BACK TO SCHOOL – Seconda Parte
Scented school. Dopo il porno-chic e l’oudmania potrebbe essere questo il nuovo tema scent-ispirativo dei prossimi anni. Un successo assicurato, almeno sulla carta, che ci conquisterà tutti giocando sulla voglia e la debolezza di rimanere sempiternamente bambini.
Non è un caso che alcuni brand abbiano già iniziato a creare profumi e oggetti profumati per scolari for ever ripetenti come Astier de Villatte, maison artigianale di porcellane francesi, eaux de cologne e candele profumate, che nel suo catalogo presenta un tris di gommine che profumano e cancellano gli errori di ortografia di un immaginario scolaro trés snob, e Maison Francis Kurkdjian con Les Bulles d’Agathe, bolle di sapone profumate alla menta, pera e violetta, vietate in classe ma perfette per l’ora di ricreazione, poi ci sono gli attacca/scrivi/disegna-accordi Cello-Tape, Ink e Crayon di Christopher Brosius, senza dimenticare Paper Passion, il profumo ispirato proprio dall’odore delle pagine dei libri appena stampati che Karl Lagerfeld sta realizzando in collaborazione con Geza Schoen, creatore dei profumi hi-tech Escentric Molecules.
In attesa che i creatori più venerati del momento inizino a creare profumi infusi di reminescenze scolastiche, la scuola ha già cominciato a interessarsi al profumo e alle sue molteplici applicazioni nei programmi didattici come The Scent Trail Studio, esperimento interattivo realizzato dalla Three Ways School di Bath (UK) che invita gli studenti a documentare con fotografie, video e musica le esperienze olfattive vissute fuori dall’orario scolastico.
Colla in barattolo, libro nuovo, colla stick, gesso, giardino e temperino. Non è la lista di cose da comprare in cartoleria ma gli aromi del kit “Senteurs de mon école” tratto dalla sterminata collezione di odori di Arsens creata da Simon Menard, naso francese convinto che basta una mouillette sotto il naso per tornare all’asilo, almeno con la fantasia. Menard assicura che con la sua selezione di aromi scolastici la regressione infantile è garantita. Annusare per credere.
E’ sufficiente invece una sola goccia di legno di cedro rosso per riportare alla memoria l’odore delle matite, quelle che tutti mordicchiavamo aspettando l’illuminazione giusta durante il compito di matematica, ignari che le molecole aromatiche del fusto della matita dal cavo orale sarebbero salite su a stimolare il nervo olfattivo, creando così un legame emotivo con il legno smozzicato in questione.
Purtroppo la memoria olfattiva non lascia scampo. Dal semplice gesto di rosicchiare una matita alla ricerca compulsiva di un profumo che ricordi lo scarto di un temperamatite il passo è breve ma, tranquilli, la patologia si può curare con una prescrizione di profumi dal drydown asciutto-boisé dosato su un’alta concentrazione di Juniperus Virginiana aka legno di cedro della Virginia. Un cedro che non è un cedro ma un ginepro, spesso confuso con il cedro dell’Atlas originario del Marocco. Dalla distillazione della sua segatura si ottiene un olio essenziale ricco di cedrolo che sprigiona una nota di legno temperato, la stessa che appare all’inizio di Chene di Serge Lutens, un passaggio di legno balsamico e farinoso simile a una poudre di pino nordico che teletrasporta in un secondo tra i banchi della scuola dell’obbligo. La piramide olfattiva riporta “cristalli di cedro”, il piccolo chimico dichiara “miscela di cedrolo e cedrene epossidico”, un’apparizione fugace di trucioli di matita da cogliere al volo prima che emergano i tocchi catramosi della betulla e l’amaro dei legni affumicati che bruciano nella piramide olfattiva della quercia lutensiana.
Trovare l’odore di matita dentro un profumo non è un gioco da ragazzi.
Ci vuole naso. Bisogna cercare tra decine di note e scartare accordi su accordi prima di arrivare al tanto agognato mozzicone di lapis. Per questo molti perfume-addict lanciano appelli disperati alla community del profumo che, chiamata a raccolta, individua una pencil note nel cuore aristocratico di Bois du Portugal di Creed, un jus ruvido di spezie e vetiver levigato con cura da un temperino di lavanda e bergamotto che, scheggia dopo scheggia, rivela una nota di legno e grafite dal tratto incisivo, infallibile nel fare breccia nel cuore di uno scolaro nostalgico.
L’esperienza sensoriale spruzzoprofumo-annusomatita si replica con Terre de Bois di Miller Harris, un profumo che quando si volatilizza nell’aria sembra di aprire un cassetto di legno che custodisce matite colorate di vetiver, patchouli, spezie indiane e ambra.
Note olfattive macchiate d’inchiostro.
“Il profumo è inchiostro simpatico sulla nostra pelle. Scrive parole d’amore leggibili solo con il calore della passione” (FleurDeParfum).
Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Il primo a tentare di trasmutare l’inchiostro in profumo è stato Mark Buxton alle soglie dell’anno Duemila, quando creò la piramide aliena di Comme des Garçons2 commissionata da Rei Kawakubo, la prima fragranza inchiostrata della storia del profumo.
Ispirandosi all’opera The Pillow Book di Peter Greenaway, utilizzando la tecnologia HeadSpace Buxton è riuscito a scrivere in bella copia una formula contenente inchiostro Sumi giapponese con disciolto in una miscela di magnolia, patchouli, vetiver laccata di molecole di sintesi.
L’incontro con un profumo dalla scia inky non lascia indifferenti. Scatena curiosità, repulsione e poi… attrazione.
Che odore ha l’inchiostro?
Non è facile definirlo esattamente ma può essere sintetizzato con i seguenti termini: inorganico, lucido, freddo e metallico. I nasi sono riusciti ad ottenere questa particolare mistura materica unendo aldeidi e molecole dalle decise sfaccettature metalliche tipo Rosyrane, Safranal, Tuberolide o muschi sintetici come l’Habanolide con l’incenso.
Il risultato è un sentore alieno che scivola livido sulla pelle, un’esperienza che si può provare con l’eccentrico esercizio di stile svedese firmato Byredo, M/Mink, uno di quei profumi che vale la pena sentire almeno una volta nella vita per poter dire “io lo conosco” e poi dimenticare perché praticamente importabile a meno che non siate posseduti dallo spirito di Marilyn Manson. M/Mink è un calamaio pieno di adoxal, aldeidi scintillanti dai toni fioriti e marini, che inchiostra la pelle con una scia marziana nera come la pece. Poco piacevole come profumo ma molto efficace nel risvegliare il ricordo di un grembiule macchiato di biro.
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