Cristal de Roche ~ Olivier Durbano (Perfume Review)
“Angelus” officii nomen est, […] non naturae.
Quaeris nomen huius naturae, spiritus est;
quaeris officium, angelus est: ex eo quod est,
spiritus est, ex eo quod agit, angelus”
(Sant’Agostino)
In molte tradizioni religiose è presente la figura dell’Angelo, un essere spirituale, spesso rappresentato di aspetto androgino e asessuato, che assiste e vigila sugli esseri umani aiutandoli e proteggendoli nel corso della loro vita terrena. Secondo la religione cattolica gli Angeli sono creature spirituali alle dirette dipendenze di Dio, incorporei e immortali, di una perfezione che supera quella di tutti gli esseri visibili. Essi sono un segno della provvidenza di Dio e circondano con la loro protezione le vite umane, per questo vengono invocati dai credenti nelle celebrazioni e nelle loro preghiere. Secondo le parole di Cristo, ognuno (credente o meno) ha un proprio Angelo Custode.
Se non in casi eccezionali, gli Angeli non sono visibili ad occhio umano ma alcuni sostengono che sia possibile percepirne la presenza attraverso l’olfatto, ad esempio quando senza una ragione si avverte nitidamente l’aroma di qualcosa che non è fisicamente presente; altri sostengono addirittura che gli angeli abbiano un odore proprio.
Personalmente vorrei che il malcapitato Angelo che vive al mio fianco profumasse di Cristal de Roche (Rock Crystal), la prima fragranza della collezione Parfums de Pierres Poèmes lanciata da Olivier Durbano nel 2005, dedicata alle pietre semipreziose con le quali realizza anche gioielli e monili e di cui abbiamo già avuto occasione di parlare.
Come dichiarato nel nome, il jus si ispira alla mitologia che circonda il cristallo di rocca, la pietra che i Greci definivano “il ghiaccio che non si scioglie“, da cui discende il nome greco di “krustallos“, ovvero ghiaccio. In molte tradizioni questo minerale rappresenta il legame tra l’uomo e la natura, la nozione stessa del posto dell’uomo nell’universo. In analogia con la figura dell’Angelo, il cristallo di rocca rappresenta l’unione tra l’uomo e Dio e simbolizza la purificazione e soprattutto la protezione.
Questo legame con la spiritualità è rafforzato ulteriormente dalla presenza dell’incenso, caratteristica ricorrente in tutte le creazioni di Durbano e vera anima di questa particolare fragranza, in cui si manifesta con un quartetto meraviglioso di olibano di Somalia, mirra, cisto e benzoino, un vero compendio delle principali resine aromatiche usate in profumeria, tutte inserite nel cuore della piramide olfattiva ma ben evidenti già dall’apertura. La sacralità evocata da cotanti incensi è molto diversa da quella esplorata a suo tempo nella fragranza “sorella” della collezione Durbano, Tourmaline Noire. Là ci trovavamo di fronte ad un incenso oscuro e misterioso che portava in sé qualcosa di notturno e carnale, qui siamo di fronte a una rappresentazione luminosa e solare, che rimanda ad un cerimoniale gioioso e vivace.
E’ una vivacità evocata alla partenza con una testa composta da un accordo di spezie intense e pungenti come il coriandolo, il cardamomo e il pepe, accompagnate ad una nota decisa di fiori d’arancio, per un’apertura luminosissima e fresca, cui il cumino aggiunge di tanto in tanto sentori di matite temperate. Come accennato però si fa subito avanti con decisione l’impaziente e cospicuo accordo incensato della fase di cuore, tutta di resine, nient’altro che quelle, di grande tenuta, avvolgente, protettiva e rassicurante, come un Angelo Custode.
Il risultato è un jus pulito e incantevole, che induce alla meditazione e alla calma, infonde un senso di beatitudine e una sensazione di fiducioso abbandono, uno stato molto contemplativo e decisamente spirituale, da cui gradualmente si esce quando la fragranza inizia a scivolare nella fase conclusiva di coda, che introduce elementi più materici e terreni, come vetiver, musk e muschio di quercia adagiati su un letto di legni odorosi ed eleganti di sandalo e cedro, con il vezzo indovinato di aggiungere una spruzzata finale di immortelle, l’elicriso, dall’aroma caramellato e con sentori di fieno greco e pane tostato, un contributo (poco) floreale insolito ad una piramide quasi del tutto flower-free, che riporta l’esperienza sensoriale sul piano terreno, come un atterraggio gentile dopo un volo leggero su ali d’Angelo.
Cristal de Roche è una fragranza suggestiva e affascinante, che non alza mai la voce preferendo un sillage discreto, che sappia sussurrare le sue meraviglie solo a distanza ravvicinata, un jus pienamente unisex (del resto gli Angeli non hanno sesso) che avvolge e coccola da ormai 10 anni i suoi fedeli ammiratori, seguaci di un culto che può solo aumentare.
Ah, dimenticavo, il mio Angelo Custode oltre a profumare di Cristal de Roche suona anche la chitarra e ha una voce bellissima, se non ci credete ascoltatelo qui:
(Jeff Buckley, 17/11/1966 – 29/05/1997)
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Ma allora, quando ho indosso cristal non li sento solo io gli angeli che cantano… incantevole, più della sua sorella nera, troppo lugubre e amara per i miei gusti, lei invece è chiara, pacifica e rasserenante, una bellissima composizione, come lo sono Citrine, Pink Quartz e Jade, peccato per la bottiglia che ammazza tutta la poesia. Olivier, un suggerimento, rinnova il pack!
Sono d’accordo con te, il flacone è troppo basic. Ok che la sostanza è quella che conta, ma un minimo di attenzione all’involucro la pretendo quando mi si chiedono 150 euro.
E’ uno dei miei incensati preferiti che alterno a Sancti e Reve d’Ossian
Il cristal de roche avrebbe conquistato anche Jeff se non fosse volato via così presto…
Un sogno! Un incenso fresco e luminoso che ama l’estate! Tutto il contrario di tanti suoi fratelli d’incenso freddi e lugubri. Il suo unico difetto è la poca proiezione…
Adoro gli incensati ma come faccio a provarlo?!
Dalle vostre descrizioni mi verrei voglia di prenderlo comunque!
Ops. Volevo dire Mi verrebbe voglia…