Aura Maris ~ Lorenzo Villoresi (Perfume Review)
In quello straordinario gioiello del Mediterraneo che è l’Arcipelago Toscano si adagia un’isola che prende il nome dalla sua insolita morfologia priva di alture e quasi del tutto pianeggiante. Si tratta dell’isola di Pianosa, dalla forma vagamente triangolare, caratterizzata da tratti di costa rocciosa inframmezzati da spiagge di sabbia chiarissima. Inaccessibile ai più, custodita gelosamente da divieti di pesca, immersione e ancoraggio, sorvegliata da un sistema radar ad alta tecnologia in grado di individuare anche piccoli natanti, Pianosa è stata per decenni un paradiso per i pochi autorizzati ad accedervi e un inferno per i molti che albergarono nelle sue carceri.
Infatti fin dal 1856 vi venne istituita una colonia penale agricola in cui i condannati si occupavano dei lavori nei campi, sotto un sole cocente mitigato appena dalla brezza marina. Il carcere fu pienamente operativo all’epoca del fascio e ebbe tra i suoi “ospiti”, per motivi politici, il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Nel 1968 Pianosa divenne penitenziario di massima sicurezza per appartenenti a organizzazioni terroristiche e successivamente pericolosi criminali di mafia sottoposti a regime di carcere duro secondo i dettami dell’articolo 41-bis. La funzione carceraria di Pianosa cessò poi completamente nel 2011, concedendo una parziale apertura del pluridecennale divieto di sbarco, divieto che da una parte ha impedito lo sviluppo del turismo sull’isola ma d’altro canto ne ha permesso la conservazione pressoché intatta del suo patrimonio naturale. Questo consente ai fortunati che vi si rechino oggi in visita al seguito delle esperte guide del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano di ammirare nell’area costiera una peculiare, incontaminata e pura macchia mediterranea variegata e odorosissima.
Una simile esperienza avrà probabilmente provato, a Pianosa o in una delle tante meraviglie dell’Arcipelago Toscano, il fiorentino Lorenzo Villoresi (padre “spirituale” della profumeria artistica in Italia), almeno a giudicare dal suo recente progetto Mare Nostrum, un’idea di ampio respiro che ambisce a catturare le suggestioni ispirate dalla bellezza del mare Mediterraneo e dalla sua ricchezza di spunti culturali, storici, mitologici, paesaggistici e ambientali.
La prima realizzazione di questo progetto è Aura Maris, un profumo che non è un acquatico, non ha note ozonate e non evoca né acque né mari ma si ispira alla brezza marina. Però sembra più una brezza che soffia da terra e porta con sé il ricco ventaglio di profumi della macchia mediterranea, in uno scenario ideale in cui il mare fa da sfondo, è meta e prossimità, continuamente avvertito ma inaccessibile come quello, splendido, dell’isola di Pianosa.
L’apertura del jus appartiene pienamente al territorio delle colonie esperidate, con una testa frizzante di bergamotto e mandarino, così tipici dell’immaginario mediterraneo da risultare quasi didascalici, che svelano accenti appena amarognoli mitigati da leggeri accenni di note floreali che verranno compiutamente sviluppate nella seguente fase di cuore. Proprio in virtù di questi accenni fioriti è difficile non cogliere un omaggio, che crediamo voluto, alla più celebre delle fragranze esperidate, l’Eau Sauvage di Dior, capolavoro di Edmond Roudnitska datato 1966, che per prima osò impiegare in un profumo maschile (il primo realizzato dalla maison Dior) la nota floreale del gelsomino, fino ad allora appannaggio esclusivo di essenze destinate al gentil sesso.
Si sa che le note agrumate sono strutturalmente molto volatili, pertanto non stupisce che i fuochi d’artificio dell’apertura sfumino velocemente dentro la successiva fase di cuore che rinforza e sviluppa, come dicevamo, le iniziali timide note fiorite con un accordo opulento di narciso e gelsomino (quest’ultimo un altro legame evidente con l’antenata di Dior) adornato da un patchouli pulito e gentile che da profondità e ombra al bouquet e fa da ponte ideale verso la chiusura della fragranza. E’ un cuore ricco e intenso che prende le distanze dal tema esperidato d’apertura per una fase duratura, la più bella e aggraziata della vita del jus, anche la più femminile, che da qui in poi acquista un carattere proprio e distintivo, anche rispetto alle altre creazioni del maestro fiorentino.
E non è da meno la chiusura della fragranza, che scivola in modo molto elegante su calde note di legni, muschio e ambra polarmente opposte al punto di partenza, concludendo un’evoluzione evocativa di una lunga passeggiata isolana che parte da un assolato agrumeto di fronte alla costa, prosegue passando attraverso giardini di fiori fiancheggiati da macchia mediterranea e termina con una ritirata verso l’interno, via via più lontano dalle spiagge a cercare parziale ristoro sotto i rami dei rari alberi faticosamente piantati dall’opera dell’agronomo sapiente al fine di proteggere l’interno dalla forza a volte distruttiva della brezza marina.
In Aura Maris tutto questo è dosato dalla mano sapiente del maestro Villoresi a realizzare un equilibrio perfetto e seducente, bello anche nell’aspetto con quel suo colore dorato che cattura nel solito flacone ottagonale delle fragranze di casa una poetica e convincente astrazione della calda sensazione del sole sulla pelle e della sinfonia di profumi che solo il nostro Mediterraneo sa regalare.
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Bel profumo ma il mio preferito resta Piper Nigrum per il quale il Maestro ha dato il meglio di sé.
Il mio Villoresi preferito invece resta Alamut, un’ambra fiorita molto dolce, un classico senza tempo, bellissima. Anche se il culmine assoluto di dolcezza (nel settore ambre) lo tocca Ambre di Reminiscence e Anbar di Tola, due “colate” di vaniglia e miele…Stupenda la crema corpo Alamut, la fragranza è avvolgentissima.
Chissà se Villoresi ci regalerà un nuovo profumo a Firenze magari un bel fiore… lo spero tantissimo. Intanto questa estate la passo assieme al suo meravigliosodorissimo Ylang Vintage
Elegante, Essenziale, Equilibrato, Emozionante, Estasiante…
Come tutte le creazioni di Villoresi, è un profumo che non grida volgarità come la maggior parte delle fragranze che trovo in profumeria.
Mai banale, dall’inizio alla fine. Ogni volta che lo porto ha sempre qualcosa di nuovo da raccontarmi.
Chapeau al Maestro!
Fragranza equilibrata, particolarmente adatta alla primavera estate. Discreta, ma presente su chi la indossa. Narciso e gelsomino, rafforzati da un discreto patchouli evocano ricordi di giornate trascorse tra piccole calli avvolte dal respiro che proveniva dalla macchia mediterranea. Un plauso al Maestro Lorenzo.