Attar AT. Andy Tauer torna alle origini e inventa nuovamente se stesso
La notte è complice degli amanti; le stelle, sue ancelle, brillano forte come splendidi diamanti, le dune di sabbia arroventate dal sole cocente del giorno, le pelli lavorate di fresco, le pietre avvolte dalla polvere, i veli ricamati di una danzatrice ammaliante, i baci rubati del sultano, il sogno di un mondo lontano che sembra essere perduto in un libro di fiabe ma che è presente più che mai nel “qui ed ora”.
Tutto il fascino e il mistero del Medio Oriente sono racchiusi in una parola di cinque lettere che disvela un universo infinito di mondi dentro ad altri mondi.
Attar.
Gli attar ( conosciuti anche con il nome Ittar, etimologicamente derivata dalla parola del persiano antico “itr” che significa “profumo“) altro non sono che delle fragranze create con elementi botanici, naturali, petali di preziosi fiori, forgiati attraverso un processo di co-distillazione in corrente di vapore che va a fissarsi su una base di olio essenziale di sandalo per poi macerare per lungo tempo.
Normalmente vengono distillati a mano, artigianalmente, in ottemperanza di un certo savoir faire tramandato nel corso dei secoli, una vera e propria arte della profumeria, forse l’empireo celestiale del caleidoscopio olfattivo. Questa produzione al giorno d’oggi è sempre più rara perchè è stata sostituita da distillazioni industriali e spesso anche sostituzioni chimiche, dovute ad una scelta di prezzo e di mercato che hanno tolto molto al fascino caratterizzante questa antica tecnica.
Negli attar è racchiusa la quintessenza stessa della profumeria: c’è l’artigianalità data da mani sapienti che si sono formate per lungo tempo, c’è la scelta accurata di materie prime, dei fiori e degli elementi naturali, c’è la bellezza dell’attesa della macerazione.
L’ecletticità di Andy Tauer ha sorpreso tutti all’ultimo Pitti Fragranze presentando un lavoro che era scritto nel suo destino da tempo. La novità che ha lasciato il pubblico letteralmente senza parole ha connaturato nel suo stesso nome l’anima di Andy, Attar AT. E non è un caso se le iniziali del Naso svizzero fanno parte della parola attar, come se Andy stesso sapesse che questo modo di fare profumeria gli appartenesse e fosse da sempre stato suo.
Autore di fragranze che hanno sicuramente lasciato il segno nell’immaginario collettivo, Andy Tauer è artigiano del profumo, è padrone di una mano che riesce a farsi riconoscere, a far dire: “Quì c’è la firma di Andy“, come un inspiegabile fil rouge che lega tutte le sue fragranze a lui e al suo mondo olfattivo.
Per poter anche solo immaginare Attar AT, dobbiamo necessariamente partire da una premessa che porta il nome di due dei profumi più inebrianti e più peculiari emersi dalla genialità di Tauer: Le Maroc pour Elle e L’Air du Desert Marocain. Si deve partire da queste due fragranze per riuscire a capire come si sia giunti all’apoteosi olfattiva di Attar AT, così lontana dall’umana percezione ed eppure così terrena.
Le Maroc pour Elle è una fragranza che evoca due fuggevoli occhi da orientale, inebrianti fiumi di petali di rose rosse e rigogliosi gelsomini che si perdono nelle vesti preziose di questa figura incantatrice. L’Air du Desert Marocain è un viaggio in Medio Oriente, tra i suq marocchini traboccanti di cesti di frutta secca e saturi di odori opulenti che stordiscono l’olfatto. Entrambe le creazioni raccontano un mondo che è colore, forza, dinamismo ed energia: è il volto della vita che ha solleticato il genio creativo di Andy. Ed è proprio da queste due fragranze che possiamo prendere spunto per parlarvi della novità di Andy Tauer.
Attar AT è un concentrato di profumo, dove non è presente né acqua, né diluizione alcolica, né tantomeno olio. Profumo allo stato puro e all’ennesima potenza. Un gioiello olfattivo impreziosito già dal grazioso piccolo flacone pentagonale e dal caratteristico colore blu. Tauer torna alle origini, si riscopre, si ritrova e inventa nuovamente se stesso.
Attar AT è strettamente legato al mondo arabo e per essere colto e amato pienamente, in tutte le sue sfaccettature, va applicato sulla pelle calda, che diventa parte integrante e complementare del profumo stesso. È la pelle l’elemento essenziale di questa fragranza, senza di essa la fragranza non trova piena espressione. Rovesciando poche gocce si osserva un liquido scuro, ruvido intriso di forza, di animalità, di colori sgargianti: è il medio oriente, è la sabbia del deserto, è il sole nel suo zenith, è il nero del kajal su occhi che annunciano un luogo lontano.
L’apertura non è per i deboli di cuore. Appena applicato le note speziate colpiscono l’olfatto come una raffica di vento che porta con sé gli odori forti, vividi e netti dei suq. Le spezie avvolgono la pelle come un incantesimo incatenante. Si possono percepire i colori di queste spezie che abbracciano la persona, la rassicurano e la accompagnano in questo viaggio olfattivo nel mondo arabo.
C’è un chiaro richiamo a L’Air du Desert Marocain, come se Andy si autocitasse per ricordare a se stesso e a tutti noi da dove è partito per far vedere fino a che punto oggi sia arrivato: una geografia olfattiva del suo percorso, come una sorta di diario.
Le spezie dei suq aprono la strada per incontrare un’ombra femminile che si aggira furtiva, nascosta. Intravediamo le vesti leggere, una piccola ciocca di capelli che si riversa sul volto bronzeo. Le note di cuore ci svelano un piccolo fiore di gelsomino danzate, dalle aggraziate sfumature verdi che si presenta come un diamante incastonato nel centro della composizione. Tutte le note sembrano assoggettarsi al volere del piccolo fiore bianco nel momento in cui entra in scena. È voluttà che si concede nella sua disarmante bellezza. L’evoluzione è lenta, è soffusa, le parole sono sospese. È un profumo da gustarsi in solitudine, rivelatore anche di lati nascosti di sé come è l’oriente, meditativo e spirituale.
Senza ombra di dubbio, però, il prezioso liquido dischiude il suo segreto, come una conchiglia la sua perla, quando la pelle ha preso confidenza con Attar AT. Le note di fondo emergono come il suono di un organo, imponenti, regali e a tratti ieratiche. Il re di tutti i legni impera su questo regno: è il sandalo di Mysore che ci offre tutto il suo lato più legnoso e verde nascondendo la sua parte lattonica.
Non è un sandalo trasparente e pulito, ma sporco, a tratti quasi salato come a voler ricreare l’effetto soffocante della polvere e della sabbia. Non viaggia da solo il re dei legni, al fianco ha la sua corte – il suo Gran Visir – il vetiver di Java che dona vigore, metodicità e rigore alla composizione oltre ad una sfumatura aromatica.
Sicuramente il vetiver riesce a portare la struttura del profumo su sentieri più equilibrati e stabili ma senza pendere troppo sul suo lato più terroso, quanto, semmai, su quello più aromatico e a tratti erbaceo. Il piccolo paggio che segue questo legnoso corteo è il cisto nero di Spagna che riesce a riabbracciare insieme tutta la composizione e darle una certa unitarietà.
Per terminare questo immaginifico viaggio olfattivo si può con sicurezza affermare che Attar AT segna un altro cambiamento in casa Tauer, cambiamento che è sintomo della ricercatezza, della sensibilità e della bravura di un Naso che, gli ultimi anni, ha scritto alcune delle più belle pagine della storia della profumeria. In cuor nostro, non possiamo che augurarci che ne scriva ancora molte altre.
Concentrazione e formato Attar AT – Tauer Perfumes
Puro profumo – 8 ml
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