Cendres de The ~ Phaedon Paris
Una caligine lattea galleggia come una coltre sopra le zolle che l’attendono per distendersi nel lungo sonno invernale. Sul terreno già preparato per le future semine si abbattono furie improvvise di pioggia e vento, alternate a ore di cielo terso, in cui il tepore meridiano riesce solo per un po’ a compensare il brivido dei primi freddi.
Un buon libro, un morbido pullover in cui rifugiarsi come in un bozzolo e una bevanda calda sono i cari compagni che ci confortano in un periodo intimista e meditativo come novembre, fatto di pomeriggi brumosi, umidi e, a dire il vero, anche un po’ malinconici.
Soli con noi stessi, in una situazione di quiete ovattata, ci crogioliamo in esercizi introspettivi e le ore trascorsi in compagnia di noi stessi sono un incentivo a riscoprire valori, situazioni e rituali che durante la bella stagione si erano perduti.
Cosa ti posso offrire?
Una tazza di tè andrebbe bene, grazie!
Cosa c’è di più rinfrancante di una tazza di tè, forte e caldo? Bevanda aristocratica per il popolo della Cina, cultore della foglia di camellia sinensis da secoli, era la bevanda con la quale usavano dissetarsi i monaci buddisti, fin dal III secolo. Il tè fa parte di un rituale nazionale anche per gli inglesi, per i quali non si prescinde dall’appuntamento delle five o’clock p.m., accompagnato da adeguata pasticceria!
Infuso pregiato di origini antichissime, per iniziati, il tè arriva in Europa dall’oriente, e in particolare da Bangladesh, Pakistan, India, Cina, Giappone. Aromatico, dalle mille sfumature, il tè abbandona il suo misticismo per assumere un carattere inaspettatamente passionale nel romanzo Il Piacere di Gabriele D’Annunzio.
“Voglio che tu beva il mio tè. Sentirai, il profumo ti arriverà all’anima”. Parlava di un tè prezioso, giuntole da Calcutta (…) Ella versò in una tazza la bevanda e l’offerse ad Andrea, con un sorriso misterioso. Egli rifiutò, dicendo “Non voglio berlo in tazza, ma da te” (…) E Andrea la baciò, suggendo da essa tutto il sorso.
Il brand Phaedon Paris – diretto da Pierre Guillaume, mente e Nez di Huitieme Art Parfums e di Parfumerie Generale – ha costruito la fragranza Cendres de The attorno al fulcro aromatico e discreto della nobile fogliolina proveniente dall’oriente.
Cendres de The declina l’invito dei petali più aristocratici e sceglie con cura meticolosa le rare presenze floreali: infatti, la fragranza si fregia con orgoglio di una mistura legnosa aromatica, in sintonia con un periodo dell’anno in cui le fioriture sono rare, privilegiando solamente una rosa, unica presenza ritenuta degna di imprimere un carattere fiorito in una composizione che tende a una raffinata austerità.
La quasi totale assenza di corolle odorose è però compensata da colori vividi, da profumi inaspettati, caratterizzati da sentori boschivi e profondi. Le spire di bruma umida che provocano lunghi brividi si riversano nel liquido delicato, e sono alchemicamente restituite nell’aroma discreto ed elegante di un tè fumoso, carico dell’odore particolare che si alza dalla terra nelle serate ammantate di nebbia.
Con gli occhi chiusi si assapora il liquido ambrato, il cui profumo intenso e penetrante avvolge i sensi e la stanza, e il piacere che ne deriva conduce in una dimensione quasi di sonno – o di sogno? – creando intorno un’atmosfera felpata di sensazioni dal colore sfumato.
Nella formula il Nez di Phaedon Paris ha rasentato il minimalismo, proponendoci poche note di grande forza, in una piramide olfattiva che si avvolge su se stessa, in uno sviluppo quasi circolare. Il bel flacone dalle linee armoniose, in vetro fumé, protegge un jus dove, accanto alla rosa, sono state temerariamente incluse le note possenti e boscose del cedro della Virginia, accompagnate a resine, spezie, e muschio animale.
La presenza del té, quale nota principale, attenua e alleggerisce la composizione, sostenuto dal cardamomo (elettaria cardamomum), capsula di semi di origine indiana la cui essenza dal carattere soavemente algido viene inserita in molte fragranze per dare un soffio di freschezza aromatica all’insieme. Spezia fredda, dalla sfumatura fiorita-erbacea, dall’aroma secco e legnoso, si armonizza magnificamente con il cedro, assecondandone le attitudini di nota di vertice.
Tuttavia, grazie all’argentea foglia, Cendres de The diventa impalpabile come un tessuto prezioso che accarezza il corpo, riparandolo affettuosamente da improvvisi capricci meteorologici. La mirra si libera in un effluvio lucente e fresco, leggermente canforaceo. Mirabile lacrima, così preziosa da essere dono regale, la commyphora myrrha si sciolglie in lenti vapori dai toni ieratici.
La scelta della concentrazione in eau de toilette contribuisce ad alleggerire la fragranza della densità materica di resine torbide, dipingendola con i bruni accesi di un foliage infuocato. In queste giornate in cui l’inverno già bussa alle porte, sorseggiare un tè bollente ci immerge in una dimensione di pace impagabile. E novembre diventa così sinonimo di intimità, raccoglimento, ritorno a casa.
Nei pomeriggi in cui il buio prende il sopravvento, mentre la sottile voluta dai sentori torbati e amari di un caminetto dove arde una piccola brace si fonde con il vapore che esala dalla tazza di tè, tutto si ridimensiona e comprendiamo la ragion d’essere della nostra giornata. Cosa c’è di più rasserenante?
“La saggezza di tutto l’universo è in una tazza di tè.”
(proverbio tuareg)
Note olfattive Cendres de The – Phaedon Paris: cedro della Virginia, rosa, foglia di tè, cardamomo, mirra, ambra, muschio animale.
Concentrazione e formato Cendres de The – Phaedon Paris
Eau de Toilette – 100 ml
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