Broderie. Hayari Paris firma un floreale color platino
Nabil Hayari ha fatto della celebrazione della femminilità motivo conduttore della sua linea di fragranze. L’eau de parfum Broderie non smentisce le premesse.
Candido, luminoso, “ordinato” ma anche profondo e seducente, il floreale di Hayari Paris rispecchia le caratteristiche di chi non ha bisogno di selfie o trucchi esasperati per esprimersi, una donna che sa maneggiare la propria femminilità con garbo, intelligenza e la delicata malizia dei propri talenti.

Vi è stato un tempo dorato nella Hollywood Anni ‘50 in cui le note più spumeggianti dell’essere donna venivano incarnate dalle cosiddette “fidanzatine d’America”; una di queste fu Doris Day. Cantante eccellente, ballerina provetta e ottima attrice, nonché bella di quella bellezza “americana” tanto perfetta da sembrare ricamata.
La sua immagine di bionda vivace e esuberante ben si abbina al disegno arioso e tuttavia morbido di Broderie. La performance della fragranza inizia intonando un motivetto giocoso: una pesca nettarina succosa e paffuta come una gota si rotola fra le bucce frizzanti di un mandarino appena colto. Riccioluta e sbarazzina come la capigliatura platino dell’attrice, l’incipit della fragranza è ricco di nuance fruttate senza eccedere in ghirigori. Inducendo una sottile golosità nel nostro palato con un effetto di buonumore immediato, ci dipinge sul viso un sorriso beato e sereno come Doris nei suoi balletti cinematografici.
Ma l’intarsio è più difficile di quanto sembri: il cuore riserva i veri segreti di Broderie; i protagonisti sfoderano le loro armi fiorite come la Day i suoi numerosi talenti. Giglio e gardenia abbracciati stretti stretti calcano il palco in paillettes. La pura carezza del primo si appoggia al secondo come un leggero chiffon smorzandone la dolcezza; il fresco e luminoso bagliore del virgineo fiore maschera l’incedere della maliziosa gardenia. Ma l’espressione morbida e vellutata della gardenia non prende il sopravvento, non si mette mai in mostra preferendo un “vedo/non vedo” velato di pudore.
In realtà, la texture poi ricama una trama via via più seduttiva che accorpa man mano profondità. Sì, perché essere fidanzatine d’Americhe non implica la rinuncia ad essere seducenti e sexy e pure un po’ misteriose. Doris diede prova di questo recitando nel film di Hitchcock “L’uomo che sapeva troppo” divenuto famoso per la canzone Que sera sera cantata al pianoforte dalla Day stessa.

Il drydown di Broderie suona il proprio Whatever will be will be sul tappeto di ambra, patchouli e sandalo. Il fondo è compatto, amalgamato con maestria tanto da non concedere alcun preponderare di nota. Solo il patchouli affila un po’ le unghie, come ogni donna sa fare all’occorrenza.
L’evoluzione di Broderie è notevole: in un crescendo studiato ci offre freschezza, poi golosità, seduttività e infine si fonde con la pelle in un delizioso cremosissimo abbraccio.
Vagamente retrò e patinato come quella mitica Hollywood delle nostre madri, Broderie ci accompagna con discrezione sul palcoscenico quotidiano della nostra vita facendoci sentire aggraziate e “a posto” in qualunque occasione. Dal sillage ampiamente gradevole nelle prime ore, sussurra il suo Whatever will be will be a lungo nelle nostre orecchie, come la voce dal timbro perfetto di Doris Day.
Note olfattive Broderie – Hayari Paris: pesca nettarina, mandarino, giglio, gardenia, patchouli sandalo, ambra
Formato e concentrazione Broderie – Hayari Paris
Eau de Parfum – 50 ml e 100 ml
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