Bois Satin ~ Keiko Mecheri (Perfume Review)
La vaniglia. Il suo nome è sinonimo di dolcezza, il suo aroma è sulla bocca di tutti, soprattutto in questo periodo. E’ stata ritratta in infinite versioni – golosa, maschile, tossica, esotica, infantile, animale – e i Nasi non mancano di proporla ogni anno in nuove fragranze. Peccato che in molti casi non si riesca a nascondere i suoi peccati aromatici: piace a tutti, non è selettiva, ha un carattere appariscente, è riconoscibile a occhi chiusi e narici tappate, ha un lato gastronomico che spesso mette in imbarazzo. In poche parole, è troppo facile e poco raffinata, difetti imperdonabili che rendono questa nota difficile da trattare. Forse, è per questo che Keiko Mecheri le ha dedicato una fragranza, dissolvendo in pochi accordi tutti i luoghi comuni sulla vaniglia.
Presentata a marzo 2014, Bois Satin dimostra come lo sguardo orientale di Keiko Mecheri sia capace di andare oltre le apparenze, di non cadere nell’ovvietà, soprattutto offre un punto di vista diverso che permette di cogliere una sfumatura profonda e per questo sconosciuta. Anche in Bois Satin, come in Embruns e in molte delle sue creazioni, Mecheri lavora sui contrasti, a partire dal nome che racchiude in una manciata di sillabe concetti apparentemente inconciliabili e unisce la durezza e il tocco ruvido di un legno usato come richiamo dell’universo aromatico maschile alla leggerezza di un tessuto femminile, dalla trama impalpabile, che rimanda a momenti intimi e gesti sensuali, in un dualismo che è fondamento principale dell’estetica giapponese ma anche analisi acuta della materia prima lavorata.
E così, Keiko Mecheri ci ricorda che la vaniglia ha un’origine fiorita e una forma simile all’organo sessuale femminile e che i baccelli da cui si estrae l’aroma, una volta essiccati, sembrano piccoli e scuri rametti di legno. Il gioco degli opposti è ancora più evidente durante la decantazione della formula. Bois Satin è un profumo che viaggia verso Est, con movenze tipicamente mediorientali. Si apre subito potente e caldo, senza inutili preamboli, con un accenno di mandarino siciliano messo a presidiare le note di testa e un tocco di zafferano usato per intrattenere la scena e accendere l’interesse in attesa dell’apparizione della vaniglia che arriva dopo pochi minuti per attraversare la piramide olfattiva da cima a fondo.
Fin dai primi istanti, Bois Satin si rivela essere un profumo che ama la pelle e che dalla pelle è ricambiato, specie quando emerge la vaniglia, rotonda e languida, che tra le mani della creatrice giapponese diventa miele, quel miele che le donne orientali sciolgono nel segreto degli hamman per levigare la pelle e renderla liscia come seta. Nonostante un palese carattere sensuale, questa creazione mantiene un totale distacco dalle strategie di conquista adottate dalle fragranze sue simili e questa sua caratteristica diventa ancora più evidente una volta indossata. E’ sempre presente all’olfatto pur rimanendo, dall’inizio alla fine, sussurrata e aderente alla pelle, come fosse lingerie. E’ carnale e ammaliante, ma mai prepotente e provocante. Sa essere erotica grazie all’innesto indolico del gelsomino, ma anche romantica con una rosa posata nelle note di cuore.
Nei passaggi centrali sono evidenti i richiami alla fragranza cult di Keiko Mecheri e questa non è solo un’impressione personale: la creatrice non ha fatto mistero di essersi ispirata a Loukhoum durante la composizione di Bois Satin, nel tentativo di offrire una interpretazione più matura e contemporanea del jus nato nel 1998. Il fondo è denso, liquoroso, si fissa a lungo sulla pelle con la complicità di nuance legnose (patchouli e sandalore) e ambra che strutturano la fragranza e la mantengono stabile fino agli ultimi istanti di vita. Una volta svanite le ultime note di Bois Satin, rimane la consapevolezza di essere di fronte a un grande orientale, formulato non come un’arma di seduzione, bensì come un inno alla seduzione. E di questo non si può che ringraziare Keiko Mecheri.
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A me più che Loukhoum ricorda (in alcuni momenti) Un Bois Vanille, sembra la versione soft della vaniglia lutenesque, Mi sbaglio?
Adoro l’orientalismo di Keiko!! Ho sentito questo profumo ad Esxence ed è stata una folgorazione. Morbido, caldissimo, per niente stucchevole, lo definirei un gouurmand per adulti…. a distanza di mesi rimane il ricordo più bello di quella giornata.
Mi piace ma non oso regalarmelo, ho paura di pentirmene, di stancarmi dopo qualche giorno. Mi spaventa la sua piramide bella tosta, forse un po’ troppo importante per una princi come me.
Comprala senza esitazioni e indossala alla prima neve, vedrai come ti terrà al caldo! In inverno indosso fragranze come queste per riscaldarmi e funziona!
Chapeau a madame Keiko. BS è uno dei profumi meno scontati degli ultimi anni, devo ammettere che la preferisco quando ambienta i suoi profumi nei climi caldi. Savile e Sedona li ho trovati piuttosto freddini e anche Embruns non mi ha fatto impazzire…
Me Felice!!! L’ho ricevuto in dono a Natale, ufficialmente me l’ha portato Babbo Natale ma sospetto sia stato mio marito. Ragazzi, è una meraviglia!!!
Semplicemente meraviglioso!