Brulure de Rose (Parfumerie Generale) in Frida Kahlo (Rauda Jamis)
Frida Kahlo“Vorrei essere ciò che ho voglia di essere – dietro il sipario della follia: mi occuperei dei fiori per tutto il giorno; dipingerei il dolore, l’amore e la tenerezza, riderei di tutto cuore dell’idiozia degli altri e tutti direbbero: poverina, è matta. (Soprattutto, riderei di me.) Costruirei un mondo che, finché vivessi, andrebbe d’accordo con tutti i mondi. […]
La rivoluzione è l’armonia della forma e del colore e tutto è e si muove sotto una legge: la vita. Nessuno si allontana da nessuno. Nessuno lotta per se stesso. Tutto è tutt’uno. L’angoscia, il dolore, il piacere e la morte non sono nient’altro che un processo per esistere. In questo processo la lotta rivoluzionaria è la porta aperta all’intelligenza.
Figlio amore. Scienza esatta. Volontà di resistere vivendo, gioia sana. Infinita gratitudine. Occhi nelle mani e il tatto nello sguardo. Nettezza e tenerezza del frutto. Enorme colonna vertebrale che è la base di tutta la struttura umana. Vedremo, impareremo. Ci sono sempre cose nuove. Sempre legate alle vecchie, vive.”
Non so come sia nata l’abitudine di comporre una lista dei buoni propositi ogni inizio anno. Di certo molti di noi scrivono una serie di impegni e riflessioni che, forse, hanno il potere di iniziare l’anno “col piede giusto”. Forse è un modo per fare un bilancio di ciò che siamo stati e di ciò che ancora dobbiamo essere. Forse il foglietto, mentale o reale che sia, ci aiuta a esorcizzare l’incognita di un anno nascente.
Ad ogni modo, mi sento di dire, con buona approssimazione, che la lista dei buoni propositi rientra in pieno nei riti di passaggio di molti di noi. Che fare di una vita difficile? Come comporre la lista? E poi, comporla? Che fare, dunque. Abbandonarsi al destino infausto o percorrerla, questa vita difficile, come un mare tempestoso, ma pur sempre un mare?
Non so se Frida Kahlo si sia mai posta il problema in questi termini, ma, certo, la sua vita non fu facile.
Ricordiamo Frida per i suoi quadri forti, colorati, strazianti e sensuali, ma non è di questo che voglio scrivere, quanto della donna Frida che percorse la sua vita con una volontà più forte della ragione. La vita di una donna, all’inizio del secolo scorso, nel Messico fremente ed esplosivo.
Una vita spezzata da innumerevoli problemi di salute, che costrinsero Frida ad anni di calvari e di ricadute, ma che non spezzarono la sua vitalità, la sua passione. La pittura arrivò dopo, come necessità di sopravvivere alla disperazione, come luogo dove lasciare tracce di sé, andando verso l’interno delle cose in un viaggio immobile. Forse, Frida visse così a lungo e così intensamente per un atto di vorace volontà.
Non volle cedere di fronte ad una vita difficile; in fondo, chi può dire che la volontà non sia determinante? Di fronte ad un fatto insolito, o sfortunato, quanto conta l’atteggiamento con il quale lo affrontiamo?
La vita, la gioia, la passione come atto di volontà. Questo fu Frida, la sua storia.
Vi invito ad osservare una sua immagine ed un suo dipinto, cosa vedete? Ecco, nella lista dei buoni propositi, forse, dovremmo scrivere che intendiamo vivere ogni cosa, qualsiasi cosa, con intensità, senza paura d’apparire ridicoli o esagerati perché la vita, fino a prova contraria, è ancora una soltanto o almeno solo di questa, per ora, abbiamo coscienza.
“Non dovetti soffrire dei “chi sono?” di certi adolescenti. Ogni passo era. E, con esso, ero.
La mia vita era risolutamente protesa verso l’universale, riuscivo persino a dimenticare la mia gamba. Non udii mai più il rumore sordo di un sasso tirato contro il cuoio duro del mio stivale, in segno d’inutile disprezzo. Quelle frecciate lanciate da persone che non sanno che fare della propria vita e diventano ancora più meschine cercando di colpire la vostra, per mezzo di figli poveri d’immaginazione e di giochi, ai quali hanno insegnato che la forza in se stessi si acquisisce con l’umiliazione dell’altro…Mentre ogni vera forza porta la maschera della vulnerabilità; una disinvoltura, quasi un lusso.”
La passione per la vita, questo Frida insegna con la sua opera, con la sua storia. Una donna fragile nel corpo, destinata a vita breve, ma non per questo sconfitta.
Parafrasando Boris Vian, eclettico poeta francese, possono toglierci tutto, ne rimane abbastanza. Ne rimane abbastanza.
Frida Kahlo di Rauda Jamis è tutto questo e molto di più, raccontando con grande maestria la storia di una donna diventata eccezionale come le persone che percorrono la vita nonostante tutto.
E dunque, che profumo ha Frida?
Che odore ha il suo Messico, le sue passioni?
Incenso delle chiese, delle volute di fumo che si elevano sugli ex voto e sugli sguardi in preghiera alla ricerca di grazia e santità.
Rosa, in tutte le sue forme, fiore tra i fiori, delicata ed eccessiva come Frida, come il cortile nella Casa Azul, dove si circondava di piante e fiori e animali, un’oasi esplosiva di natura e piacere per i sensi, rosa simbolo delle fasi della vita, della sensualità di ogni attimo, non solo nei vigori della gioventù, ma anche nella nascita e nell’avvizzimento.
Lampone, frutto succoso che nasce dalle spine, immagine perfetta della passione che brucia ed è più forte del dolore e dei limiti del corpo.
Cioccolato, caldo, accogliente, costante memoria olfattiva della sua terra, il Messico dei banchetti di cibo che cuoce ad ogni ora del giorno, che invoglia a goderne, che riporta a casa, anche a miglia di distanza.
Odore metallico di sangue e polvere d’asfalto, il dramma della sofferenza, la crudeltà della vita, il sangue che percorre il corpo e le opere di Frida, sangue assassino e madre, che ha il poter d’uccidere e di creare.
E infine, una lontana, vaga, scia d’acqua salmastra, simbolo dei viaggi, reali e sognati, immagine olfattiva dei porti con le navi pronte per portare lontano o riportare a casa, per offrire occasioni di vita, appassionate avventure, cibo per l’anima affamata di Frida, di chiunque, di tutti noi.
Può un profumo contenere tutto questo? Secondo me sì.
Il potere degli odori è grande se ci lasciamo andare, se decidiamo, come Frida, di vivere fino in fondo ogni attimo.
Esiste il caso? Non lo so, ma sembra “un caso felice” scoprire che il profumo di Frida, per me, è Brûlure de Rose di Parfumerie Generale, ossia l’opus di Pierre Guillaume che porta addosso il numero 13, ricordo dell’anno nel quale stiamo entrando!
Un profumo carnale e nel contempo delicato, come la rosa.
Intriso di vita, in tutte le sue forme, dalle più auliche, l’incenso, a quelle più crude, le note metalliche, con una persistenza e un’evoluzione che ci accompagna in un viaggio all’interno della natura stessa della nostra vita: la nascita e la morte e, in mezzo, ogni evoluzione, possibile e impossibile. Ogni colore, suono, palpito.
Una giostra feroce e bellissima dalla quale non vorremmo mai scendere.
“Il fatto è che vorremmo avere di noi un’immagine idealizzata. Vorremmo essere dèi. Ma non lo siamo! Siamo proprio quel miscuglio di carne e sangue. Niente di più? Siamo questa meraviglia! Uno straordinario corpo in cui si imprimono tutte le ferite, ma in cui solo quelle morali ci sembrano degne di interesse, magnificate perché sondabili, immaginabili, ma impalpabili. Sublimiamo quello che non è percettibile a occhio nudo. Vorremmo tanto essere dèi, essere ciò che non conosciamo, quindi immortali. […]
Io dico che Frida Kahlo, essere umano, ha dovuto prendere coscienza, attraverso i fatti della vita, della piena esistenza del suo corpo. Dico che Frida Kahlo, donna, ha aperto il suo corpo e ha espresso quello che vi sentiva. Ciò che provava è stato talmente violento che se non avesse tentato di circoscriverlo, identificarlo, poi ordinarlo, sarebbe potuta diventare folle, sommersa da cose e dolori che non avrebbe compreso, e affatto dominato.
Io dico che murare viva la propria sofferenza è rischiare di lasciarsi divorare da lei, dall’interno, e attraverso vie oscure e insensate. Che la forza di ciò che non si esprime è implosiva, devastante, autodistruttrice. Che esprimere, è cominciare a liberarsi”.
Brûlure de Rose – Parfumerie Generale
Concentrazione e formato Eau de Parfum, 50 ml
Frida Khalo
Rauda Jamis
TEA (2005)
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Complimenti,
qs aricolo scalda proprio il cuore, come il profumo!
Grazie per le belle immagini raccontate.
Sonia
Cara Anna, mi trovi d’accordo in pieno con la visione olfattiva che hai dato di questa donna. Il cuore di Frida era pieno di rose.
io amo Frida
ci abbinerei una mia creazione della serie a lei dedicata: “PASION POR LA VIDA -Frida Hat”
Brava Anna grazie alle tue parole voglio annusare quel profumo !!!
lo voglio !
Bravissima! proprio azzeccato.. incarna proprio questa personalità :D
…fa proprio venire voglia di annusare questo profumo…magari davanti ad un quadro di Frida…
Brava! Con la tua recensione sei riuscita a rendere bello un profumo decisamente tremendo. Questa è arte. Chapeau!