’accordatura polifonica fra la sua Cruz del Sur e l’omonima celeste per tracciare una sofisticata partitura che unisce le leggi dell’Universo alla vita cosmica interiore. Il creatore di Buenos Aires sa come da millenni lo sterminato e misterioso insieme di pianeti, nebulose, comete, supernove e buchi neri eserciti un irraggiamento di influssi che permea ogni istante di noi esseri viventi; dunque, con intraprendenza, con Cruz del Sur Julian ha scelto di fluidificare il ritmo giusto per sintonizzarci con il cielo notturno.
L’armonia della fragranza utilizza una terzina che ha come tonica la tuberosa, come dominante l’oud e come sottodominante il sandalo. La composizione si presenta essenziale ma fin dalle prime mosse si assesta efficace, dotata di una timbrica che dell’aere ha entrambe leggerezza e intensità di frequenza.
Il fiore lunare per eccellenza qui viene finalmente declinato in una accezione nuova: scansando lo scontato e latente risvolto afrodisiaco, Fueguia propone una visione di tuberosa come potente catalizzatrice di energia. In una singolare sintonia con la medicina ayurvedica – a ulteriore dimostrazione che le frequenze ”animiche” trascendono epoche, culture e geografie terrestri – la fragranza esplora della polianthes la capacità di stimolare la parte destra del cervello, quella deputata al sentimento e alla creatività.
Il fiore, latteo come la Via galattica, sin dal primo spruzzo esplode con la veemenza di un Big Bang: croccante, verde e in levare sulla durata di tempo. Botanica, eppur pregna di allure mistica, la tuberosa aggancia il naso intonandolo su un’assonanza planetaria. Quasi pungente come il più inafferrabile dei Maestri, la tonica fiorita imprime il suo alito lunare, magnetico e stimolante su di noi; ci invita a chiudere gli occhi e a rimanere avvolti dalla luce tremula delle stelle.
Nel buio, solo i fiori più odorosi possono vincere la battaglia con il colore. E dunque, la Cruz sfodera la sua ricchezza cremosa in un crescendo che placa ogni preoccupazione e dirada qualsiasi negatività. La messa di voce magistrale giunge a un acuto grazie al passaggio in orbita di un oud asteroide, balsamico e bilanciato, riecheggiante di viaggi siderali. Equamente diviso su di un versante glaciale e su di uno più caldo, l’oud allarga le curve burrose della tuberosa fino a contrarle in una sorta di galleria gravitazionale.

Nel cuore la fragranza si espande sulla pelle scavalcando lo spazio/tempo e ancorandoci alla quarta dimensione, quella dello spirito. Con l’entrata del sandalo, Cruz del Sur cambia frequenza modulandosi su di un legnoso smerigliato di lievi contrappunti dolci, appena accennati, unica concessione alle nuance floreali tipiche del fiore protagonista. La luccicanza diviene ora molto calda, distensiva e quieta, silenziosa. In muto stupore accediamo a una sorta di paradosso in cui passato, presente e futuro si contraggono in un’unica linea cronologica: le tre note suonano distinte eppur all’unisono, pulsando a intervalli.
Proprio come in un viaggio astrale, il drydown ci sorprende svegliandoci in una curvatura che ha punti indolici laddove la tuberosa si contrae su se stessa morendo in un buco nero. Da brillante e tagliente, la Cruz si chiude misteriosa, cupamente magnetica, lasciandoci in attesa del mattino, dopo averci condotto attraverso un’esperienza degna di un’astronauta… dei sensi.
In un universo in cui la maggior parte dei profumi purtroppo non lascia traccia di sorta – né a livello materico, né tantomeno a livello spirituale – l’opus celeste di Bedel rappresenta una felice eccezione: riconoscibile fra mille, come la stella di cui porta il nome, non si piega mai nella sua performance a nessuna forzatura dettata da regole modaiole. Forte senza accecare, irradia la sua presenza con placida fermezza e con persistenza di cosmica durata.
Incomprensibile per l’ego, ma percettibile dallo spirito, la stella di Fueguia 1833 ci conduce a una retta visione, esattamente come la Cruz del Sur guidò i navigatori attraverso i mari tempestosi. Con il prezioso jus sui polsi, particolarmente adatto alle belle serate primaverili che stanno per arrivare si potrà uscire a rivedere le stelle perché…
“Se tu vuoi bene ad un fiore che sta in una stella, è dolce, la notte, guardare il cielo” – Antoine de Saint-Exupéry
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Io da sempre amo la tuberosa e la ricerco nei profumi per apprezzarne le sfaccettature. Cruz del sur si prepara ad essere la mia prossima meta. Meraviglioso il racconto di Melissa ma anche questa non è una novità 😊