CIN4 + OS = BePolar. Il layering metafisico di Angelo Orazio Pregoni
Angelo Orazio Pregoni si erge sempre più come Sacerdote Supremo di un nuovo modo di creare fragranze: i limiti della tradizione profumiera sono stati da lui sfondati, sgretolati e poi raccolti con pazienza e riassemblati nella più ampia cornice della propria poetica sinestetica.
Forte del bagaglio d’esperienze dei suoi eventi di fluxus olfattivo, il creatore genovese ha avuto la felice intuizione di poter coinvolgere il consumatore di profumi anche nel privato, in una performance artistica “pret-à-porter” che non si fermi solo all’acquisto e all’utilizzo solitario – e talvolta distratto – delle sue creazioni. Ed ecco quindi che, nel 2018, il progetto BePolar ha rischiarato come una folgore il cielo fin troppo terso della profumeria internazionale.

Linea dal concept lungamente elaborato, BePolar ha schierato sugli scaffali delle profumerie fragranze adattabili a varie sfaccettature caratteriali di chi le indossa (tra l’altro ricordiamo che i loro strani nomi – C21, H21, CIN4, OS – sono le sigle che compongono la molecola dello Ziprasidone, farmaco che cura il bipolarismo).
Essendo molteplici e più che mai fluide le connotazioni emotive e sensoriali della variegata vastità degli umani, le eau de parfum BePolar sono state composte per poter essere indossate singolarmente, ma soprattutto per essere combinate fra di loro sovrapponendole. Di conseguenza, il viaggio olfattivo in interiore hominis offertaci dal Reverendo Pregoni si amplifica a dismisura consentendoci di prendere parte a un gioco raffinato ed elitario come suoi fidati sodales; egli ci mette a disposizione la sua doctrina e il suo labor limae alla stregua di un dotto latino e noi, fra le sue pazienti mani, sperimentiamo nuance inaspettate del nostro intimo. Nasce, insomma, una sorta di “layering metafisico assistito”, in cui i mix possibili non deludono mai perché già impeccabilmente programmati nella loro sorprendente efficacia introspettiva.
Dalla commistione delle BePolar scaturisce una corrente di energia vitale che si stabilizza fra creatore e cliente nel felice paradosso che unisce il previsto all’imprevisto, scavalcando la brutale legge della dualità per trascendere nel regno Benedetto della Trinità.
Per i neofiti il procedimento del layering può risultare così di primo acchito incomprensibile. “Ma come? Mescolare le fragranze? Ma che razza di modo è di profumarsi?“: queste sono solo alcune delle probabili perplessità che colgono un parfumista in erba. Sembra quasi di vedere Pregoni che sorride sardonico di fronte al dubbio, lui che di certo non teme di sperimentare e planare nel fondo di ciò che è Immateriale. La sua è una sfida ad osare, anzi, ad “osarci”: non è detto che ciò che emerge dall’indagare se stessi possa piacerci. Il più delle volte si rischia di affondare i piedi in un fondo limaccioso e fetido che gronda pensieri che preferiremmo tenere sepolti. Ma per poterci liberare da ciò che ci infossa e poi volare liberi di esprimerci al meglio di tutte le nostre potenzialità, la catarsi deve pur iniziare: perché dunque non accaparrarsi un paio di BePolar, inginocchiarsi al cospetto del Reverendo e in religioso divertimento, provare? Scegliamo, ad esempio, CIN4 e OS.

CIN4 si presenta con una certa sopraffina, insostenibile… leggerezza di texture; se si potesse paragonarla a un momento della vita sarebbe l’ebbrezza: quella data dall’alcol che gocciola sulla punta della lingua, proibito, agognato, tossicamente piacevole; quel dannato alcol che ti appiomba le gambe, ma ti gonfia la testa cambiandoti i connotati in meglio… o in peggio; oppure l’ebbrezza in senso lato, quella che scaturisce per un evento inaspettato, fuori dagli schemi che ti solleva e ti libera da gravose zavorre mentali.
L’anima ha modo così di salire volando, inarrestabile, leccando la superficie con la saliva che ha conosciuto i segreti più profondi. CIN4 ha dell’ebbrezza alcolica la pungente dirompenza; subitaneo è l’effetto di stordimento: mescita sapiente di fior di sambuco e anice, la testa ci inebria inerpicandosi con sorprendente destrezza aromatica nelle narici. La sua violenza è appuntita come un rasoio-filosofico la cui punta sia stata immersa in polvere di pepe rosa; inesorabile, scava a fondo un’apertura nella nostra fronte e vi si incunea come un cocktail di alta gradazione. Fragranza decisa, assertiva, simpatica come un cazzotto ben assestato o un’analisi tagliente dei nostri difetti, fin da subito richiede dedizione totale; tuttavia, ci concede il lusso di una illuminazione frizzante e fruttata: il mandarino emette singhiozzi ubriachi verso l’ananas e i due frutti si gingillano ciancicando, aggrappandosi l’un l’altro come compagni di bevute in un succoso e suggestivo dondolio omoerotico. Senza mai mostrare cedimenti edibili, oscillano come biglie colorate nella mente annebbiata.
Una volta smaltita la botta iniziale e svaporato l’intorpidimento, un idillio di violetta avvolge con luminosa proporzione l’ombra che avanza del freddo ginepro. L’essenza di questo, sciropposa e balsamica, ammansisce la gradazione alcolica. Un biondo sfondo di tabacco appena pressato asciuga la composizione che si chiude suggellandosi in corroboranti ventagli d’alloro. L’eau de parfum CIN4 si giostra in un continuo balletto di temperatura – freddo, caldo, fresco, tiepido – disposto stilisticamente a chiasmo: questo rispecchia l’andamento della nostra percezione del Sè in un percorso che piega le nostre barricate, spalleggiando con l’alcol l’emersione spontanea di una profonda sincerità circa i pregiudizi e i falsi timori. La riflessione disegna sulla pelle un ricamo di quesiti personali che durante l’indosso sussurrano al naso le Verità emerse, con ammiccante ma pacata aura. Come una gutta che cavat lapidem, questo profumo manifesta una persistenza stoica rivelando l’assoluto spessore qualitativo che contraddistingue i lavori di Pregoni.

Ma è tempo di indossare OS. Oh, Os… Signore, che anfratto oscuro cela l’animo umano! Il Reverendo ci afferra per la collottola e, dopo aver aperto spiragli di luce con CIN4, ora ci getta a guisa di Mangiafuoco nel teatro grandguignol delle nostre mancanze. L’eau de parfum OS è foscamente opulenta, un broccato marrone intarsiato di blu, olfattivamente inclassificabile come i migliori difetti. L’apparente struttura fougere è orfana di lavanda: muschio di quercia e geranio si abbracciano impauriti nella buia ombra di un oud incappucciato. Questi pare qui assumere il ruolo di boia indefesso di un vizio poliforme quale è l’Avidità: no, non serve inorridire o cercare di fuggire.
In noi tutti alberga una qualsivoglia forma di avidità: siamo avidi di beni materiali, di emozioni, di tutto ciò che possiamo sottrarre agli altri per goderne da soli. Ed è avido anche colui che fruisce di una propria verità distorta che lo rende grottescamente gretto, incapace di prestare attenzione agli altri. Il patchouli accompagna l’oud nell’ inquisizione: richiamandoci a terra e legandoci al patibolo con i legacci saldi e odorosi del castoreum. È deputato al cardamomo con il suo astringente aroma il ruolo di stimolare la conversione della bieca avidità in determinazione e sana ambizione. La fermezza è simbolicamente oggettivata dalla nota di noce riprodotta nella duplice valenza legnosa del guscio e nel bruno amaro del gheriglio.
Dopo lo spavento iniziale, il Reverendo Pregoni ci rincuora, sicuro che un processo di miglioramento sia ormai avviato: i polsi si lasciano ora accarezzare da un vellutato fondo resinoso che intreccia un più che mai vanigliato benzoino con l’inaspettata affumicata dolcezza del trinciato toscano.

Ebbene, il momento è giunto: congiungiamo con l’utilizzo dei polpastrelli una manciata di gocce di CIN4 e altrettante di OS. Siamo pronti per lo sguardo finale sul nuovo Sè che si è svegliato. Il risultato è sbalorditivo: un’intensità passionale e una ricchezza di nuance si incastrano come per magia. Da CIN4 le note di sambuco e ginepro si agganciano all’oud di OS stondandolo dalla sua pesantezza in un riflesso vibrante; a loro volta, muschio di quercia e geranio di OS trovano nell’anice di CIN4 un valido supporto per completare la loro struttura aromatica. Mandarino e ananas, ormai sobri, arrotondano la legnosa severità del patchouli. Incredibilmente, la violetta, che in CIN4 rimaneva in sordina, ora spolvera con soave afflato cipriato il cuore di questa nuova fragranza che nasce qui et ora sui polsi. Resine e spezie si ammansiscono, la morbidezza si fa sempre più rotonda, sorniona, soffusa, incanalando la composizione su una sconosciuto terreno che tuttavia accoglie generoso i nostri passi.
Il sillage diventa imponente, saldo come uno Spirito Rinnovato. Il naso scorre deliziato su questa creazione così personale, ancora incredulo del blend perfettamente equilibrato e privo di grinze che si è formato.
Angelo Orazio Pregoni ha spazzato via ogni dubbio sul layering con la sapiente arte di chi unisce un innato talento a uno studio certosino e a un quotidiano miglioramento dei propri mezzi espressivi. La sua vena sperimentale si svela su di noi, (s)vestendoci come farebbe un sarto; diventiamo così parte integrante di una sua performance comodamente seduti sul divano di casa, immersi in una attimo sospeso di meditazione sensoriale di altissimo livello da cui emergiamo più consapevoli e rinnovati: possiamo vivere nel mondo senza esserne posseduti, se ci conosciamo.
Che dire… Amen, Reverendo, ad maiora!
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Meraviglioso! Io ho OS che uso come un abbraccio di velluto, un profumo che è anche terroso e imponente.
Devo provare assolutamente il layering con CIN4 con quelle note golose e delicate che mi ispirano moltissimo.
Insomma tanto di cappello al reverendo Pregoni e un plauso a Melissa per la fantastica descrizione.
Grazie Simona, condividiamo appieno il tuo entusiasmo: la mouillette del Reverendo e la penna Melissa, quando si incontrano, creano un’alchimia magica!
Londa, Lalfeorosa, Linfedele, Peety, Satyricon… Pregoni dovrebbe diventare materia di studio nelle scuole di profumeria: “Ragazzi, prendete esempio da questo genio” Se accadesse ciò, ci eviteremmo fiumi di fragranze autistiche
Davvero bello!
Straordinario compositore! Egoisticamente sono felicissimo che sia poco capito dai profumieri. Più a lungo rimane fuori dai recinti di massa e più i suoi profumi restano per pochi eletti!! Il mio (suo) preferito è SEA Angel!