Collection Privée. La storia di Caron in undici fragranze senza tempo
Inutile negarlo, nel meraviglioso mondo della profumeria ci sono personaggi e creazioni che costituiscono vere pietre miliari. Una di queste è la Maison Caron, fondata nel 1904 dal visionario e intuitivo Ernest Daltroff.
Esclusive, magnetiche, additive, eleganti e seducenti, le fragranze Caron non si possono certo tacciare di banalità. Goccia dopo goccia, nell’elegante gesto di passare il tappo di cristallo sui polsi e sul collo, ci raccontano di tempi in cui il profumo era un lusso veramente esclusivo, un appannaggio di pochi che si distinguevano, oltre che per l’appartenenza ad un ceto sociale alto, anche per lo stile e il saper scegliere.
Nel corso degli anni il gusto in fatto di fragranze ha inevitabilmente subito delle trasformazioni, in parallelo agli stili di vita, soprattutto femminili, che rispondevano a regole sociali diverse e, di conseguenza, ad esigenze diverse. Negli anni settanta la profumeria si è interessata in gran parte alle fragranze verdi, con sentori di erba, fiori e galbano, mentre negli anni ottanta sono ritornati in auge i profumi ricchi e un po’ barocchi, di forte impatto olfattivo. Per un lungo periodo sono state poi apprezzate fragranze più trasparenti e androgine, da condividere con tutti i componenti della famiglia, piacevoli e, soprattutto, versatili.
In questo ultimo ultimo periodo, però, stiamo assistendo a una convinta rivalutazione dei profumi “di una volta”, sia per la riscoperta e la caccia al vintage, sia per quanto riguarda la ricerca di nuovi brands che offrono fragranze composte secondo le regole di un savoir faire antico. In occasione di Fragranze 15, la Maison Caron ha lanciato una grande novità destinata a tutti gli estimatori avidi di qualità, che apprezzano i profumi di grande tradizione, tessuti in trame finissime attorno a petali di splendide rose, bouquet di garofani speziati e mazzi di pudiche violette.
Ancora oggi Caron, come fece a suo tempo Félicie Wampouille, la fedele collaboratrice di Ernest Daltroff, si erge con orgoglio a custode della sua storia ultracentenaria, e nella suggestiva sede della Leopolda ha presentato la Collection Privée: le fragranze iconiche della Maison lasciano le loro ampolle esclusive e le preziose fontaines per imprigionarsi dentro un nuovo flacone e offrirsi al pubblico in modo più dinamico e contemporaneo.
Nella Collection Privée brillano come gemme undici eaux de parfums, scelte tra più significative della produzione storica della Maison. Racchiuse nel flacone “Monument”, in stile Art Déco, arricchito con stampa a caldo e sigillato dal filo d’oro, sono suggellate da un tappo minimale nero e ripropongono l’antica tecnica del baudruchage (sigillatura per mezzo di sottile pelle animale) e il sertissage (l’incastonatura).
In un raro saggio di abilità chimica e profumiera, la Maison ha fatto sì che le formule della Collection Privée siano quasi identiche a quelle originali elaborate dal fondatore e dal suo successore Michel Morsetti, pur nel rispetto delle norme IFRA che delimitano e regolano l’utilizzo delle materie prime nel campo della profumeria.
Le undici meraviglie riproposte appartengono a epoche diverse e sono state concepite da Nasi diversi, ma sono accomunate dalla maestria e dal rispetto dell’opera iniziata da Daltroff, con una moderna attenzione a un sempre più vasto pubblico esigente e preparato.
La Collection Privée si apre con il fragile profumo della violetta, fiore timido e delicato, catturato in Violette Précieuse. Fragranza concepita nel 1913, rispecchia la personalità di Madame Félicie, musa di Daltroff: sotto il suo aspetto esteriore di donna emancipata e determinata, nella sua collaboratrice egli colse, infatti, un animo sensibile e attento.
Il narciso, fiore tra i più intriganti della profumeria, brilla di luce cristallina incastonato in Narcisse Blanc del 1923. Nato dodici anni dopo il celebre Narcisse Noir, questa fragranza rappresenta una visione più trasparente e minimale del fiore, che dismette la sua carnalità e acquista trasparenza e una virginale purezza. Nella “collezione per intenditori” firmata Caron non poteva mancare una fragranza come Acaciosa: nasce nel 1929 da un’ardita sperimentazione di Daltroff, che volle accoppiare il gelsomino al fiore che amava maggiormente, la rosa, avvolgendo il tutto in insolite note fruttate di ananas, dando vita così a un accordo mai sentito prima che decretò l’immediato successo del profumo.
La danza più impudente della storia, quel can-can nato in Francia che infiammava la fantasia anche oltreoceano, ha ispirato French Cancan, jus datato 1936. Daltroff volle battezzare il profumo con un nome inglese, proprio per ribadire l’eco mondiale di quella danza vorticosa, vivace e piena di vita. Cucito su misura su un fondo di sandalo, si adorna di gelsomino e fiore d’arancio che si espandono contagiosi come la verve indiavolata del ballo del Moulin Rouge.
A coloro che amano le fragranze senza tempo Caron dedica Farnesiana, opera che vede la luce nel 1947 per mano e per naso di Michel Morsetti, subentrato a Daltroff a fianco di Madame Wampouille. Morsetti studiò con dedizione i preziosi taccuini che Daltroff gli aveva lasciato, e dalla condivisione del principio di “haute parfumerie” che ispirò sempre il fondatore, riuscì a realizzare un’inedita interpretazione della mimosa. Il nome è un tributo all’Italia, in particolare a Palazzo Farnese a Roma, ma è anche il nome di una varietà di mimosa – l’acacia farnesiana – dal profumo dolce, amabile ma intenso e tenace.
Dopo la mimosa di Farnesiana, la Collection Privée conquista l’olfatto con due composizioni che ritraggono la “regina dei fiori”. È del 1949 Or et Noir – la “rosa perfetta” di Caron – creata da Michel Morsetti su incitamento di Félicie. Il creatore distillò in questa creazione le essenze di rosa più preziose, rendendo la fragranza una delle opere di profumeria tra le più costose del suo tempo. Invece, la fragranza Rose incarna una imprevista sfumatura della rosa. Si racconta che Morsetti, mentre studiava la formulazione di Or et Noir, restò affascinato dalle infinite nuance di questo fiore e volle cogliere la sfida di riprodurre l’odore di una rosa ricoperta dalla rugiada dell’alba. Uscita quasi in contemporanea con Or et Noir, Rose racchiude i sentori di una rosa selvatica, eterea, delicata. La ricerca meticolosa e appassionata cui si dedicò Morsetti per Rose lo portò a utilizzare più di trenta essenze naturali di rosa, selezionate tra le più costose.
Gli anni passano e anche i Nasi si avvicendano all’organo del profumiere di Caron. Il Naso ufficiale della Maison è ora Richard Fraysse, il figlio di quel André Fraysse che creò per Lanvin il mitico Arpége e altri capolavori indimenticabili. È grazie a una fragranza composta nel 1986 da Richard Fraysse, Montaigne, che la Collection Privée si immerge nell’atmosfera luccicante degli eighties, epoca che vede l’apertura a Parigi della mitica boutique di Caron al n.34 di Avenue Montaigne, meta di pellegrinaggio da parte degli amanti del lusso impalpabile e autentico tempio della profumeria, dove le creazioni non sono presentate in comuni flaconi ma in luccicanti fontaines realizzate in cristallo Baccarat. Dalla evoluzione raffinata e ricercata, Montaigne è una fragranza che va a rinforzare le fila dei classici con una delicata trama di gelsomino, mimosa, fiore d’arancio, su un fondo solido di sandalo di Mysore.
La Collection Privée non si limita a guardare al passato ma si concede il lusso di riproporre anche fragranze più recenti come Pour une Femme, ovvero la fragranza che ha dato a l’homme di Caron ciò che desiderava da sempre: una compagna! Nel 2001 Richard Fraysse crea una vera ode alla femminilità: un chypre superbo, sensuale e indimenticabile, che seduce con fiori d’arancio, ambra, rosa, benzoino e muschi, riuscendo a racchiudere in un bellissimo flacone-scultura tutte le sfumature della personalità femminile. Nei “magnifici undici” di Caron non poteva mancare un omaggio alla tuberosa, quel Tubereuse che costituisce una sfida vinta magnificamente da Fraysse nel 2003, quando decise di regalare alla Maison una fragranza con protagonista la “dama bianca”. Selvaggia nota esotica, ammaliante, dall’odore quasi animale, in Tubereuse il fiore dà il meglio di sé e sfida a singolar tenzone un gelsomino altrettanto agguerrito, con la complicità di un tocco di giacinto e di un pizzico di pesca.
La Collection Privée si chiude con un orientale opulento e prezioso, Secret Oud, lanciato nel 2011. Su commissione di un principe degli Emirati che, in occasione del suo matrimonio, desiderava offrire agli ospiti una fragranza che celebrasse la sacralità del momento, Richard Fraysse ha realizzato un jus a base di oud, iniziando un nuovo capitolo nella storia della Maison. Il prezioso mélange che sposa l’aroma del sacro legno con lo zafferano e la rosa, prende slancio in una composizione sontuosa che lascia senza parole.
Attraverso questo breve viaggio nell’universo profumato della Maison Caron, che da più di un secolo ci accompagna con le sue creazioni piene di fascino ed emozione, possiamo apprezzare che tutto, a cominciare dai nomi studiati con attenzione, ci parla di buongusto e amore per il profumo, per il suo potere evocativo, per la ricchezza delle composizioni, per la sua presentazione in flaconi e packaging dalla foggia ricercata ed elegante.
La decisione del marchio francese di riproporre la collezione di fragranze vintage ci entusiasma in quanto concorre nel nobile intento di divulgare il più possibile la cultura della profumeria d’autore, di farla degustare come un vino millesimato e soprattutto di renderla accessibile a quanti vogliono indossare dei dorati e liquidi capolavori.
Concentrazione e formato Collection Privée – Caron
Eau de Parfum – 100 ml
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