Berkana ~ Torre of Tuscany (Perfume Review)
Abbiamo avuto più volte occasione di parlare dell’Atelier Torre, con una punta di malcelato orgoglio per quella che si è ormai affermata come una realtà d’eccellenza tutta italiana nel mondo della profumeria artistica, grazie alla raffinata linea dei Profumi del Forte e al loro indissolubile legame col patrimonio artistico ed estetico della migliore e più raffinata Toscana.
Ma i Profumi del Forte hanno una famiglia di fragranze sorelle nella collezione Torre of Tuscany, che dietro l’impegnativa dicitura di Art Perfume non nasconde l’ambizione di riscrivere i codici dell’alta profumeria modulandoli sulle sfumature del sentire contemporaneo. Il risultato è una preziosa collezione di due colonie e sette eau de parfum, accomunate dall’utilizzo di materie prime pregiate e da una lavorazione artigianale, per chi sa riconoscere i valori dell’unicità e della qualità.
Una qualità che comincia dal flacone, forgiato come un bellissimo trapezio di cristallo capovolto dal perimetro arrotondato, munito di una spessa base e sormontato da un raffinato tappo realizzato in marmo toscano scolpito a mano, materiale scelto come trait d’union con il packaging della famiglia dei Profumi del Forte, rispetto alla quale il design complessivo appare più sobrio e minimale e, a parere di chi scrive, più elegante.
All’interno di una collezione tutta bella e interessante, abbiamo scelto di raccontarvi Berkana, una delle sette eau de parfum, per la cui creazione il brand developer Dario Torre ha coinvolto Maria Candida Gentile (che ha realizzato anche la Savane Oud, altra edp della serie Torre of Tuscany), nota agli amanti della profumeria artistica per la sua linea di fragranze e per esclusive realizzazioni ad personam, una ligure di Sarzana, località che dista solo una mezz’ora di macchina dalla Versilia, epicentro di tutto il progetto dell’Atelier Torre.
Da questa affinità geografica è nato un jus che apre con un’unica nota chypre di testa, l’anthoxanthum odoratum, il paleo odoroso, una graminacea perenne intensamente profumata che per via del suo elevato contenuto di cumarina ricorda l’odore dolce e fresco di erba appena tagliata. Questa verde partenza in assolo evolve rapidamente verso la fase di cuore, caratterizzata anch’essa da poche note odorose per uno stile molto minimale, impreziosito da scelte non convenzionali. Bello e particolare l’impiego dello storace, sostanza ottenuta praticando un’incisione nella corteccia dell’albero di liquidambar styraciflua, dalla quale cola un balsamo naturale che una volta lavorato dà luogo ad una resina di colore tra il marrone e il verde oliva scuro, densa e dall’aroma vanigliato e intensamente dolce (liquidambar deriva da liquid ambar, ossia ambra liquida). Responsabile in parte della buona longevità del profumo, per via delle sue efficaci proprietà fissative, lo storace si intreccia a un accordo di cuoio e catrame di betulla (un binomio ben noto, giacchè il catrame di betulla è spesso abbinato alle note cuoiate come rafforzativo) per scaldare e stemperare appena un po’ l’aspetto legnoso, cuoiato e fumè.
La fumosità che contraddistingue Berkana riprende gradualmente corpo e si fa più asciutta nella successiva discesa verso il fondo della fragranza, man mano che dalla coda del jus emerge l’impronta inconfondibile di un vetiver poco terroso e anche qui viene smorzata, questa volta da una punteggiatura elegante di legno di cedro, forse la più “normale” delle note della piramide olfattiva, che aggiunge eleganza ad un profumo tutto all’insegna del buon gusto e della qualità. Malgrado la presenza di note prevalentemente maschili e la mancanza di componenti floreali e fruttate, il jus risulta perfettamente adatto ad essere indossato sulla pelle femminile, ove emerge una sfaccettatura più sensuale e seducente, meno evidente sull’uomo dove prevale il cotè asciutto, elegante e raffinato.
In sintonia con quasi tutte le creazioni dell’Atelier Torre, Berkana non va alla ricerca di suggestioni provocatorie e di rottura per farsi notare né ricorre ad effetti speciali per stupire, ma sceglie una piramide olfattiva che mette in evidenza la bellezza delle materie prime e un packaging che privilegia l’equilibrio e il design, le lavorazioni manuali e l’attenzione per i dettagli. Il risultato è un prodotto fieramente Italiano, profondamente Toscano, intriso di arte, bellezza e cultura di cui ci si può innamorare facilmente e a lungo.
Lascia il tuo commento…
Ciao Marco, ho l’insana mania di collezionare profumi no-flower, mi sai dire com’è il fondo di questo? Temo che il fumo catramoso della betulla lo renda importabile. Grazie per la tua risposta.
Ciao Letizia,
niente paura, nel fondo prevale la presenza del vetiver, fumoso ma portabilissimo e anche ammorbidito dall’elegante contributo del cedro.
Il catrame di betulla non alza mai la voce durante tutta la vita del profumo, ma si fonde sempre in rinforzo alle altre note all’insegna della misura e del buon gusto.