Business Man ~ Simone Andreoli Diario Olfattivo (Perfume Review)
Per il regista e scrittore inglese Derek Jarman, autore di Chroma, era il colore della vita, in netto disaccordo con Mondrian che lo considerava inutile e per questo lo escludeva dalle sue tele. Ambiguo e capriccioso, soprattutto ambivalente (ispira serenità ma al contempo è percepito come tossico e corrosivo), il verde è la nuance che attraversa la piramide olfattiva di Business Man, uno dei quattro viaggi invisibili della collezione Simone Andreoli Diario Olfattivo che parte dalla campagna inglese per arrivare nel cuore del quartiere finanziario di Londra. Una scelta di tonalità non casuale: è il colore della natura e dell’erba, ma anche dei soldi.
Se per Michael Pastoureau, antropologo, saggista e studioso del lessico e della simbologia cromatica “il colore non è solo una lunghezza d’onda, o una sensazione, ma anche un’idea e un pensiero”, per Simone Andreoli invece è un elemento da mescolare a essenze, riflessioni e sguardi per ottenere un profumo che sulla pelle diventi memoria di un frammento di vita. Se attraverso il jus onice Camouflage faceva filtrava una storia satura di fumi orientali, Business Man si colora con una punta di celadon per suggerire l’immagine di un uomo in grisaglia grigia che passeggia a piedi nudi nel parco. Un profumo maschile che al verde scuro e ruvido dei fougere preferisce una sfumatura più brillante, fresca e luminosa che piace e conquista anche la pelle femminile grazie a una piramide arrotondata da accenti fruttati, vivaci e corroboranti. Senza fiori e con il solo vetiver a reggere e stabilizzare la formula, ruota attorno alla nota conosciuta per il suo odore di erba appena tagliata, il galbano, che Andreoli usa per liquefare nei 100ml di Business Man chilometri di soffice prato inglese. Ma non è tutto verde quel che profuma. Negli accordi iniziali la piramide si finge agrumata con un passaggio frizzante di pompelmo maturo, lieve sulla mouillette ma molto penetrante e potente se la fragranza è indossata sulla persona. Un dettaglio che inserisce la creazione di Simone Andreoli nella categoria di quei profumi che non amano la carta, che rimangono nascosti se non entrano in contatto con calore del corpo.
Riscaldato dalla pelle Business Man divaga leggermente verso sentori morbidi e selvatici dei frutti di bosco, per poi rientrare nei ranghi e riprendere la traiettoria “green” con un cuore di germogli di ribes nero che addolcisce la nuance vibrante del galbano rimanendo presente a lungo e fino alle note di fondo. Il viaggio di Business Man termina in compagnia del vetiver, una nota maschile con le radici affondate nella terra, nobile e vigorosa, che regala al jus una coda leggermente amara e un sillage persistente e di grande carattere. Un finale che dà l’illusione di scrivere la parola “the end”. Niente di più sbagliato: lascia invece sulla pelle la voglia di indossare di nuovo questo profumo.
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