Alla scoperta di Jovoy. Parigi-Vietnam-Grasse e ritorno (Video)
Percorrendo una tratta avventurosa che tocca il Vietnam e passa per Grasse, arrivano in Italia i profumi charmant di Jovoy. A Fragranze 10, François Hénin, proprietario e direttore creativo della maison, ci racconta la storia e la rinascita di un brand che coniuga l’eccellenza della profumeria francese con uno spirito creativo contemporaneo.
Ciao, il mio nome è Francois Hénin e sono il proprietario del brand Jovoy e dell’omonima boutique di Parigi. Siamo molto felici di essere oggi a Firenze per presentare al pubblico italiano la nostra collezione e i due nuovi profumi Les Jeux Sont Faits e Rouge Assassin.
Jovoy nasce a Parigi negli anni ’20. I suoi profumi erano per donne che cercavano profumi intensi e opulenti per sentirsi desiderate, una tipologia di fragranze che, oggi, tecnicamente non saremmo più in grado di produrre a causa delle restrizioni IFRA imposte all’industria del profumo e poi il modo in cui indossiamo i profumi oggi è cambiato. Quindi, Jovoy è molto più vicino ai giorni nostri che agli anni ’20, non è una maison vintage ma un brand che rispetta la tradizione della profumeria francese.
Jovoy è la storia della mia vita. Il profumo non era nel mio destino, infatti ho studiato Economia e Business a Parigi. Ad un certo punto della mia vita, sono andato via dalla Francia per raggiungere in Vietnam una ragazza di cui mi ero innamorato e proprio a 20.000 km di distanza da Parigi è iniziata la mia avventura nel mondo del profumo. Per una serie di pure coincidenze, ho incontrato le persone giuste che mi hanno introdotto a questo mondo e ho cominciato a commerciare essenze e materie prime, aprendo una piccola fabbrica nel nord del Vietnam, ai confini con la Cina, dove distillavamo olii essenziali. Poi, sono tornato in Francia e ho trascorso quattro anni a Grasse, la capitale storica del profumo. Ho incontrato Jovoy qualche anno fa, grazie a Jean-Marie Martin-Hattemberg, uno scrittore molto famoso che per Drouot, a Parigi, cura le aste di flaconi vintage di profumi. Mi disse che c’era un brand degli Anni ’20, creato da Madame Blanche Arvoy, che avrei dovuto assolutamente sentire. Mi sono innamorato immediatamente del progetto e della sua storia e così abbiamo deciso di farlo rinascere.
Qual è il segreto dei profumi Jovoy? Non deludono le aspettative di coloro che cercano profumi di carattere e con una buona persistenza. Lavorando nella boutique Jovoy di Parigi, ogni giorno ho la possibilità di incontrare molte persone innamorate del profumo, ascolto le loro esigenze e cerco di capire cosa cercano in un profumo. Ad esempio, molte persone si lamentano perché alcune creazioni presenti sul mercato non hanno persistenza e carattere oppure la loro formula originale è stata cambiata. Ascoltare le persone mi permette di creare profumi che esaudiscono i desideri e le aspettative dei clienti. Il segreto di un buon profumo è la qualità delle materie prime. Solo in questo modo rimarrà sulla pelle e manterrà la sua promessa.
A Fragranze 10 presentiamo la collezione di profumi. Nel nostro shop parigino abbiamo un segreto per fare sentire il profumo: lo facciamo annusare dal tappo. E’ un modo intelligente di annusare una fragranza, perché quando la spruzzi su una mouillette, la prima cosa che si percepisce è l’alcool. Invece, annusando il profumo dal tappo senti solamente il sillage. Tornando a Jovoy, tutte le fragranze raccontano una storia. I Nasi che hanno collaborato con noi nella realizzazione delle fragranze hanno messo qualcosa di personale dentro ogni creazione e in ogni profumo ognuno di noi può ritrovare un ricordo vissuto.
Ad esempio, La Liturgie des Heures evoca l’immagine di un monastero italiano e mi ricorda un odore di pietra umida, note smoky, incenso e mirra che sentivo da bambino. E’ stata una sfida realizzare questo profumo che, come evoca il nome stesso, è un invito a trascorrere un giorno in un monastero. Per L’Enfant Terrible abbiamo giocato con le parole e con il legno di cedro. Infatti il suo odore ricorda la matita masticata da un bambino seduto in classe, all’ultima fila dei banchi, che fa finta di seguire la lezione. Nel cuore della piramide c’è frutta secca e dattero che esprimono all’unisono dolcezza e sensualità, mentre nelle note di testa abbiamo un cocktail speziato che rappresenta la parte “terribile” del profumo. Invece, Psychedelique è una fragranza che ti fa sentire hippy: il tuo odore, la tua pelle e i tuoi capelli sono puro patchouli. Pochi si ricordano che, quando Jimmy Hendrix suonò la sua chitarra maledetta a Woodstock, iniziò a piovere per 3 giorni e i nostri nonni e genitori facevano di tutto e il contrario di tutto giocando nella melma. Per me, Psychedelique è una scusa per mostrare una qualità di patchouli unica, che ho distillato personalmente in Vietnam.
I nomi dei profumi sono molto importanti. Sono infatti il primo elemento che cattura la nostra attenzione in profumeria, quando siamo alla ricerca di un profumo. Vi presento in esclusiva Rouge Assassin e Les Jeux Sont Faits. Rouge Assassin un profumo proibito alla pelle maschile, non consiglierei mai a un uomo di indossarlo. Questo profumo è un tributo a una donna degli anni ’20 che all’epoca indossava il taglio à la garçonne. Donne che, in Francia, durante la Prima Guerra Mondiale sostituirono gli uomini nelle fabbriche e negli uffici, iniziando a guadagnare soldi e ad essere indipendenti. Il taglio à la garçonne evoca una donna emancipata che non ha paura di nulla ma, allo stesso tempo, è anche molto femminile. Rouge Assasin ruota attorno al burro d’iris fiorentino che evoca l’odore di rossetto di una donna, quindi se un uomo dovesse indossare questo profumo ha due opzioni: essere ucciso dalla moglie che gli chiederà: “da dove stai arrivando?” oppure dichiarare le sue intenzioni di corteggiare gli uomini e non le donne.
Mentre Les Jeux Sont Faits è una storia diversa, è un omaggio alle icone maschili del cinema degli anni’60 come Lino Ventura quindi è un profumo molto maschile e virile. Questa cosa è divertente perché quando parliamo di profumeria artistica evitiamo sempre di definire un profumo maschile o femminile, invece in Rouge Assassin e Les Jeux Sont Faits non c’è ambiguità, abbiamo un maschile e un femminile molto netti.
I progetti per il futuro coinvolgono sia la boutique di Parigi che il brand. Per il negozio abbiamo moltissimi progetti e non basterebbe una vita per parlarne. Per il brand, sulla scia di Rouge Assassin, stiamo lavorando a un nuovo profumo che sarà un omaggio alla femminilità degli anni ‘20 e all’atmosfera di quell’epoca.
Si ringrazia per la collaborazione Martina Fantini
Lascia il tuo commento…
Psychedelique lo promuovo a pieni voti! Ha una tenacità e un volume incredibile che batte anche il patchouli di Montale.
Bellissimi tutti ma Quand con il suo cuore di violetta è supersuperlativo!
Confermo che la profumeria di Parigi è meravigliosa! Ci sono stata quest’estate e l’atmosfera che vi si respira è molto diversa da quella di certe profumerie italiane che se vai via senza spendere prima ti guardano in cagnesco e poi trattano male. Jovoy dà una pista a tanti marchi di casa nostra…non c’è niente da fare, i francesi sanno fare meglio i profumi, Private Label e la Liturgie ne sono la riprova. W LA FRANCE!!
BRRRRRR… la linea che uscì qualche anno fa era ORRIBILE!!! Tremenda! Brutte bottiglie e profumi insignificanti. Questa seconda volta invece mi sembra che il marchio abbia fatto un buon lavoro. Rouge Assassin rischia di sostituire Lipstick Rose nel mio cuore!!!
Sentiti solo Liturgie e Private Label e trovo entrambi fantastici, una delle scoperte dell’anno! La boutique Jovoy sarà di certo tappa irrinunciabile nei prossimi tour parigini.