Atelier Des Ors. Quando il fascino del lusso senza tempo incontra l’oriente (Video)
“Come è giunto l’oro ad avere il massimo valore? Perché non è volgare, non è utile e luccica di mite splendore; sempre esso dona se stesso. Solo come riflesso della virtù più nobile, l’oro giunse al più nobile valore.”
Così parlò Zarathustra, Friedrich Nietzsche
Quando fecero il loro ingresso, nel Marzo 2015 a Esxence, colpirono per l’eleganza delle bottiglie e per l’esperienza olfattiva unica e precisa che donavano. Scintillii dorati rilucevano nel contesto moderno e un po’ oscuro dell’allestimento che caratterizzava la fiera milanese. E’ così che, Jean-Philippe Clermont, fondatore della maison Atelier Des Ors, ha voluto presentare la sua collezione di eau de parfum dando un messaggio chiaro fatto di eleganza misteriosa e viaggi olfattivi seducenti che rimandano senza tentennamenti alla più raffinata profumeria francese.
Atelier Des Ors riunisce, accanto al suo fondatore, altri due nomi eccellenti: il Naso Marie Salamagne e il maestro doratore Jean-Christophe Rousseau. Scelta senza mezzi termini che proietta il progetto in un universo fatto di lusso, raffinatezza e attenzione per i dettagli in cinque fragranze che hanno saputo distinguersi subito per personalità e composizione.
Prima ancora di fluire nelle fragranze contenute, colpisce la scelta del flacone, curato nei minimi dettagli, che strizza l’occhio agli anni ’30-’40 del secolo scorso. Flaconi allungati, dai contorni arrotondati, di vetro trasparente, portano incise sul retro linee che richiamano i raggi solari e lo scintillio di una pietra preziosa: quelle pagliuzze d’oro 24k che volteggiano morbidamente all’interno del profumo e che giocano con la luce esterna attraverso il flacone, mandando bagliori dorati come messaggi di felicità.
Il lusso è richiamato nella piccola etichetta nera profilata oro che riporta a una finezza tipica francese, così come il tappo nero che riporta incisa sulla sommità il simbolo della maison. Un elogio all’eleganza, ma anche un richiamo forte alla sensualità e al desiderio declinato in cinque evoluzioni sorprendenti.
Cuir Sacré, Lune Feline, Rose Omeyadde, Aube Rubis, Larmes du Desert: nomi che evocano storie intense, cariche di emozioni e mistero, viaggi di scoperta ma per viaggiatori con bauli cifrati e cappelliere. Il richiamo francese è onnipresente e rende la collezione una chicca per chi non rinuncia alla classe e al lusso.
Uscire con cinque fragranze e riuscire a renderle tutte, senza eccezione alcuna, interessanti, sfaccettate, profondamente differenti e tutte, equamente, desiderabili è un’impresa ardua che la maison soddisfa pienamente.
Rendere onore alla scuola profumiera francese, però, non significa dimenticare di osare e così in Aube Rubis troviamo un interessante gioco di pompelmo e ribes nero che si intrecciano a note soffici di violetta e iris, un fantastico rimando ad un rossetto di ottima qualità che scivola sulle labbra, sino ad arrivare a un mélange impensato e vincente con le note terrose di patchouli e di un vetiver haitiano asciutto e di straordinaria eleganza. Un profumo energico, splendente che saprà dare il giusto passo alla giornata che inizia, dove i frutti non dominano mai la fragranza, ma danno solo un tocco frizzante al patchouli, che è presente dall’inizio alla fine.
Se già con Aube Rubis sentiamo di essere di fronte a dei capolavori, con Lune Feline ogni dubbio si sgretola sotto gli echi misurati di questa mistura alchemica che ha il potere di ammaliare come una luna selvaggia e meravigliosa. Un dosaggio sapiente di spezie, cardamomo appena pungente e cannella, che introducono al cuore animalico potente della fragranza; un invito alla sensualità più profonda che ripaga con il godimento di una delle migliori vaniglie degli ultimi tempi. L’assoluta di vaniglia tahitiana domina l’evoluzione della fragranza, scivolando appena nel suo lato gourmand, ma non tradendo mai l’anima notturna di questa creazione che, vi avvisiamo, attira gli sguardi, i commenti e rende desiderabili come un frutto proibito.
Per chi non si sente di mostrare il proprio lato più estremo, Atelier Des Ors incanta con Rose Omeyadde e la sua interpretazione della rosa. Una composizione nient’affatto timida, lontana dalle rose inglesi polverose, qui lo sguardo del Naso è rivolto ad Oriente, ai califfati opulenti, ai colori intensi e alle forme morbide. La rosa è sensuale, potente, adagiata sul suo trono dall’inizio alla fine della fragranza e, come ogni regina che si rispetti, attorno a lei sfilano adoranti le note di tutta la piramide, conferendole via via sfaccettature inedite e conturbanti. Coté sbarazzino in apertura quando incontra le note di pepe rosa e lampone (frambinone), più oscura e licenziosa nel cuore con patchouli, legno di guaiaco e un accordo di zucchero di canna, fumosa e perfetta nel fondo con oud, ambra e legno di sandalo. Una fragranza così ben strutturata che riesce a risultare moderna nonostante il dichiarato richiamo ad un’epoca mitica e lontana, un viaggio ad Oriente che sa adattarsi al suo possessore come un’ancella regina.
Echi d’oriente anche in Cuir Sacré, dove il richiamo ai fasti di Cordova quando era sotto il dominio dei califfati arabi è evidente e olfattivamente ben riuscito. Creazione che non contempla fiori nella sua piramide, Cuir Sacré si apre su note di bacche di ginepro, cardamomo e cipresso che le conferiscono un’immediata eleganza mascolina, un senso di forza e sicurezza che rendono la fragranza confortevole come l’abbraccio di un amante. Una scia sottile di zafferano, scivola sull’incenso e accende a scene di un tempo passato, di uomini e donne ricchi di sapere e d’averi. Il cuore è morbido, elegante, sapiente, misurato e conduce a un vetiver dall’eco maschile fino alle note di cuoio, per nulla graffianti e ruvide, ma seducenti e ben rifinite. Un profumo dall’eleganza possente, un lusso olfattivo solido e definito per animi sicuri.
Spazio infinito a perdita d’occhio, echi lontani di idiomi sconosciuti, il fascino del viaggio, dei ricordi perduti e di quelli che ancora verranno, misteri antichi e ritualità si condensano in Larmes du Desert, altra fragranza no-flower della collezione. Qui la sacralità si ritrova nelle note imperiose dell’incenso, sostenuto da cipresso ed elemi che lo rendono fumoso e aereo, una nenia che si eleva nella notte profonda, negli spazi stellati insieme alle scie dei legni preziosi e a quelle più mistiche del benzoino. Il risultato è una fragranza che riesce a evocare una cerimonia religiosa in una cattedrale di sabbia, asciutta, fumosa, aerea.
Cinque jus spettacolari, cinque anime differenti che sanno colpire al cuore senza indugi. Azzardiamo che forse potrebbero bastare questi cinque profumi per soddisfare i nostri desideri olfattivi, ma subito ci rimangiamo quanto appena scritto perché pare che la maison Atelier Des Ors sia pronta a lanciare la sua nuova, sesta creazione e noi abbiamo come il presentimento che dovremo far posto nel nostro armadio dei desideri.
A quando il lieto evento? Manca poco ormai, la nuova fragranza verrà presentata a Esxence 2016 e noi saremo lì per voi!
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Tutte favolose, impossibile preferirne una! Le bottiglie poi con quelle briciole dorate dentro sono a dir poco ipnotiche…
Bel progetto, raffinato e ben curato dentro e fuori. I profumi sono tutti bellissimi, peccato siano fuori dalla mia portata, costano un botto, ma non sono abituata a rinunciare ai sogni tanto meno a una meraviglia simile e per questo ho inaugurato un salvadanio ; )
Non vedo l’ora di sentire la nuova. Questa collezione mi riconcilia con il profumo… ormai è da molti anni che i lanci si dividono in sole due categorie: i PUZZOLENTI, quelli brutti che ti ammollano un pugno al naso solo per il gusto di farsi notare, e gli SCOLORITI, quelli privi di personalità che te li dimentichi dopo due minuti.
No ma per caso mi volete morta? Lune Feline e Rose Om sono dei grandi profumi!
Ciao, io li ho sentiti, ma in verità mi hanno delusa… Onestamente, pur apprezzando il pack, non vedo la necessità di pagarli…oro! E infine, i profumi mi sembrano un po’ sovradosati in note invadenti… Io ci andrei cauta a metterli per andare in ufficio. In complesso, per me, 7,5 su 10. Ciao!